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Quello che potresti non sapere del Sannio e dei Sanniti

 ♦ Bibliografia “Sannio e Sanniti” dal 1839 al 2004
 ♦ Bibliografia “Sannio e Sanniti” dal 2004 ad oggi
 ♦ Ultimissime  (Le10 migliori pubblicazioni del 2024 sui Sanniti e le guerre sannitiche)

Chi erano i Sanniti
Chi volesse approfondire tutta la storia dei Sanniti nei minimi dettagli, consigliamo due testi. Uno è "Il Sannio e i sannitidi Edward Togo Salmon, un testo ottimo, forse un po' datato relativamente a certe specifiche (1999) (leggi sintesi), ma una pietra miliare: non si può trattare del Sannio e dei Sanniti senza aver letto Salmon. Le riflessioni dell'illustre studioso e archeologo britannico rappresentano un invito a riconsiderare il ruolo dei Sanniti nella storia, esaminando non solo la loro interazione con Roma, ma anche la loro cultura, le loro istituzioni e la loro resilienza. Il suo approccio all'argomento, data la rilevanza dei suoi studi sull'antica storia di Roma, potrebbe fornire una visione più equilibrata della storia dell'Italia antica e del processo di formazione dell'Impero Romano. Le sue autorevoli riflessioni  sollevano questioni importanti riguardo alla sottovalutazione storica dei Sanniti, un popolo che, nonostante il ruolo cruciale giocato nella storia dell'espansione romana, non ha ricevuto l'attenzione che meriterebbe come soggetto di studio indipendente. Di tutti i popoli e le tribù con cui i Romani si trovarono a combattere per la supremazia in Italia, nessuno fu più minaccioso dei Sanniti. Forti e valorosi, possedevano un territorio più ampio e un temperamento più risoluto di qualsiasi altra popolazione della penisola. Abbastanza numerosi e coraggiosi da rifiutare di sottomettersi a Roma, le opposero una resistenza militare e politica delle più strenue. Anche la loro influenza sui Romani fu, per un lungo e cruciale periodo, costante, immediata, inevitabile: si potrebbe dire che essi li incitarono e li spronarono sulla strada dell'impero.
Oltre al succitato libro di Salmon, è meritevole di attenzione un altro testo  "I sanniti" del professor Gianluca Tagliamonte, un archeologo italiano di eccellenza ed esperto di storia militare.
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Le origini dei Sanniti
si perdono in un periodo arcaico compreso tra l'VIII e il VII secolo a.C., quando popolazioni nomadi di guerrieri e pastori migrano dalle regioni centrali dell'Italia verso sud, insediandosi sugli Appennini. Il loro viaggio segue le orme di un toro consacrato al dio Marte, che li guida verso nuove terre alla ricerca di campi e pascoli lussureggianti. Questo mito fondativo, il Ver Sacrum, si conclude con la fondazione della capitale e della nazione che prende il nome dal totem, Bovianum. Inizia così la storia dei Sanniti.
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La società sannita
I Sanniti erano organizzati in comunità rurali, con caratteristiche servili e feudali dei contadini e soprattutto pastori verso i nobili proprietari di fondi, in genere un militare di grado elevato
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La religione dei Sanniti
La religione costituiva il cuore del popolo sannita che attingeva a culti della tradizione sabina e indoeuropea. Nella sua visione, il  mondo era abitato da divinità che personificavano la salute, la vittoria, la fortuna.
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Il sistema economico dei Sanniti
Il sistema economico dei Sanniti era prevalentemente basato su agricoltura, pastorizia e commercio locale, tipico di una società italica montana e pre-romana. L’economia era legata alla produzione di cibo e beni di prima necessità, che venivano utilizzati sia per il sostentamento della popolazione locale che per il commercio con altre comunità.
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Il “Touto”
Costituiva l’unità politica amministrativa sannita (il Governo). Ogni touto era una specie di repubblica, soggetta pertanto alle elezioni. Le aristocrazie locali avevano però in mano le cariche pubbliche. La carica principale era quella del Meddix, termine osco per il latino magistratus. 
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La Verehia
Era un'importante istituzione sannitica, con funzioni sia governative che militari. Costituiva l'organizzazione per la gioventù “i Guardiani della Porta” e serviva a formare i giovani sanniti alla vita militare.
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Pompei è stata una città sannita
Prima di essere conquistata dai Romani, Pompei era stata conquistata e abitata dai Sanniti. Anche Capua, Ercolano e Napoli, situate nella Campania e di origine greca, subirono una forte influenza dei Sanniti durante il IV secolo a.C.
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La Tavola osca (Tabula agnonensis)
La Tabula Agnonensis, più nota come Tavola Osca o Tavola degli Dei, è una lastra di bronzo risalente al III secolo a.C. in lingua osca, rinvenuta a Capracotta. Fu scoperta nel 1848 in località Fonte del Romito, al confine con il comune di Agnone, da un contadino durante l’aratura. Nel 1873, la tavola fu venduta al British Museum di Londra,dove è tuttora custodita.
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"Ver Sacrum": la Primavera Sacra dei Sanniti
il Ver Sacrum, tradotto come “primavera sacra“, rappresenta la nascita della popolazione sannita e l’inizio della loro storia ed è una delle tradizioni più antiche e significative. Questo schema appare replicato nelle altre leggende relative all’origine delle varie popolazioni italiche. In ognuna di esse infatti compare la storia di un gruppo di giovani che abbandona la propria comunità d’origine al seguito di un animale totemico. 
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Organizzazione del territorio
l territorio dei Sanniti/Pentri si caratterizza ancora oggi per la presenza dei centri fortificati (o, recinti) costruiti sulla sommità delle colline e delle montagne soprattutto con lo scopo di controllare e difendere gli insediamenti di pianura, le vie di comunicazioni, nonché di comunicare rapidamente tra loro con i raggi riflessi del sole, con il fumo e con il fuoco durante la notte.
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I centri urbani nel Sannio: 
Quella sannita era una società in cui la vita comunitaria si svolgeva principalmente in piccoli villaggi o casali piuttosto che in veri e propri centri urbani. La geografia montuosa del Sannio, pur conferendo una certa difendibilità, non ha favorito lo sviluppo di grandi centri urbani paragonabili.
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Costumi e abitudini dei Sanniti: 
Caratteristiche sociali, politiche e religiose che contraddistinguevano i Sanniti.
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Usanze matrimoniali dei Sanniti: 
Secondo le fonti antiche, la popolazione sannita praticava la monogamia e, probabilmente, l’endogamia fino ai tempi della guerra sociale.

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Il ruolo degli schiavi nel Sannio
Non sembra che la schiavitù vera e propria fosse molto estesa, come dimostrano gli scritti degli autori antichi
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I giochi gladiatori dei Sanniti
Possibile origine e diffusione dei giochi gladiatori nell'antica Roma, con un particolare focus sul ruolo dei Sanniti e dei Sabelli in questo contesto.
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Come i Romani descrivevano i Sanniti
Molti scrittori latini hanno celebrato i Sanniti come un popolo virtuoso e indipendente, capace di eccellere tanto in guerra quanto in pace, e di mantenere una struttura sociale e politica basata sulla meritocrazia, il rispetto delle leggi e la difesa della propria autonomia. Le numerose testimonianze storiche conferiscono una grande dignità ai Sanniti, dipingendoli come uno dei popoli più nobili e rispettabili dell'Italia antica.
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Organizzazione militare dei Sanniti
I Romani riconobbero che la conformazione dell'esercito sannita era molto superiore ed efficace, imparando ad assimilarne le tattiche. Polibio ci dice testualmente che i Romani, più di chiunque altro, erano capaci di apprendere dai nemici e capire quando dovevano aggiornare la loro organizzazione militare.
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Il nome Italia per la prima volta su una moneta
Su una moneta d'argento sannita  compariva per la prima volta nella storia il nome ITALIA accanto ad una bellissima testa femminile cinta dell’alloro della vittoria. La Moneta è ora conservata nella Biblioteca Nazionale in Parigi.
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Le "Forche caudine"
La battaglia delle Forche Caudine rappresenta una delle peggiori sconfitte di Roma, che i Romani non perdoneranno mai ai Sanniti. Per vendicarsi della disfatta e dell'umiliazione subita, giungeranno alla fine alla vittoria e alla completa eliminazione della popolazione sannita.
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La "Legio linteata"
L'ultima battaglia contro Roma avviene ad Aquilonia, dove i Sanniti schierano, in un tentativo disperato, la temibile "legio linteata". 
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Roma sul punto di capitolare definitivamente
Si dice che Annibale fu sul punto di distruggere Roma. In realtà non è così, perché, come osserva Giovanni Brizzi, massimo esperto mondiale su Annibale, Annibale non avrebbe distrutto Roma; l'avrebbe ridimensionata a una città del Lazio, ma non l'avrebbe rasa al suolo. Invece, nessuno si ricorda di Ponzio Telesino nella battaglia di Porta Collina, che invece voleva sterminare Roma e i Romani. In effetti nella battaglia di Porta Collina, i Sanniti furono sul punto di annientare Roma per sempre.
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LA LEGA SANNITICA
I Sanniti costituirono la prima confederazione di popoli italici, la Lega sannitica, strettamente correlati agli Osci, popolazione indoeuropea del gruppo osco-umbro.
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La grande alleanza dei popoli italici fu condotta dai Sanniti
Durante la terza guerra sannitica, i Sanniti decisero di realizzare una grande alleanza con altri popoli italici per ridimensionare i Romani. I Sanniti iniziarono a stipulare trattati con popoli sabellici spingendosi sempre più a nord, arrivando addirittura a farsi promotori di una lega con Etruschi e Galli Senoni.
I Romani si resero conto che tutti i principali popoli italici si erano alleati contro di loro, creando un momento di grande paura a Roma.
L'enorme esercito della coalizione si riunì a Sentino, un'antica città corrispondente all'odierna Sassoferrato, in provincia di Ancona, nelle Marche. A Sentino, la vita stessa di Roma fu messa in grave pericolo.
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La guerra sociale e i Sanniti
Durante la guerra sociale i soci italici sollevarsi nel I secolo a.C. contro Roma, richiedendo a gran voce il riconoscimento della cittadinanza. Leggendo Diodoro Siculo, scopriamo che gli insorti costituirono la città di Corfinum come loro capitale, battezzata con il nome di Italia, in contrapposizione a Roma, secondo Strabone. In questa nuova capitale degli insorti viene istituito un Senato federale con rappresentanti di tutti i popoli italici partecipanti alla sedizione. Inoltre, viene deciso che la nuova lega sarà gestita da due consoli eletti annualmente; i primi due consoli eletti sono uno dei Marsi e uno dei Sanniti.
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Silla, sterminatore dei sanniti
Silla, divenuto console nell'anno 87 a.C., dopo una portentosa carriera, affrontò nel Sannio l'esercito federale, comandato da due valorosi capitani, Lamponio e Ponzio. Malgrado che agli inizi della battaglia si profilasse la vittoria dell'esercito della lega italica, Silla ebbe il sopravvento e ordinò l'uccisione di seimila federati, in prevalenza Sanniti.
Si racconta che, avendo i lamenti di tanti infelici destata l'attenzione dei senatori che erano riuniti in assemblea, Silla li abbia esortati a non distrarsi dal loro lavoro, trattandosi di sediziosi puniti !
Così il Sannio definitivamente assoggettato diventò provincia romana, dopo una resistenza di oltre due secoli e mezzo.
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Who were the samnites

Who Were the Samnites

For those who wish to delve into the entire history of the Samnites in detail, we recommend two texts. One is "Samnium and the Samnites" by Edward Togo Salmon, an excellent work, though somewhat dated in certain specifics (1999) (see summary). It is a cornerstone: one cannot discuss Samnium and the Samnites without having read Salmon. The reflections of this eminent British scholar and archaeologist invite a reconsideration of the Samnites' role in history, examining not only their interactions with Rome but also their culture, institutions, and resilience. Given the significance of his studies on ancient Roman history, his approach might offer a more balanced view of ancient Italy's history and the process of the Roman Empire's formation. His authoritative insights raise important questions about the historical undervaluation of the Samnites, a people who, despite their crucial role in Roman expansion, have not received the attention they deserve as a subject of independent study. Of all the peoples and tribes with whom the Romans fought for supremacy in Italy, none was more threatening than the Samnites. Strong and valiant, they possessed a larger territory and a more resolute temperament than any other population on the peninsula. Numerous and brave enough to refuse to submit to Rome, they mounted one of the most determined military and political resistances. Their influence on the Romans was, for a long and crucial period, constant, immediate, and unavoidable: it could be said that they spurred and pushed the Romans toward the path of empire.

In addition to the aforementioned book by Salmon, another noteworthy text is "The Samnites" by Professor Gianluca Tagliamonte, an outstanding Italian archaeologist and expert in military history.




The origins of the samnites

The origins of the Samnites

The origins of the Samnites are shrouded in an archaic period between the 8th and 7th centuries BC, when nomadic populations of warriors and shepherds migrated from the central regions of Italy to the south, settling in the Apennines. Their journey followed the footsteps of a bull consecrated to the god Mars, which guided them to new lands in search of fertile fields and pastures. This founding myth, the Ver Sacrum, culminates in the establishment of a capital and a nation, named after their totem, Bovianum. Thus begins the history of the Samnites.

The oscan tablet

The Oscan Tablet (Tabula Agnonensis)
The Tabula Agnonensis, more commonly known as the Oscan Tablet or the Tablet of the Gods, is a bronze slab from the 3rd century BC, inscribed in the Oscan language and discovered in Capracotta. It was found in 1848 at a site called Fonte del Romito, near the border of the town of Agnone, by a farmer while plowing. In 1873, the tablet was sold to the British Museum in London, where it remains today.

"Ver sacrum"

"Ver Sacrum": The Sacred Spring of the Samnites
The Ver Sacrum, translated as "sacred spring," symbolizes the birth of the Samnite people and the beginning of their history. It is one of their most ancient and significant traditions. This pattern is also reflected in other legends concerning the origins of various Italic populations. In each of these, the story involves a group of young people leaving their original community, guided by a totemic animal.


Territorial organization

Territorial Organization
The territory of the Samnites/Pentri is still characterized today by the presence of fortified centers (or enclosures) built on the tops of hills and mountains, primarily for the purpose of controlling and defending the settlements in the plains and the communication routes, as well as facilitating rapid communication between them using reflected sunlight, smoke signals, and fire at night.




Urban centers in Samnium
Samnite society was one in which community life primarily took place in small villages or hamlets rather than in true urban centers. The mountainous geography of Samnium, while offering some degree of defensibility, did not encourage the development of large, comparable urban centers.



Customs and Habits of the Samnites
The social, political, and religious characteristics that distinguished the Samnites.



Marriage customs of the Samnites
According to ancient sources, the Samnites practiced monogamy and likely endogamy until the time of the Social War.



The role of slaves in Samnium
The role of slaves in Samnium It does not appear that true slavery was very widespread, as evidenced by the writings of ancient authors.



Gladiatorial games of the Samnites
Possible origin and spread of gladiatorial games in ancient Rome, with a particular focus on the role of the Samnites and the Sabellians in this context.



How the Romans described the Samnites
Many Latin writers praised the Samnites as a virtuous and independent people, capable of excelling both in war and peace, and of maintaining a social and political structure based on meritocracy, respect for laws, and the defense of their autonomy. The numerous historical accounts granted the Samnites great dignity, portraying them as one of the most noble and respectable people of ancient Italy.



Military organization of the Samnites
The Romans recognized that the structure of the Samnite army was far superior and more effective, and they learned to adopt its tactics. Polybius explicitly tells us that the Romans, more than anyone else, were capable of learning from their enemies and understanding when they needed to update their military organization.



The name Italy on a coin for the first time
The name ITALIA appeared for the first time in history on a Samnite silver coin, alongside a beautiful female head crowned with a laurel wreath of victory. The coin is now kept in the National Library in Paris



Rome on the verge of capitulating for good
It is said that Hannibal was on the verge of destroying Rome. In reality, this wasn't quite the case, because, as Giovanni Brizzi, the world's leading expert on Hannibal, observes, Hannibal would not have destroyed Rome; he would have reduced it to a city in Latium, but he would not have razed it to the ground. Instead, few remember Pontius Telesinus at the Battle of the Colline Gate, who indeed sought to exterminate Rome and the Romans. In fact, during the Battle of the Colline Gate, the Samnites nearly annihilated Rome forever.



The first confederation of Italic peoples led by the Samnites
During the Third Samnite War, the Samnites decided to form a great alliance with other Italic peoples to diminish the power of the Romans. The Samnites began making treaties with Sabellian peoples, pushing further north and even promoting a league with the Etruscans and the Senonian Gauls.
The Romans realized that all the main Italic peoples had allied against them, creating a moment of great fear in Rome.
The enormous coalition army gathered at Sentinum, an ancient city corresponding to today's Sassoferrato, in the province of Ancona, in the Marche region. At Sentinum, the very existence of Rome was placed in grave danger.



The 'Caudine Forks'
The Battle of the Caudine Forks represents one of Rome's worst defeats, which the Romans would never forgive the Samnites. To avenge the defeat and the humiliation they suffered, they would eventually achieve victory and bring about the complete elimination of the Samnite population.



The "Legio linteata"
Through a complex ritual, a selected group of Samnite soldiers swore an oath of loyalty to the so-called Linteate Legion, in which they consecrated their swords and their lives in battle. This oath took place under the cover of an enclosure draped with linen cloth, from which the name 'Linteate' derives. After this oath, the soldiers were consecrated as warriors devoted to the ultimate sacrifice in defense of their people.



The Social War and the Samnites
During the Social War, the Italic allies rose up against Rome in the 1st century BC, demanding recognition of citizenship. According to Diodorus Siculus, the insurgents established the city of Corfinium as their capital, naming it Italia in opposition to Rome, according to Strabo. In this new capital of the insurgents, a federal Senate was established with representatives from all the Italic peoples participating in the rebellion. Furthermore, it was decided that the new league would be governed by two consuls elected annually; the first two consuls elected were a Marsian and a Samnite.



Silla, exterminator of the Samnites
After an extraordinary career, Sulla became consul in 87 BC and faced the federal army in Samnium, led by two valiant captains, Lamponius and Pontius. Although at the beginning of the battle it seemed that the army of the Italic league would prevail, Sulla gained the upper hand and ordered the execution of six thousand federal soldiers, mostly Samnites. It is said that when the cries of so many unfortunate people caught the attention of the senators gathered in assembly, Sulla urged them not to be distracted from their work, as those being punished were merely rebels. Thus, with Samnium definitively subdued, it became a Roman province after resisting for more than two and a half centuries.