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La guerra sociale e i Sanniti

                          La Guerra sociale (91 - 88  a.C.)
                                     (Mappa concettuale)


Fra i vari studiosi che hanno trattato la Guerra Sociale condivido le riflessioni di Rinaldo Pilla considerato uno dei maggiori esperti e divulgatori dell’antichità,  in particolare del Sannio, vantando una vasta e approfondita produzione letteraria sul tema dell’antichità, con particolare attenzione al periodo del I secolo d.C. e alla storia e alla cultura dei Sanniti.
Pilla offre una riflessione approfondita e stimolante sulla Guerra Sociale, un conflitto cruciale che segnò una svolta nella storia dell'Italia antica e che portò alla nascita del concetto di "Italia" come entità unificata.
Un punto particolarmente interessante è l'analisi delle monete coniate dagli alleati italici durante la guerra, su cui confrontare per la prima volta la parola "Italia". Pilla sottolinea l'importanza simbolica di queste monete, che non rappresentano solo un mezzo di scambio, ma un vero e proprio manifesto politico: il sogno di un'Italia unita e libera dall'egemonia romana. Il riferimento alla parola osca "Víteliú", che significa "terra dei vitelli", e la sua interpretazione metaforica come un giovane toro destinato a crescere forte e robusto, è un esempio eloquente di come le popolazioni italiche hanno cercato di affermare la loro identità e la loro autonomia.
Pilla riesce a collegare in modo efficace la storia del Sannio con la più ampia storia della Guerra Sociale, dimostrando come i Sanniti, con la loro resistenza e il loro spirito indomito, hanno giocato un ruolo fondamentale nella definizione del concetto di federalismo in opposizione al centralismo romano. La città di Bovianum, ad esempio, diventa un simbolo di questa lotta, e la sua sconfitta durante la seconda Guerra Sannitica è vista come un preludio alla ribellione più ampia che avrebbe avuto luogo durante la Guerra.
In sintesi, il brano di Pilla è un prezioso contributo alla comprensione della Guerra Sociale e del suo significato storico. Attraverso un'analisi attenta delle fonti e una narrazione coinvolgente, l'autore riesce a mettere in luce l'importanza di questo conflitto non solo per la storia dei Sanniti, ma per la formazione dell'Italia come entità culturale.
“La Guerra Sociale fu un conflitto che ebbe luogo dal 91 all’88 a.C. tra la Repubblica Romana e diversi dei suoi alleati autonomi (socii) in Italia. Questi alleati, che avevano combattuto a fianco di Roma in diverse guerre, erano diventati insofferenti sotto il dominio autocratico romano e desideravano ottenere la cittadinanza romana e i privilegi ad essa connessi.
Tra questi alleati, i Sanniti hanno svolto un ruolo di primo piano. I Sanniti, un popolo italico dell’antichità che abitava il Sannio e le regioni adiacenti, erano noti per la loro indole guerriera. Durante la Guerra Sociale, i Sanniti si unirono ad altre popolazioni italiche per combattere contro Roma. In particolare, i Sanniti furono tra i principali protagonisti della rivolta di Asculum, che segnò l’inizio della guerra verso la fine del 91 a.C.
Altre città italiane si schierarono rapidamente a favore dei ribelli e la risposta romana fu inizialmente confusa. Tuttavia, i Romani riuscirono a tagliare i ribelli italiani in due, isolandoli in settori settentrionali e meridionali.
Durante la guerra, gli alleati italiani stabilirono la loro capitale a Corfinium, che ribattezzarono Italia. Questa città divenne il centro del governo degli alleati e fu adornata con un nuovo e spazioso foro, una curia e altri edifici pubblici. Tuttavia, prima della fine del secondo anno di guerra, gli alleati furono costretti ad abbandonare la loro nuova capitale e trasferire la sede del governo a Isernia.
La guerra si concluse con la vittoria romana e la concessione della cittadinanza romana a tutti gli alleati italiani che non avevano partecipato alla rivolta o che erano disposti a deporre le armi. Questo evento segnò un punto di svolta nella storia di Roma e dell’Italia.
È interessante notare che è proprio durante la Guerra Sociale che il nome “Italia” inizia ad essere utilizzato per indicare l’intera penisola italiana. Infatti, durante la guerra, gli alleati italiani coniarono monete con la scritta “Italia”, segnando così la nascita del nome del nostro amato paese. Questo è un esempio affascinante di come un evento storico possa avere un impatto duraturo sulla cultura e sull’identità di una nazione.
Parlando in termini ironici, il nome Italia potrebbe risalire alle origini sannite. Infatti, osservando le monete della Guerra Sociale (91-88 a.C.), e in particolare le monete emesse dagli alleati italici della confederazione italica, è possibile scoprire il primo uso registrato della parola Italia.
La rappresentazione di un capo laureato dell’Italia, con la parola osca retrograda Uiletiv, o Víteliú, che significa “terra dei vitelli” e si traduce come Italia in latino, rappresenta il sogno delle popolazioni italiche di opporsi al dominio di una sola città su tutta la Penisola. Questo significa che i Sanniti possono essere considerati tra i primi gruppi etnici che hanno dato il maggior contributo alla costruzione del concetto di federalismo, in opposizione a un regime centralizzato e dittatoriale.
Il nome stesso Víteliú o Vitello potrebbe essere stato scelto per significare che, nonostante fosse giovane, la confederazione italica sarebbe presto cresciuta in un forte toro, in senso metaforico quindi. Questa metafora sottolinea però la forza e la determinazione delle popolazioni italiche nel lottare per la loro autonomia e indipendenza, nonché lo spirito stesso dei Sanniti.
Tito Livio infatti, a proposito della seconda Guerra Sannitica annovera Bovianum come città più forte del Sannio. Bovianum è l’attuale Boiano, in provincia di Campobasso quindi non troppo distante né da Corfinio né da Isernia.
La città di Bovianum fu sconfitta nella seconda Guerra Sannitica, e il suo nome stava a significare bue, ossia un toro castrato per essere reso più mansueto. Proprio da ciò è possibile dedurre che il nome Víteliú o Vitello sia stato scelto per indicare, con tono goliardico nella Guerra Sociale che benché ancora giovane la lega italica questa volta sarebbe presto diventata un toro adulto e forte, ed avrebbe sconfitto Roma e la sua lupa.
La moneta con il capo laureato dell’Italia è un simbolo potente di questa aspirazione. Ogni dettaglio della moneta, dalla scelta del materiale alla precisione della lavorazione, riflette l’importanza di questo sogno per le popolazioni italiche.
In conclusione, la storia del nome Italia è un viaggio affascinante attraverso la storia e la cultura dell’antica Roma. È un promemoria del potere delle idee e della determinazione dei popoli nel plasmare il loro destino.”

Rinaldo Pilla
Rinaldo Pilla è un traduttore e libero professionista nato a Torino, ma originario del Sannio e attualmente risiede a Fermo, nelle Marche. Ha frequentato la Scuola Militare Nunziatella di Napoli per poi conseguire una laurea presso la Nottingham Trent University e successivamente un master in sviluppo e apprendimento umano dopo il suo rimpatrio dagli Stati Uniti. È un autore molto prolifico, che vanta una vasta e approfondita produzione letteraria sul tema dell’antichità, con particolare attenzione al periodo del I secolo d.C. e alla storia e alla cultura dei Sanniti, un popolo italico che si oppose e si alleò con Roma. Tra le sue opere, si possono citare romanzi storici, saggi, racconti e poesie, che mostrano una grande passione e una grande competenza per il mondo antico, e che offrono al lettore una visione originale e coinvolgente di quei tempi e di quei personaggi. Questo autore è considerato uno dei maggiori esperti e divulgatori dell’antichità, e in particolare del Sannio, una regione storica che ha conservato molte testimonianze e tradizioni della sua antica civiltà.


The Social War and the Samnites
During the Social War, the Italic allies rose up against Rome in the 1st century BC, demanding recognition of citizenship. According to Diodorus Siculus, the insurgents established the city of Corfinium as their capital, naming it Italia in opposition to Rome, according to Strabo. In this new capital of the insurgents, a federal Senate was established with representatives from all the Italic peoples participating in the rebellion. Furthermore, it was decided that the new league would be governed by two consuls elected annually; the first two consuls elected were a Marsian and a Samnite.