Legislazione italiana a tutela delle minoranze linguistiche
La legislazione italiana a tutela delle minoranze linguistiche riconosce dodici comunità linguistiche storiche parlanti idiomi ascritti a varie famiglie linguistiche presenti entro i confini della Repubblica italiana e diversi dall'italiano, lingua ufficiale dello stato. Wikipedia
La lingua arbërisht è tutelata in Molise grazie alla legge-quadro n. 482 del 15 dicembre 1999, che riconosce le minoranze linguistiche storiche in Italia. Tuttavia, non esiste una struttura ufficiale dedicata alla comunità arbëreshë. Diverse associazioni locali lavorano per proteggere e valorizzare la cultura arbëreshë, mentre gli statuti regionali di Molise e altre regioni menzionano la lingua e la tradizione arbëreshë. Negli ultimi anni, si è registrata una maggiore consapevolezza del valore della cultura arbëreshë, nonostante il rischio di estinzione della lingua.
In Molise, le aree alloglotte sono caratterizzate da comunità storiche di origine albanese e croata.
- Comunità arbëresh: Si trovano nei comuni di Campomarino, Montecilfone, Portocannone e Ururi, dove si parla arbërisht, una varietà dell'albanese. Queste comunità mantengono tradizioni culturali e religiose uniche.
- Comunità croata: La minoranza croata è presente nei comuni di Acquaviva Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise. Il croato-molisano è un dialetto slavo che persiste principalmente nella tradizione orale.
- Queste aree rappresentano "isole linguistiche" che preservano usi e costumi delle loro origini.
- Origine linguistica: L'arbërisht è una lingua albanese, mentre il croato-molisano è un dialetto slavo, specificamente dello stocavo, risalente al 1400.
- Struttura e lessico: L'arbërisht presenta influenze italiane e ha una struttura morfologica flessiva tipica delle lingue indoeuropee1. Il croato-molisano, invece, mantiene una maggiore aderenza alle caratteristiche del croato standard, con un lessico che riflette la cultura slava.
- Distribuzione geografica: Le comunità arbëreshë si trovano in Basso Molise (Campomarino, Portocannone), mentre le comunità croate sono concentrate in comuni come Acquaviva Collecroce e Montemitro.
- Origini storiche: Deriva dalle migrazioni di comunità slave nel XV e XVI secolo, stabilendosi in Molise, in particolare nei comuni di Acquaviva Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise.
- Tradizione orale: Per secoli, il croato-molisano è stato trasmesso principalmente oralmente, mantenendo caratteristiche uniche rispetto al croato standard. È conosciuto localmente come "na-naˇsu", ovvero "a modo nostro".
- Contatto con l'italiano: Negli ultimi decenni, il croato-molisano ha subito influssi dall'italiano, con adattamenti morfologici e lessicali che riflettono questa interazione. Questo ha portato a una diminuzione della purezza linguistica, ma ha anche contribuito alla sua sopravvivenza in un contesto sociolinguistico complesso.
- Riscoperta culturale: Negli ultimi anni, c'è stata una crescente consapevolezza del valore culturale del croato-molisano, con iniziative per promuovere e preservare questa lingua minoritaria.
- Riconoscimento legale: In Molise, l'arbërisht beneficia della legge n. 482 del 1999, che tutela le minoranze linguistiche. Tuttavia, altre regioni come la Valle d'Aosta e il Trentino-Alto Adige hanno un riconoscimento più robusto e istituzioni dedicate per le lingue minoritarie, come il francese e il tedesco.
- Preservazione culturale: Le comunità arbëreshë in Molise lottano per mantenere viva la lingua attraverso iniziative locali, ma la perdita di competenza linguistica è preoccupante. In contrasto, altre minoranze, come i ladini o i sardi, hanno sviluppato programmi di educazione bilingue più strutturati.
- Influenza dell'italiano: L'arbërisht ha subito forti influssi dall'italiano, simile a quanto avvenuto per altre lingue minoritarie in Italia. Tuttavia, le varietà locali di minoranze come i greci del Salento o i croati del Friuli mantengono caratteristiche più distintive rispetto alle loro lingue d'origine.
- In sintesi, mentre l'arbërisht gode di alcune forme di tutela, la sua situazione è meno favorevole rispetto ad altre lingue minoritarie in Italia.
- Declino dell'uso: La lingua è sempre più trasmessa oralmente e molti giovani non la parlano fluentemente, con una perdita di competenza linguistica tra le nuove generazioni.
- Mancanza di insegnamento: L'assenza di programmi scolastici dedicati all'insegnamento della lingua arbërisht contribuisce alla sua dismissione, rendendo difficile la sua trasmissione culturale.
- Influenza dell'italiano: L'italiano domina nella vita quotidiana, portando a una crescente italofonia tra i parlanti arbëresh, che spesso comprendono l'arbërisht ma non lo usano attivamente.
- Matrimoni misti: I matrimoni tra membri di diverse etnie e lingue riducono ulteriormente l'uso della lingua nelle famiglie, contribuendo alla sua erosione.
- Origini e migrazioni: Gli arbëreshë, discendenti di albanesi migrati in Italia tra il XV e il XVII secolo, hanno portato con sé la loro lingua, che ha mantenuto elementi del tosco e del ghego, le due principali varietà albanesi.
- Isolamento e conservazione: Le comunità arbëreshë si sono sviluppate in aree isolate, permettendo alla lingua di conservare caratteristiche arcaiche e di rimanere relativamente pura rispetto all'albanese contemporaneo, che ha subito influenze turche.
- Influenza dell'italiano: Con il passare del tempo, l'arbërisht ha assorbito prestiti lessicali dall'italiano e dai dialetti locali, riflettendo un processo di code-switching e code-mixing. Questo ha portato a una diversificazione delle parlate all'interno delle comunità arbëreshë.
- Riconoscimento e codificazione: Sebbene la lingua sia stata trasmessa principalmente oralmente per secoli, nel XX secolo sono stati fatti sforzi per codificarla e promuoverla, contribuendo alla sua vitalità culturale.
Queste dinamiche mostrano come l'arbërisht sia un esempio di resilienza linguistica, nonostante le pressioni esterne e interne.
Le caratteristiche uniche della lingua arbërisht rispetto all'albanese moderno includono:
- Conservazione di forme arcaiche: L'arbërisht ha mantenuto tratti linguistici e lessicali simili a quelli dell'albanese parlato secoli fa, conservando vocaboli e strutture grammaticali che l'albanese moderno ha perso o modificato significativamente.
- Isolamento linguistico: Gli arbëreshë, vivendo in comunità isolate, hanno sviluppato una lingua che ha subito minori influenze esterne rispetto all'albanese contemporaneo, mantenendo una forma più pura e tradizionale.
- Prestiti e inflessioni locali: Sebbene l'arbërisht sia di origine albanese, ha incorporato prestiti dall'italiano e dai dialetti locali, creando un lessico ibrido che riflette il contesto culturale italiano. Questo porta a una mancanza di vocaboli per concetti astratti, spesso sostituiti da perifrasi o prestiti.
Le attività culturali promosse per preservare la lingua arbërisht includono:
- Corsi di lingua e cultura: Diverse associazioni locali organizzano corsi per insegnare l'arbërisht e promuovere la cultura arbëreshë tra i giovani.
- Attività religiose: Nelle chiese arbëreshë, le celebrazioni religiose continuano a utilizzare la lingua, contribuendo alla sua trasmissione. I catechismi e le preghiere sono spesso recitati in arbërisht, mantenendo viva la lingua tra le nuove generazioni.
- Eventi culturali: Manifestazioni, conferenze e festival dedicati alla cultura arbëreshë aiutano a sensibilizzare la comunità sull'importanza della lingua e delle tradizioni locali.
- Queste iniziative mirano a garantire la sopravvivenza dell'arbërisht e a rafforzare l'identità culturale della comunità arbëreshë.
♦ Storia del Molise (indice)
Storia delle minoranze linguistiche albanesi e croate presenti nel Molise.
Presenza croato-albanese in Molise
Lo stesso argomento in dettaglio: Croati del Molise.
Alla metà del XV secolo è da attribuire la fondazione di numerosi territori lungo la pianura che volge verso il mare, tra Petacciato e Termoli. Per via del disastroso terremoto del 1456 che distrusse Bojano, Isernia e Campobasso, molti centri della piana verso il mare si spopolarono, e vennero rifondati dai profughi albanesi e croati,fuggiti dopo l'espansione ottomana, successiva alla caduta di Costantinopoli, presa dai turchi nel 1453. Tali popolazioni capitanate da Giorgio Castriota Scanderbeg ripopolarono o fondarono vari villaggi e ancora oggi molte di queste località: Ururi, Portocannone, Palata, San Giacomo degli Schiavoni, Santa Croce di Magliano, Sant'Elia a Pianisi, Acquaviva Collecroce, Montemitro, presentano un carattere orografico del borgo completamente diverso dal classico impianto fortificato dei borghi molisani; oltretutto sono provvisti di una minoranza linguistica albanese o croata. Di religione cristiana, osservavano inizialmente la confessione greco-ortodossa (in particolar modo gli albanesi emigrati dai territori adiacenti alla Grecia), passando a quella cattolica nel corso dei secoli successivi.
LE MINORANZE STORICHE ALBANESI E CROATE IN MOLISE TRA ESTINZIONE E TUTELA
Sportello linguistico del Molise
- Comunità Arbereshe in Molise
- Comunità Serbocroate del Molise
Minoranze linguistiche
Campomarino
Portocannone
Acquaviva Collecroce
Montecilfone
Montemitro
Gli albanesi in Italia
Comunità Arbereshe in Molise
Gli arbëreshë sono una popolazione d'etnia e di lingua albanese proveniente dall'Albania dal XV secolo ed in seguito stabilitasi in buona parte del Mezzogiorno. Le minoranze albanesi in Molise si trovano in Basso Molise: Campomarino (Këmarini), Portocannone (Portkanuni), Ururi (Rùri) e Montecilfone (Munxhufuni).
Cultura arbëreshë: TRACCE DI UN POPOLO
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Acquaviva Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise sono i tre Comuni della provincia di Campobasso dove ancora oggi si conservano la lingua, gli usi e i costumi della stirpe di origine croata.
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