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Costumi e abitudini dei Sanniti



Origini culturali e caratteristiche sociali
Origini culturali e caratteristiche sociali, politiche e religiose che contraddistinguevano i Sanniti.
Struttura Sociale e Politica: La descrizione della società sannita mette in luce una comunità fortemente legata alle tradizioni e alla religione. Le città erano organizzate in gruppi familiari che si dedicavano principalmente all'agricoltura, con una forte influenza dei sacerdoti nella vita quotidiana e nelle decisioni legali, indicando una società teocratica in cui il diritto religioso prevaleva su quello civile. L'assenza di una rigida stratificazione sociale e la mancanza di una vera e propria aristocrazia militare suggeriscono una certa egalitarietà all'interno della società sannita, con una distinzione minima tra senatori e plebei.

Sistema Federale: La struttura politica dei Sanniti era caratterizzata da un'unione federale tra le diverse tribù, che mantenevano una propria autonomia ma collaboravano su questioni economiche, politiche e militari attraverso assemblee nazionali periodiche. Questo sistema federale garantiva una certa coesione tra le tribù, favorita anche dall'uniformità linguistica e culturale. Tuttavia, la federazione sannita non era priva di tensioni, come dimostrano le difficoltà che emergeranno durante i conflitti con Roma.

Religione e Cultura: Il cuore della vita sannita era la religione, che permeava ogni aspetto della loro esistenza. Il brano evidenzia l'importanza dei culti tradizionali, derivati in gran parte dalla cultura sabina e indoeuropea, e il ruolo centrale dei riti religiosi, spesso accompagnati da sacrifici animali. La religione sannita rifletteva una visione del mondo animista, dove ogni aspetto della vita era governato da divinità specifiche. L'importazione del culto di Eracle/Ercole dall'Oriente è un segnale di apertura culturale e di adattamento alle influenze esterne, integrando nuove divinità nel loro pantheon. La venerazione di Marte e Apollo, con i loro oracoli e templi, indica una devozione particolare per divinità legate alla guerra e alla salute, riflettendo i valori centrali della società sannita.

Costumi ed abitudini dei Sanniti: Curiosità
Iriti funebri delle famiglie sannite più importanti erano abbelliti da spettacoli, come i giochi gladiatori, che poi ritroveremo a Roma. Infatti, i Romani acquisiscono dai Sanniti questa usanza, e a partire dal 264 a.C., la parola "sannita" diventerà sinonimo di "gladiatore".  Prima che a Roma, gli spettacoli gladiatori si svolgevano negli anfiteatri sanniti (Celebri quelli di Boiano e di Larino!). Infatti questi erano stati costruiti oltre 350 anni prima del Colosseo.

La donna sannita si occupava di faccende perlopiù domestiche: gestiva la casa, curava i figli, tesseva la lana. Tuttavia, ciò non significa che non si curasse: se poteva permetterselo, non disdegnava di indossare gioielli, soprattutto in bronzo, e di curare particolarmente le acconciature.

L’estetica dell’uomo era caratterizzata dal viso perlopiù rasato, e questa rasatura avveniva in locali aperti al pubblico, dove i barbieri radevano e toglievano i peli da ogni zona del corpo senza badare a chi stava guardando. Questa usanza ci porta a parlare di un’etimologia che riporta Salmon nel suo libro "Il Segno ai Sanniti", riguardante la parola "oscenità". Secondo alcuni autori come AusonioFesto Porfirio, la parola "oscenità" non deriverebbe da "ob scaena", cioè "fuori dalla scena" in greco, ma verrebbe proprio dalla parola "osca" e significherebbe qualcosa "alla maniera osca", quindi qualcosa di particolarmente gretto, greve e poco raffinato.

Tornando alla vita quotidiana e alla mentalità di questi guerrieri pastori, alcuni elementi si desumono soprattutto dal rapporto con la malattia e con la morte. Sappiamo che i Sanniti erano soliti offrire un voto agli dèi con forme in terracotta delle parti del corpo malate, per chiedere loro protezione e guarigione. Per quanto riguarda i morti, avevano l’usanza, come altri Italici, di sotterrarli anziché bruciarli.
 
Sebbene la presenza di centri urbani sia documentata, il Sannio mantiene sempre un assetto prettamente tribale, caratterizzato da villaggi sparsi tipici della cultura pastorale e dell’economia di allevamento.  Ciò che sappiamo che la maggior parte degli insediamenti sorgeva sui monti pronte ed era circondata da mure poligonali che avevano lo scopo principale quello di proteggere il bestiame dai predatori. La posizione scelta assicurava un'ampia visuale e la distanza tra gli accampamenti non superava i 2-3 km in linea d'aria, in modo da garantire il contatto visivo con i clan circostanti e la comunicazione tramite segnali di luce e fumo.

I vari clan controllavano il territorio attraverso una rete estesa e capillare di postazioni fortificate. Potremmo definire lo stato sannita uno "stato diffuso" in cui il potere non risiedeva nei palazzi delle città, ma su tutto il territorio, attraverso il controllo dei pascoli e delle rotte pastorali.

A governare le singole comunità vi erano magistrati chiamati "meddix", mentre il governatore del tuto, cioè l’intero popolo sannita, era un magistrato eletto democraticamente, il "meddix tuticus". Questo era il garante della legge e imponeva la leva militare nella nazione in caso di guerra.

Cultural Origins and Social, Political, and Religious Characteristics that Distinguished the Samnites

Social and Political Structure: The description of Samnite society highlights a community deeply tied to tradition and religion. Towns were organized around family groups primarily dedicated to agriculture, with a strong influence of priests in daily life and legal decisions, indicating a theocratic society in which religious law prevailed over civil law. The absence of rigid social stratification and the lack of a true military aristocracy suggest a certain egalitarianism within Samnite society, with minimal distinction between senators and commoners.

Federal System: The political structure of the Samnites was characterized by a federal union between the different tribes, each maintaining its own autonomy but collaborating on economic, political, and military matters through regular national assemblies. This federal system ensured a degree of cohesion among the tribes, aided by linguistic and cultural uniformity. However, the Samnite federation was not without tensions, as demonstrated by the difficulties that emerged during conflicts with Rome.

Religion and Culture: Religion was at the core of Samnite life, permeating every aspect of their existence. The text emphasizes the importance of traditional cults, largely derived from Sabine and Indo-European culture, and the central role of religious rites, often accompanied by animal sacrifices. Samnite religion reflected an animistic worldview, where every aspect of life was governed by specific deities. The introduction of the Heracles/Hercules cult from the East indicates cultural openness and an adaptability to external influences, integrating new deities into their pantheon. The veneration of Mars and Apollo, with their oracles and temples, shows a particular devotion to deities associated with war and health, reflecting the core values of Samnite society.

Customs and Habits of the Samnites: Interesting Facts

The funeral rites of prominent Samnite families included spectacles, such as gladiatorial games, which later appeared in Rome. In fact, the Romans adopted this custom from the Samnites, and starting from 264 BCE, the word "Samnite" became synonymous with "gladiator." Before Rome, gladiatorial spectacles were held in Samnite amphitheaters (notably those in Bojano and Larino!), which were built over 350 years before the Colosseum.

Samnite women primarily engaged in domestic duties: managing the household, caring for children, and weaving wool. However, this did not mean they neglected self-care; if they could afford it, they were known to wear jewelry, especially bronze, and paid particular attention to their hairstyles.

Men’s grooming habits involved primarily shaved faces, with shaving performed in public establishments where barbers would shave and remove hair from all parts of the body, unconcerned with onlookers. This custom brings up an etymology referenced by Salmon in his book The Sign to the Samnites, regarding the word "obscenity." According to authors such as Ausonius, Festus, and Porphyry, the word "obscenity" does not derive from "ob scaena" (“offstage” in Greek) but rather from the word "Oscan" and would mean something “in the Oscan manner”—thus, something particularly coarse, rough, and unrefined.

Returning to the daily life and mentality of these warrior shepherds, some aspects can be inferred from their relationship with illness and death. We know that the Samnites customarily made vows to the gods by offering terracotta shapes of diseased body parts, asking for protection and healing. Concerning the dead, they had the custom, like other Italic peoples, of burying rather than cremating them.

Although urban centers are documented, Samnium always retained a primarily tribal structure, characterized by scattered villages typical of pastoral culture and a livestock-based economy. Most settlements were located on readily defensible mountain slopes and were surrounded by polygonal walls mainly intended to protect livestock from predators. These locations ensured a broad view, and the distance between encampments did not exceed 2-3 kilometers in a direct line, allowing visual contact with surrounding clans and communication through light and smoke signals.

Various clans controlled the territory through an extensive and well-organized network of fortified posts. We might define the Samnite state as a "diffuse state" in which power did not reside in city palaces but across the territory, through control of pastures and pastoral routes.

Individual communities were governed by magistrates called meddix, while the leader of the entire Samnite people was a democratically elected magistrate, the meddix tuticus. This official was the guarantor of law and enforced military conscription throughout the nation in times of war.