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► Notizie storiche del Molise (Mario Gramegna)
► Origini della Regione Molise (Fioravante Vignone)
► Gli abitanti delle terre dei De Moulins (Fioravante Vignone)
► Presenza storica dei Normanni in Molise
► Il Risorgimento Molisano
► Cronache di Campobasso
► Cronache di Isernia (Davide Monaco)
► I terremoti nel Molise
♦ Il Molise raccontato ai bambini
RAI STORIA - Viaggio in Italia: il MOLISE
ANGELO IOCCO
Raccolta di documentari di Viaggio in Italia Rai storia sul Molise, le sue città, Campobasso e Isernia, i suoi monumenti, il folklore e i ...
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♦ Le origini dei sanniti
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Notizie Storiche
(Da appunti scritti da Mario Gramegna)
Storia del Molise
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La regione cominciò ad uscire dalla preistoria, quando alcuni giovani emigrati dalla Sabina, espulsi dalla loro patria per ridurre il numero della popolazione, vi s'insediarono, fondendosi, con il passare degli anni, con gli aborigeni ¹. Si formò così nel corso dei secoli la stirpe autonoma e forte, emula di Roma nelle lotte per il predominio, la quale fu da Roma domata soltanto dopo una lotta sanguinosa e tenace.
Si chiamano aborigeni i primitivi abitatori di un paese.
Furono questi i Sanniti (dalla parola osca «Samnu» che significa e “consacrati” a Marte, dio della guerra ed espulsi dalla patria nella primavera sacra ossia nella prima vera della vita).
Il Sannio antico ebbe una vasta area, dal mare Adriatico (Ortona) al fiume Fortore, alla Daunia (Puglia), alla Lucania, dalla Campania al Lazio fino al confine col Marsi, Peligni e Marruccini (allora abitanti nell'odierno Abruzzo)
Era costituito di diverse stirpi, tra cui predominavano quelle di origine osca; esse formavano una confederazione (Caraceni, Caudini, Irpini. Pentri e Frentani) per la difesa solidale contro la prepotenza e la cupidigia delle popolazioni vicine e di Roma in primo luogo. Noi ci occuperemo brevemente soltanto dei Pentri e del Frentani, le stirpi del nostri remoti antenati.
I primi ebbero per capitale «Bovianum », che per alcuni studiosi corrisponderebbe alla odierna Bolano, per altri in vece ad altra città nei pressi di Pietrabbondante (ipotest più probabile) o di Duronia. Altre città importanti e di origine pentra furono Isernia (Aesernia). Sepino (Saepinum), Trivento (Terventum). Aquilonia (?), S. Pietro Avellana (Volana) e forse Duronia.
I Frentani invece erano i sanniti del litorale adriatico; essi avevano come centri notevoli per traffici ed anche potenza militare Termoli (Interamnia). Cliternia (tra Portocannone e Campomarino), Larino (Larinum), Gerionum (in agro di Casacalenda) e Kale, l'attuale Casacalenda
Ma quante furono le città frentane e pentre ? Quelle citate hanno tale origine, secondo il parere concorde degli studiosi, ma chi saprà mai dire o provare dove sorgessero Frentanum (presso Limosano?), Velia, Celenina, Meronia, Barulo, Erdonia, Romulea e la famosa Comino ?
Comunque è certo che il Sannio ben presto si trovò a rivaleggiare con Roma, perché i Sanniti, forti tempre di colonizzatori e avidi di dominio, erano anche invidiosi della potenza romana; i Romani invece, rudi e bellicosi mal sopportavano che i Sanniti, più civili ed evoluti potessero un giorno contrastare le loro ambizioni imperialistiche.
Nell'anno 340 a. C. assistiamo finalmente al conflitto: Sanniti fanno una spedizione militare contro Teano, che chiede aiuto a Capua e questa a Roma.
La futura «capitale del mondo» si lascia pregare, ma cede per attuare l'antico sogno di grandezza.
Finge quindi di intervenire presso i Sanniti per risolvere diplomaticamente il conflitto, ma i Sanniti rispondono con immediata ripresa delle operazioni militari. Per i Sanniti Capua rappresenta la conquista della costa tirrenica, per essi che già avevano grande autorità sull'Adriatico; per i Romani Capua significa evitare lo sbarramento sannita e compiere la prima grande tappa verso l'Italia Meridionale.
I Romani più decisi e più forti militarmente occupano Capua e impongono ai Sanniti di desistere. Questi cedono e sperano nella rivincita (dopo dieci anni !) esortati da un uomo nobile e potente, Brutolo Papio.
Anche questa volta però la sorte non è favorevole ai Sanniti costretti ancora ad una umiliante sconfitta, di cui si accusa proprio Brutolo Papio.
I Sanniti
Ma i Sanniti preparano intanto l'impresa che si concluderà con l'ignominia (per i Romani) delle Forche Caudine. Era allora supremo condottiero Caio Ponzio, figlio di Erennio, il quale sfruttando un abile stratagemma fece spargere la voce di essere all'assedio di Lucera..
Nella Valle di Arpaia attese invece in agguato due legioni romane, forti di oltre diecimila uomini; le accerchiò e poteva massacrarli tutti, ma fu generoso in un certo senso, perchè salvò ai Romani la vita, facendoli passare sotto il giogo all'ingresso della valle, a schiena curva e sulla via del ritorno. poteva Caio Ponzio ideare ignominia maggiore in danno dei superbi romani !
Pochi anni dopo però Roma vendicò la sconfitta subita o e depredando Bovianum Vetus, quindi Murganzia (Morcone), Romulea (?) e Trivento; altre città subirono la stessa sorte.
I sanniti non si arrendevano, guidati sempre dall'indomabile Caio Ponzio, che alla fine cadde nelle mani dei Romani, domentichi che quello aveva lasciati liberi i consoli speditogli in espiazione della pace caudina e memori soltanto della umiliazione delle Forche.
L’eroe sannita, offerto prima come bersaglio ai lazzi della plebaglia fanatica, fu decapitato nel circo.
Ci vollero settant'anni prima che il Sannio fosse domato !
Le città del Sannio, un giorno fiorenti di commercio, illustri nelle lettere e nelle armi, erano ormai un cumulo di rovine: i superstiti della lotta riparavano nelle campagne e nei boschi, errabondi e miseri come i progenitori sabini.
Curiosità
Prima che a Roma gli spettacoli gladiatori si svolgevano negli anfiteatri sanniti (Celebri quelli di Boiano e di Larino!). Infatti questi erano stati costruiti oltre 350 anni prima del Colosseo.
Essi però non si arresero, perchè altri avvenimenti li attendevano, protagonisti come sempre i Sanniti, fieri e indomabili. Siamo ormai alla fine: nell'anno 89 a. C. nella Marsica si costituì la lega italica, alla quale aderirono anche i Sanniti.
Il Senato romano però con molta abilità diplomatica varò la legge che estendeva il diritto di cittadinanza alle nazioni italiche alleate di Roma; allora parecchie nazioni ritirarono i propri soldati dall'esercito della lega.
Restarono soltanto i Sanniti, i Marsi e i Lucani.
Silla, divenuto console nell'anno 87 a.C., dopo una portentosa carriera, affrontò nel Sannio l'esercito federale, comandato da due valorosi capitani, Lamponio e Ponzio.
Malgrado che agli inizi della battaglia si profilasse la vittoria dell'esercito della lega italica, Silla ebbe il sopravvento e ordinò l'uccisione di seimila federati, in prevalenza Sanniti.
Si racconta che, avendo i lamenti di tanti infelici destata l'attenzione dei senatori che erano riuniti in assemblea, Silla li abbia esortati a non distrarsi dal loro lavoro, trattandosi di sediziosi puniti !
Così il Sannio definitivamente assoggettato diventò provincia romana, dopo una resistenza di oltre due secoli e mezzo.
Successivamente le vicende storiche della regione si identificarono con la civiltà romana e con gli avvenimenti che a caratterizzarono, anche perché a migliaia i coloni romani vennero nell'antico Sannio, portando con sè costumi, usanze e modi di vivere.
Le invasioni barbariche
poi fecero sentire nefaste conseguenze, non risparmiando le nostre contrade dalle incursioni, dai saccheggi, dalle rapine e dalle uccisioni. Soltanto in epoca longobarda la regione fu incorporata nel ducato di Benevento, anzi secondo alcuni studiosi essa fece parte addirittura del ducato di Spoleto.
Però il Molise cominciò a configurarsi sempre più nella sua entità, quando nel 667 dopo Cristo il valoroso condottiero slavo ALCZECO per dare finalmente una stabile sede ai suoi uomini chiese ospitalità a Grimoaldo, re dei Longobardi, e quindi al figlio di costui, Romoaldo, Duca di Benevento.
Da questi ebbe in beneficio il territorio che da Sepino, comprendendo Boiano, va fino ad Isernia, ed assunse il titolo di castaldo ovvero di amministratore.
Fu appunto questo il primo nucleo di una unità feudale, che successivamente, sotto i Normanni, assumerà il nome di Contea di MOLISE.
Infatti la conquista normanna lasciò nella storia del Molise le tracce più profonde !
Nel 1059, ridotti in suo potere Ielsi e Guglionesi, Goffredo, fratello di Roberto il Guiscardo, occupò tutta la zona l compresa tra i due paesi.
In questo periodo storico si formano le due maggiori unità feudali: la Contea di Molise e la contea di Loretello (corrispondente al territorio di Rotello). E nei documenti dell'epoca troviamo adoperati indifferentemente le denominazioni di Conte di Molise, di Boiano o d'Isernia.
Ma perchè la Contea fu detta di Molise ?
Alcuni sostengono che il nome sia derivato dalla famiglia di Molisio oppure de Molinis o anche Marchisio; altri, come lo storico Giannone, ritiene che la denominazione derivi da Molise, città antica del Sannio (??
Da cui prese il nome la famiglia Molise poi estinta.
Vi sono ancora altre tesi, tutte più o meno accettabili, ma è certo che la famiglia di Molisio, che Conte di Boiano, fu potente e assai temuta.
Tale famiglia, le cui vicende complesse e interessanti hanno appassionato molti studiosi, si estinse nel 1326 con Guglielmo di Molisio, che morì senza prole maschile.
Sotto il dominio degli Svevi, degli Angioini, degli Argonesi e dei Borboni la storia del Molise non si discosta dalla storia generale del Regno di Napoli, in quanto la sua appartenenza alla Terra di Lavoro risulta accertata fino a 1550, quando per i privati interessi del principe do Riccia, Luigi Martino di Capua Altavilla, il contado di Molise fu annesso alla Capitanata (odierna Puglia).
A questo punto, per lumeggiare e il lustrare meglio i motivi del distacco successivo del Molise dall'Abruzzo, è necessario far osservare che fino al 1806, per circa otto secoli quindi, il Contado di Molise non ebbe alcuna attinenza, alcuna comunanza col vicino Abruzzo.
Infatti il 27 settembre 1806 il re di Napoli, Giuseppe Napoleone, con proprio decreto stabiliva il distacco del Contado il Molise dalla Capitanata.
In quella occasione gran peso esercitarono sulla volontà del re i due grandi molisani Vincenzo Cuoco da Civitacampomarano e Giuseppe Zurlo da Baranello.
Da allora il Molise ha subìto ancora rettifiche di superficie, avendo dovuto, ad esempio cedere, nel 1861, ben 15 Comuni dell'alta valle del Fortore per formare la provincia la di Benevento, perdendo, anche se con il compenso di 12 Comuni della zona del Volturno, oltre 28 mila abitanti.
Con la proclamazione del Regno d'Italia nel 1861 fu aggregato all'Abruzzo col quale in verità la convivenza di cento anni ha rinsaldato vincoli di amicizia che fanno onore alle Popolazioni delle due regioni, schiette e cordiali, buone e gentili, degne in tutto di essere tenute nella massima considerazione. Con l'articolo 1 della legge costituzionale n. 3 del 27 dicembre 1963 il testo costituzionale fu modificato prevedendo la separazione dei territori di Abruzzo e Molise in due distinte regioni dando la completa autonomia amministrativa al Molise.
I Terremoti nel Molise
- Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456, verificatosi nel Sannio con epicentro a Pontelandolfo. L'intensità fu dell'XI grado della scala Mercalli, causando la distruzione di nuclei medievali della Campania, del territorio di Isernia e di Campobasso.
- Terremoto del 1805, detto anche di "Sant'Agata". Si verificò con magnitudo di oltre 6 gradi della scala Richter, nel massiccio del Matese, vicino a Bojano, distruggendo molti centri del campobassano. La ricostruzione avvenne usando il criterio dell'arte neoclassica.
- Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1984, due eventi sismici tra 5.5 e 5.9 della scala Richter con epicentro tra Lazio, Abruzzo e Molise colpiscono in particolare la Valle del Volturno, in provincia di Isernia, provocando danni.
- Terremoto del Molise del 2002, con epicentro a San Giuliano di Puglia, al confine tra Molise e Puglia, con magnitudo poco superiore al grado 6. Tra i vari danneggiamenti, ci fu il crollo della scuola elementare di San Giuliano, provocando morti tra i bambini.
Fu il terremoto più disastroso che la storia del Molise ricordi, verificatosi la notte del 26 luglio, per questo detto anche di "Sant'Agata". Verificatosi con epicentro nel massiccio del Matese, tra Bojano e Benevento, la magnitudo della scossa fu di circa 6,6° della scala Richter; il patriota Gabriele Pepe nel suo "ragguaglio" precisò che Campobasso subì danni ingentissimi tanto da dover essere ricostruita quasi daccapo, più a valle, presso la piana dei Celestini, con un innovativo programma edificatorio alla francese, dato che vigeva il governo di Gioacchino Murat. Il disastro comportò oltre 5000 morti e oltre 1000 feriti: i centri di Bojano, Campobasso andarono distrutti, insieme a Campochiaro, Castelpetroso, San Polo Matese, Bonefro, Baranello. Non solo la provincia di Campobasso venne irrimediabilmente compromessa con danni ingenti, ma l'entità della scossa arrivò anche a Isernia e Agnone, sicché edifici come la Cattedrale ad esempio dovettero essere ricostruita. Oltre al gran numero di vite umane mietute, anche una parte del volto artistico del Molise, medievale, barocco e rinascimentale, fu completamente cancellato con la successiva ricostruzione.
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