Risorgimento nel Molise
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Tra i patrioti molisani, che contribuirono alla causa del Regno d'Italia, si ricordano: Nicola Campofreda e i figli Antonio, Luigi, Achille, Girolamo Pallotta di Bojano, Francesco de Feo.
Si ricorda il massacro di Isernia del 17 ottobre 1860, in cui perse la vita Giuseppe Suriani, la cui vicenda fu raccontata anche nel libro Signora Ava (1942) di Francesco Jovine; appassionate le pagine in cui si rievoca la morte del Suriani, e la sua testa mozzata affissa dai soldati borbonici presso la fontana Fraterna in piazzale della Concezione a Isernia, riconosciuta dal soldato garibaldino Domizio Tagliaferri, che aveva partecipato alla battaglia di Pettoranello, e condotto nel carcere del Forte di Gaeta.
Si ricorda la figura di Francesco de Feo, pieno di ideali liberali, che si imbarca sul vapore "Maria Cristina" per soccorrere i liberali lombardi, il 29 maggio 1848, tornando poi nel suo paese di Mirabello Sannitico, schedato come attendibile. Studiando, il De Feo si allea con Nicola de Luca e aderisce a un circolo massonico fondato da Giuseppe Demarco di Paupisi, il 20 agosto 1860 quando Giuseppe Garibaldi entra a Napoli, il De Feo issa la bandiera del Tricolore sopra il castello Monforte di Campobasso.
Quando il re Vittorio Emanuele II passa per il Molise, visitando il Regno conquistato, per incontrare Garibaldi a Teano, il 24 ottobre 1860 passa a Venafro e riceve Francesco de Feo, nominandolo sottintendente di Isernia, mentre il De Luca è confermato sottogovernatore del Molise, militando a Campobasso. Il De Feo si impegnerò anche nelle lotte al brigantaggio molisano dopo l'Unità.
L'esempio di Nicola Campofreda e Girolamo Pallotta
In Molise si ricorda la Banda Valrdarelli, soppressa nel 1818, che uccise il padre del comandante albanese Nicola Campofreda di Portocannone (CB), che nel periodo di subbuglio del 1820 e del 1848 spalleggiava i liberali abruzzesi Dragonetti, Leopardio, Spaventa, De Santis, De Caesaris. Nel 1848 il Campofreda prende parte alla rivolta di Casacalenda, Nicola e il figlio Achille Campofreda sono accusati di cospirazionismo. Il 4 settembre 1860 l'anziano Nicola parte dalla patria Portocannone con i figli Achille e Luigi, inviando a Isernia 200 volontari per la causa d'Italia, una nuova carneficina viene sventata dalla lettera inviata dallo stesso Garibaldi da Napoli, che impone alla municipalità borbonica di innalzare il Tricolore.
Non sarà così per i fatti d'arme di Carpinone e Pettoranello, il 17 ottobre, che si risolve in un massacro. Il Capitano D.Achille Campofreda riuscì a salvare i suoi con una strategica ritirata sotto il fuoco nemico. Girolamo Pallotta è legato alla battaglia di Pettoranello, nativo di Bojano; nel 1860 egli si dichiarò prodittatore del governo provvisorio, come avvenne con Clemente de Caesaris di Penne per il governo degli Abruzzi. Dimessosi per lasciare l'incarico a Nicola de Luca, dopo i fatti di Isernia, il Pallotta progettò una battaglia contro i borbonici a Pettoranello per spianare la strada verso Capua, tuttavia non aveva abbastanza volontari. Lo stesso Garibaldi intimò al Pallotta di non attaccare, in attesa dell'arrivo delle truppe del generale Enrico Cialdini, ma il colonnello Francesco Nullo, al seguito di Pallotta, disobbedì, andando incontro alla disfatta.
Risorgimento molisano (Davide Monaco)
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Per chi volesse contattare l'autore, di seguito è riportato l'indirizzo di Posta Elettronica (E-Mail):
davide.monaco@tin.it
Davide Monaco è un architetto molisano che vive e lavora nella sua terra d’origine. Legato molto a i luoghi dei suoi natali, si è sempre adoperato a far conoscere le potenzialità culturali e turistiche del territorio. Dagli anni ’80 collabora con diverse riviste mensili anche a carattere nazionale scrivendo articoli e saggi sulla storia di importanti monumenti e siti archeologici. Con l’avvento dell’era digitale, a metà degli anni ’90 del secolo scorso, proprio agli albori del World Wide Web, ha creato portali informativi sulle emergenze archeologiche molisane, come i siti web sul suolo paleolitico “Isernia – La Pineta” (1996) e sugli scavi dell’antica Abbazia di San Vincenzo al Volturno (1997). Alla fine del millennio, ha pubblicato il portale “SANNITI” (1999), anche in lingua inglese, che rimane ancora oggi il riferimento in rete più esaustivo sull’epopea di quell’antico popolo italico. Negli ultimi anni ha pubblicato due volumi: “Cronache d’Isernia di fine secolo XIX” e “Cronache d’Isernia d’inizio secolo XX” dove, in oltre mille pagine di storia di quell’antica città, racconta avvenimenti tratti da articoli di giornali locali di fine ‘800 e inizio del secolo successivo. “... dopo quasi un secolo e mezzo, la lettura di quegli articoli riporta in auge storie ormai dimenticate che tornano ad essere lette non più per informare sugli accadimenti ma per testimoniarli”. Prendendo spunto dai fatti criminosi riportati nelle “Cronache” ha realizzato il romanzo “Il cacciatore di briganti” edito nel 2020.