Intervento Fioravante Vignone
Nel condividere pienamente il contenuto degli interventi di Oreste Rutigliano e di Gianluigi Ciamarra, mi voglio soffermare su alcuni temi emersi durante la discussione ossia l’indispensabilità della tutela del paesaggio inteso sia come il fondamentale se non proprio l’unico soggetto e movente del Turismo sia come matrice e fondamento dell’identità delle popolazioni che abitano un territorio.
Come già fatto presente da Oreste Rutigliano, esso non è più quello di alcuni decenni addietro e risulta già molto compromesso dalle trasformazioni avvenute a partire dagli anni 60 del secolo scorso e da una gestione delle attività edilizie e produttive totalmente indifferente alla conservazione delle sue caratteristiche di pregio. Più di recente ne costituisce un esempio scandaloso la politica dell’eolico che la Regione Molise ha sviluppato nel passato e continua a perseguire nel presente, che ha già prodotto, almeno per i prossimi decenni, danni gravissimi e irreversibili al paesaggio di molti territori e che si annuncia ancora più permissiva e devastante per il prossimo futuro, come giustamente illustrato dall’Avv. Ciamarra.
Gli impianti eolici sono quanto di peggio si possa concepire e realizzare in danno dei territori e delle loro possibilità di sviluppo, perché essi non solo ne distruggono la bellezza ma ne annientano l’immagine ossia il contenuto storico, culturale e sentimentale così come esso appare alla coscienza dell’osservatore-fruitore. La forza e l’impatto semantico di tali installazioni dalle dimensioni enormi, che accentuano la loro presenza attraverso il monotono movimento delle pale, quasi soggetti animati che invadono gli spazi affermando il loro predominio su ogni altra cosa, è incontrastabile. La loro presenza dà un nuovo significato ai territori, il paesaggio, completamente riconnotato non è più quello che piacevolmente comunica la storia del territorio e della cultura delle popolazioni che lo abitano e lo avevano abitato, genuino e, se vogliamo, fortemente attrattivo e quindi risorsa da spendere per il risveglio economico dei territori, ma, ahimè, quello di luoghi conquistati da soggetti estranei, lontani e potenti, che con forza ed arroganza (sempre contro la volontà delle popolazioni locali) hanno imposto a tutti e a tutto i loro interessi, annichilendo i caratteri identitari dei luoghi e la dignità delle genti.
Il paesaggio è la fonte e la matrice dell’identità delle popolazioni e questa è fondamentale per ogni azione che voglia essere efficace nello sviluppo di un territorio. Se una comunità non ha senso di sé, non sente di essere accomunata dalla stessa storia e dallo stesso destino, non può né difendere né promuovere i propri interessi.
La conservazione dei caratteri identitari e il conseguente recupero del proprio orgoglio è pertanto fondamentale e strategica nella prospettiva dello sviluppo economico e soprattutto turistico del Molise. In quanto questo non può che scaturire in loco, per essere vero e duraturo.
Se oggi lamentiamo situazioni di degrado del paesaggio e giustamente lo attribuiamo all’incapacità dei nostri gestori politici che non hanno mai saputo ben governare le attività sul territorio, perché da sempre privi di quella visione strategica indispensabile per avere politiche coerenti di sviluppo economico, bisogna trovare il modo per cambiare questa situazione.
La politica si modella e si conforma agli input che provengono dalla società; se questa, essenzialmente per miseria economica, non è stata in grado, fino ad oggi non lo è stata, di sviluppare positive forme di economia diffusa capaci di influenzare la politica, la nostra iniziativa deve porsi l’obiettivo di conseguire tale obiettivo, altrimenti si rischia di non conseguire risultati.
Bisognerà fare di tutto per far nascere una consapevolezza diffusa tra le forze sociali e produttive e più estensivamente nella maggior parte della popolazione, della nostra specificità regionale e delle nostre potenzialità di sviluppo e per far questo bisogna acquisire visibilità e peso “politico”.
Dare spazio ad attività di informazione, educazione e promozione che siano ben veicolate da un soggetto forte e credibile che si dovrà necessariamente formare come collettore di soggetti singoli rappresentativi e di soggetti collettivi quali le libere associazioni presenti in regione e fuori ma aperto anche ai comuni e a eventuali altre entità, tutte però compatibili con la nostra natura di soggetto libero, indipendente e democratico.
Sarà pure indispensabile costituirsi in Onlus e ciò per dare anche consistenza materiale alle attività di promozione altrimenti impossibili da realizzare quali la progettazione e la realizzazione iniziative concrete e interventi sul territorio, di ogni genere e natura purché utili al conseguimento degli obiettivi prefissati, in modo da poter diventare sempre più visibili, esemplari, provocatori e determinanti nell’orientamento delle politiche di sviluppo regionali.
Nel condividere pienamente il contenuto degli interventi di Oreste Rutigliano e di Gianluigi Ciamarra, mi voglio soffermare su alcuni temi emersi durante la discussione ossia l’indispensabilità della tutela del paesaggio inteso sia come il fondamentale se non proprio l’unico soggetto e movente del Turismo sia come matrice e fondamento dell’identità delle popolazioni che abitano un territorio.
Come già fatto presente da Oreste Rutigliano, esso non è più quello di alcuni decenni addietro e risulta già molto compromesso dalle trasformazioni avvenute a partire dagli anni 60 del secolo scorso e da una gestione delle attività edilizie e produttive totalmente indifferente alla conservazione delle sue caratteristiche di pregio. Più di recente ne costituisce un esempio scandaloso la politica dell’eolico che la Regione Molise ha sviluppato nel passato e continua a perseguire nel presente, che ha già prodotto, almeno per i prossimi decenni, danni gravissimi e irreversibili al paesaggio di molti territori e che si annuncia ancora più permissiva e devastante per il prossimo futuro, come giustamente illustrato dall’Avv. Ciamarra.
Gli impianti eolici sono quanto di peggio si possa concepire e realizzare in danno dei territori e delle loro possibilità di sviluppo, perché essi non solo ne distruggono la bellezza ma ne annientano l’immagine ossia il contenuto storico, culturale e sentimentale così come esso appare alla coscienza dell’osservatore-fruitore. La forza e l’impatto semantico di tali installazioni dalle dimensioni enormi, che accentuano la loro presenza attraverso il monotono movimento delle pale, quasi soggetti animati che invadono gli spazi affermando il loro predominio su ogni altra cosa, è incontrastabile. La loro presenza dà un nuovo significato ai territori, il paesaggio, completamente riconnotato non è più quello che piacevolmente comunica la storia del territorio e della cultura delle popolazioni che lo abitano e lo avevano abitato, genuino e, se vogliamo, fortemente attrattivo e quindi risorsa da spendere per il risveglio economico dei territori, ma, ahimè, quello di luoghi conquistati da soggetti estranei, lontani e potenti, che con forza ed arroganza (sempre contro la volontà delle popolazioni locali) hanno imposto a tutti e a tutto i loro interessi, annichilendo i caratteri identitari dei luoghi e la dignità delle genti.
Il paesaggio è la fonte e la matrice dell’identità delle popolazioni e questa è fondamentale per ogni azione che voglia essere efficace nello sviluppo di un territorio. Se una comunità non ha senso di sé, non sente di essere accomunata dalla stessa storia e dallo stesso destino, non può né difendere né promuovere i propri interessi.
La conservazione dei caratteri identitari e il conseguente recupero del proprio orgoglio è pertanto fondamentale e strategica nella prospettiva dello sviluppo economico e soprattutto turistico del Molise. In quanto questo non può che scaturire in loco, per essere vero e duraturo.
Se oggi lamentiamo situazioni di degrado del paesaggio e giustamente lo attribuiamo all’incapacità dei nostri gestori politici che non hanno mai saputo ben governare le attività sul territorio, perché da sempre privi di quella visione strategica indispensabile per avere politiche coerenti di sviluppo economico, bisogna trovare il modo per cambiare questa situazione.
La politica si modella e si conforma agli input che provengono dalla società; se questa, essenzialmente per miseria economica, non è stata in grado, fino ad oggi non lo è stata, di sviluppare positive forme di economia diffusa capaci di influenzare la politica, la nostra iniziativa deve porsi l’obiettivo di conseguire tale obiettivo, altrimenti si rischia di non conseguire risultati.
Bisognerà fare di tutto per far nascere una consapevolezza diffusa tra le forze sociali e produttive e più estensivamente nella maggior parte della popolazione, della nostra specificità regionale e delle nostre potenzialità di sviluppo e per far questo bisogna acquisire visibilità e peso “politico”.
Dare spazio ad attività di informazione, educazione e promozione che siano ben veicolate da un soggetto forte e credibile che si dovrà necessariamente formare come collettore di soggetti singoli rappresentativi e di soggetti collettivi quali le libere associazioni presenti in regione e fuori ma aperto anche ai comuni e a eventuali altre entità, tutte però compatibili con la nostra natura di soggetto libero, indipendente e democratico.
Sarà pure indispensabile costituirsi in Onlus e ciò per dare anche consistenza materiale alle attività di promozione altrimenti impossibili da realizzare quali la progettazione e la realizzazione iniziative concrete e interventi sul territorio, di ogni genere e natura purché utili al conseguimento degli obiettivi prefissati, in modo da poter diventare sempre più visibili, esemplari, provocatori e determinanti nell’orientamento delle politiche di sviluppo regionali.