Il turismo enogastronomico

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Il turismo enogastronomico

E’ praticamente impossibile marcare distintamente in Italia le destinazioni turistiche del prodotto enogastronomico sia per il carattere di sovrapposizione e trasversalità con gli altri prodotti turistici che per la vastissima diffusione del prodotto stesso. Questa difficoltà è più rilevante per la definizione dell’offerta ricettiva che non per la domanda per la quale, sia come motivazione che come attività praticata, l’enogastronomia muove numerose schiere di turisti “golosi”. Un indicatore di offerta, comunque rilevante, è quella delle imprese che esercitano sui territori, e quindi i ristoranti ed i bar presenti nelle singole aree di riferimento, e come termine qualitativo e di notorietà si possono considerare le citazioni di questi esercizi nelle guide specializzate. La presenza cospicua di ristoranti e bar sul territorio nazionale conferma la vasta diffusione e trasversalità del prodotto. Sono, infatti, 89.136 i ristoranti registrati in Italia e addirittura 141.410 i bar. Anche la distribuzione omogenea di tali imprese per macro-aree ne attesta la presenza diffusa anche nelle regioni (in misura proporzionale alla loro area). In assoluto, è la Lombardia la regione dove si concentra la maggior offerta enogastronomica (11.901 ristoranti e 25.031 bar); seguono per numerosità il Lazio, la Campania, il Veneto e la Toscana. Anche le citazioni dei ristoranti sulle guide specializzate confermano in testa la Lombardia (923 citazioni), seguita stavolta dalla Toscana (713) e dal Piemonte (610). Centro Studi sui Sistemi Turistici Università degli Studi del Molise 37 La crescita delle imprese di ristorazione nell’ultimo triennio, complessivamente del +26,6%, è più evidente nel Lazio (+42,3%), in Toscana (+33,5%) ed in Sardegna (+31,1%), e più genericamente nel Centro (+35,8%) e nel Sud Italia (+28%). La motivazione enogastronomica nella scelta della destinazione di vacanza degli italiani ha mosso nel 2004 ben 338.000 vacanzieri, con un tasso di crescita del 30,5% rispetto all’anno precedente. A questi vanno, poi, aggiunti i turisti che, seppur mossi da altre motivazioni di vacanza, durante il soggiorno effettuano consumi legati al prodotto, cioè degustano i prodotti tipici locali. Tale attività coinvolge, infatti, bel l’8,6% dei turisti italiani, ovvero circa 1.570.000 individui. Se l’importanza del prodotto sul mercato italiano risulta culturalmente data un po’ per scontata, all’estero la rilevanza delle mete e delle proposte di viaggi enogastronomici appare addirittura più evidente. Infatti, il 29,3% dei Tour Operator europei che vendono l’Italia vedono le proposte enogastronomiche in crescita longitudinale sia rispetto al 24,1% del 2004 che al 16,2% del 2003. Nell’ultimo triennio, sono state le mete della Toscana quelle maggiormente vendute in Europa dalla commercializzazione intermediata, sia per la loro notorietà territoriale spesso coincidente con i prodotti tipici (es. Chianti) sia per l’organizzazione turistica del prodotto. A seguire si trovano, poi, il Piemonte e la Sicilia che nel 2005 ha superato l’Emilia Romagna. Vi è da segnalare come il Molise, nonostante le sue tradizioni culinarie, sia pressoché assente in tale segmento di mercato.