Contributo di Oreste Rutigliano
Promotore del progetto Molise, Turismo e Sinergie
Denuncia dei casi di deturpazione del paesaggio e connessi rischi
PERDITA CARATTERI IDENTITARI
Tra i pregi del patrimonio paesaggistico italiano va primariamente annoverata la varietà e diversità dei paesaggi che si susseguono entro un quadro geomorfologico a sua volta ricchissimo.
I caratteri identitari si colgono direttamente già da quando si percorrono strade e vie di comunicazione che innervano una Regione od una provincia.
Tra di essi vanno annoverati tutti quegli elementi che accompagnano storicamente il viaggiatore: edicole, croci viarie, chiesette, edifici principali di grandi tenute (posti direttamente sulla strada per annunciarne l’importanza) ed a seguire case cantoniere (che vennero concepite l’una dall’altra diversa a seconda delle Regioni attraversate), stazioni, caselli ferroviari, alberate stradali, boschi e alberature etc.. E poi naturalmente l’architettura rurale ovunque sparsa, ma sempre visibile anch’essa dalle vie di comunicazione.
1 DISTRUZIINE PROGRESSIVA DELLA ARCHITETTURA RURALE
A questo proposito va registrato il più grave delitto compiuto contro il Molise e contro la sua identità: l’abbandono delle case rurali al loro destino di decadenza e crollo oppure alla loro trasformazione in edifici pseudo moderni ove collocare serrande, portoni in alluminio, aggiunte incoerenti di ogni tipo.
Bisogna denunciare con forza che il Molise ha cancellato, e sta cancellando, una vera e propria civiltà della pietra, nella quale una Regione, pur povera, aveva evidenziato una inusitata ricchezza espressiva sia nei vari accorpamenti dei volumi che nelle soluzioni date agli ingressi, ai movimenti delle facciate, etc etc..
Non solo, ma la qualità stessa della pietra, sempre chiara, splendente, ben lavorata ed in varie forme, sapientemente sovrapposta, accostata ed evidenziata offriva la vera identità del Molise, capace di gareggiare e vincere anche rispetto a Regioni delle quali casali e masserie sono oggi oggetti ricercati, curati e vissuti, capaci di segnare la rinascita turistica ed economica delle plaghe più famose d’Italia e d’Europa.
2 URBANISTICA NEGATA, SPARPAGLIAMENTO EDILIZIO E NUOVE ARCHITETTURE BANALI, INCOERENTI E FUORI SCALA
Quanto rimane della civiltà della pietra è ulteriormente oltraggiato dallo sparpagliamento della nuova edilizia che si colloca volgarmente a fianco delle vecchie case, con volumi sempre eccessivi e con architetture dettate e mutuate dall’industrializzazione dei materiali edilizi.
A fronte di uno scarso numero di abitanti, colpisce l’esagerata presenza di “spazzatura edilizia”.
Frutto peraltro di un abbandono pur comprensibile dei centri storici, con una sorta di scivolamento a valle delle residenze e degli abitanti.
3 PIANIFICAZIONE URBANISTICA
A) Quasi sempre girando per il Molise si rilevano le peggiori conseguenze di una pianificazione urbanistica trascurata e disattesa, entro la quale si inverano i fenomeni sopra citati.
Mettiamo per ora da parte i casi delle città: Campobasso, Isernia, Termoli, dove il caos urbanistico, e' visibile nella sostituzione edilizia selvaggia, entro una maglia urbanistica nata nei primi del novecento, costretta ad accogliere palazzi di cinque/sei piani. Mentre a questo spettacolo indecoroso, angosciante, si sommano periferie senza alcun disegno, se non quello di addossarsi alle vie principali esistenti in uscita dalle rispettive citta.
Ciò non bastasse le infrastrutture stradali portanti di livello regionale si addossano violente ai margini delle piccole città.
Mi piace qui citare il caso di Isernia, la cui palese “forma urbis”, adagiata su un rilievo disegnato da due fiumi convergenti a valle si estende appunto in tale direzione fino a a firmare un triangolo isoscele. Palese e interessante da qualunque punto di vista lo si osservi.
E cosa ne e' stato fatto di tale singolarità e bellezza. E' stata violentata ed oscurata dall’ospedale e da altri possenti edifici collocati forzatamente e senza senso al vertice del triangolo. Sbarramento cementizio alla vista più bella di un po' centro storico di forte personalita.
Mentre un groviglio di viadotti si attorcigliano proprio alla base del caratteristico altopiano inclinato.
Discorsi analoghi si potrebbero fare per Termoli e per Campobasso. Ma oramai inutili. Se non come atti di accusa verso classi politiche oramai dimenticate e sepolte.
b) L’asse principale di penetrazione del Molise, tra Venafro e Campobasso, induce alla convinzione che si tratti di una Regione ad alta densità industriale e commerciale.
Si pensi alle tre aree industriali quasi contigue di Bojano-Campochiaro, Guardiaregia e Vinchiaturo, tutte inutilmente addossate alla strada, invece di essere sistemate secondo una visione paesaggistica.
Non esiste una sola conca montana esente da zone industeiali.
Mi piace qui ricordare lo scandalo di 3 aree industriali nella conca del Carpino.
Di cui una che grida vendetta ai piedi di Pesche. Un paese che poteva considerarsi la .Erice.del Molise. Sporcata perfino dalla Università con aule a forma di soliti parallepipedi.
Ora anche la Conca del Tammaro con Saepinum Altilia ha il suo inutile immondo capannone.
Bianco enorme prefabbricato con bandiere sventolanti vende come e' giusto ogni tipo di materiale edile, per tutti i nuovi scempi che ci attendono certamente ancora per decenni.
Ciò non bastasse, e pur in presenza di decine e decine di capannoni vuoti, si continuano a costruire edifici industriali più o meno grandi, ai lati della superstrada, per esempio tra Castelpetroso e San Massimo, che da una parte prospettano nuove situazioni di pericolo per il traffico e dall’altro interrompono una delle visioni più caratteristiche e potenti del Molise e cioè la pianura della conca montana che improvvisamente si innalza fino alle quote dei duemila metri del Matese.
In conclusione, in Molise tutto, ma in particolare la provincia di Campobasso, viaggia su un declivio banalmente ed inutilmente distruttivo dei suoi caratteri originari in tutti i luoghi in cui gli abitanti, pur non aumentando, vivono in numeri consolidati.
Mentre allo stesso tempo è palesemente afflitto da spopolamento nei paesi e nei borghi di più piccola consistenza, o di più difficile collegamento.
Una nuova piaga si aggiunge con l’abbandono e crollo di intere parti di paesi, che pure rivestono e potrebbero rivestire grande valore nel rilancio turistico del Molise.
C )
È pur vero che il Molise si giova di vastissime aree montuose, come il Matese, e di altrettante aree alto collinari del preappennino sannita (i Monti del Sannio, la Montagnola di Frosolone, etc.).
E qui molto vi sarebbe da scavare e scoprire per riportare alla luce quei caratteri identitari che, fino a questo momento, abbiamo detto brutalmente negati.
Lungo un dedalo infinito di strade di campagna, un tempo mulattiere dedicate alla cura dei campi, si incontrano ancora molte contrade, borghi e borghetti, vecchi casini rurali, prati e boschi in magnifica alternanza, versanti baciati dal sole che prospettano magnifiche vedute verso i monti o dominano alte verso il piano.
Anche qui tutto è abbandono, improvvisazione e contaminazione.
Domina l’abbandono degli edifici e dei borghetti destinati presto a perire.
Anche qui non mancano nuove costruzioni dalle forme inguardabili.
Mentre ti illudi di aver finalmente imboccato quel lungo percorso capace di stupirti e di portarti a conoscere il vantato Molise delle terre incontaminate, ecco d’improvviso, a rompere il sospirato incanto, i capannoni per l’allenamento intensivo dei polli.
Capannoni non alti, ma lunghi dai 100 ai 200 metri, che necessitano di movimenti di terra per la loro sistemazione in piano e che negano doppiamente la favola delle terre incontaminate e dei cibi genuini.
Produttori di “cibo spazzatura”, che più spazzatura non si può, laddove il turista si attende ben altro.
Ed inoltre in quantità e densità tali da far temere realisticamente gravi conseguenze di infezioni di aviaria, pericolose per gli animali e per gli uomini.
D )
Dove sono i prg dei paesi, i piani regolatori delle città, il piano di coordinamento provinciale e territoriale.
Dove sta il Piano Paesistico.
Ultima tra le regioni prima della Vallee', ultimissima per civiltà giuridica ed urbanistica. Per rispetto del paesaggio. Per la cura della sua vera occasione di riscatto che noi tutti ravvisiamo nel turismo.
F )
In questo quadro certamente grave e preoccupante, da oltre 15 anni, sì aggiungono le scorrerie barbare dei signori del vento e del sole.
Hanno mai ascoltato, osservato, chiesto notizie, riflettuto i nostri amministratori!
Se lo avessero fatto, se avessero guardato all arrivo delle prime gigantesche pale eoliche avrebbero fatto muro invalicabile a questo ulteriore attacco alla identità della Regione " incontaminata".
Ed invece siamo ancora qua a nulla poter costruire, ma eternamente a combattere contro i signori del vento e i tanti collusi loro alleati. Alleati nella razzia e nella distruzione finale.
OR