Il turismo verde Negli studi di mercato, il turismo verde rientra nel più esteso segmento del “turismo naturalistico”, composto da due modalità di fruizione prevalenti: quello della vacanza verde in campagna, appunto, e quello della vacanza lacuale, entrambi accomunati dalla motivazione principale di acquisto del prodotto, ovvero la possibilità di “godere” delle bellezze naturali del contesto in cui le strutture ricettive sono inserite. Tralasciando il turismo lacuale, non particolarmente interessante ai fini del presente lavoro, si può affermare che il turismo verde può essere, con buona approssimazione inteso, come il segmento degli agriturismi o, più in generale, dell’ospitalità rurale, essendo questa la tipologia di offerta prevalente all’interno dello stesso segmento. L’offerta ricettiva complessiva del turismo “di campagna” conta, infatti, su circa 150.000 posti letto, il cui 15,9% disponibile nei soli alloggi agro-turistici (15,9%) e country-house9. L’offerta alberghiera (51% del totale) si concentra tra le categorie media (44,1% di alberghi a 3 stelle) e bassa (22,2% dei 2 stelle), anche se la presenza di posti letto a 4 stelle rappresenta comunque una quota del 16,5%. Trentino Alto Adige, Toscana e Umbria sono le regioni che spiccano per l’offerta ricettiva del turismo verde, le ultime soprattutto nella 9 cfr. Isnart-Unioncamere, “Rapporto Impresa Turismo”, 2005 Centro Studi sui Sistemi Turistici Università degli Studi del Molise 35 tipologia extralberghiera, mentre se si guarda alle sole imprese registrate come agriturismi (1.062 imprese), queste si concentrano soprattutto nel Centro-Sud Italia ed in particolare in Campania (125), Toscana (112) e Marche (104). In termini di occupazione10, questa si attesta su valori molto elevati soprattutto nei periodi di picco del turismo, con particolare evidenza nelle vacanze pasquali (tassi di occupazione intorno al 55-60%) e ad agosto (oltre l’80%). Il trend complessivo, invece, mostra che, dopo i risultati particolarmente soddisfacenti del 2003, il 2005 ha seguito il passo un pò lento del 2004, superando l’anno precedente soltanto nei mesi di agosto e settembre. Grafico 12 Tassi di occupazione nelle strutture ricettive del turismo verde (anni 2003-2005) 39,6 67,1 50,5 49,5 77,6 87,6 35,3 31,8 52,3 30,0 29,5 35,6 60,4 43,6 24,1 46,7 10,3 28,0 56,7 84,0 56,7 31,1 8,1 19,6 27,1 33,1 77,7 68,1 34,5 29,2 25,1 22,5 21,8 69,7 32,1 30,9 12,4 23,9 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 2003 8,1 19,6 39,6 67,1 50,5 49,5 77,6 87,6 35,3 31,1 31,8 52,3 29,5 2004 30,0 22,5 25,1 35,6 60,4 29,2 34,5 68,1 77,7 43,6 33,1 24,1 46,7 27,1 2005 10,3 12,4 23,9 28,0 56,7 30,9 32,1 69,7 84,0 56,7 21,8 gen feb mar apr Pasqua mag giu lug ago set ott nov Natale dic tassi di occu pazione % Fonte: Isnart-Unioncamere, “Rapporto Impresa Turismo”, 2005 Per la distribuzione del prodotto, il turismo verde mostra quote di clientela intermediata superiori al 25% del totale clienti, sebbene Internet 10 Per tasso di occupazione si intende il rapporto tra il numero complessivo delle presenze registrate da una struttura ricettiva e la sua “capacità produttiva” (ovvero, il numero di posti letto complessivamente disponibili) in un arco temporale definito. Centro Studi sui Sistemi Turistici Università degli Studi del Molise 36 rimanga lo strumento più diffuso per la scelta individuale (e, sempre più spesso anche della prenotazione) della struttura presso cui trascorrere le proprie vacanze. 2.1.2 Il turismo enogastronomi