Terre ineguali. Percorsi nella (bio)diversità del Molise
Nicola Prozzo – Docente di Educazione ambientale - Università del Molise
◊ Video registrazione intervento convegno
◊ Testo scritto intervento in formato Word
TAPESCRIPT INTERVENTI CONVEGNO
Ci siamo impegnati, per assicurare la completezza del messaggio registrato, anche di trascriverlo come testo su formato Word. Spesso, nei collegamenti on line in diretta si interseca la voce di qualche imprevidente ascoltatore da remoto che apre il microfono della sua postazione interferendo così sul buon ascolto dell’intervento del relatore. La trascrizione del testo è anche soprattutto dettata dalla tipologia dell’iniziativa che prevede siano contemplati in tutte le sue forme i concetti di sostenibilità, di accessibilità e di inclusività per dare a tutti la possibilità di seguirne il percorso non solo con la registrazione audio/video, ma anche con immagini e trascrizione del parlato.
Tenuto conto che il testo è il risultato della riproduzione automatica in sintesi digitale di un'applicazione informatica è chiaro che possono esserci interpretazioni non corrette. E' per questo motivo che invitiamo i relatori ad apporre le modifiche ed integrazioni che ritengono utili alla comprensione del messaggio che comunque è molto efficace già dall'approccio vocale. Grazie a loro della collaborazione e sostegno all’iniziativa.
Prof.Nicola Prozzo
Docente di Educazione Ambientale
Università del Molise
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Intervento Prof.Nicola Prozzo
Buongiorno a tutti e vi ringrazio per la vostra presenza qui; cerco di continuare il discorso che ha fatto egregiamente il professor Pazzagli parlando di paesi e paesaggi del Molise. Per una mia inclinazione professionale la mia attenzione è sempre molto rivolta alla diversità intesa anche come biodiversità, quindi la ricchezza della vita che si manifesta sulla terra, ma interpretandola in altre dimensioni, cioè una diversità culturale, una diversità di paesaggio che non è solamente il paesaggio visivo, quello geografico, ma può diventare, vedrete sorprendente per certi aspetti che non sempre vengono colti quando si è presenti per pochissimo tempo su un luogo e per questo riprendo il concetto di Giovanni Germano che la conoscenza si fa lentamente, e camminando si può conoscere bene il territorio e comprenderne le varie dimensioni. Intanto il titolo di questo mio intervento: per ineguali l'idea della diversità, delle differenze che possono essere colte, e lo facciamo nel Molise parlando di terre interne che fanno forte riferimento ai processi di insediamento, ai processi territoriali delle popolazioni che rendono possibile abitare che rendono possibile sfruttare le risorse e quindi insediarsi in maniera ottimale. Ho sentito qualcuno che ha criticato l'uso delle parole di provenienza inglese, ma paesaggio è veramente una parola molto polisemica perché si riferisce tanto a questi aspetti, però la dinamicità del cambiamento del paesaggio dovuto alle azioni umane alle a tutte le cause antropiche rende bene quando viene descritto per esempio come landscape, cioè la morfologia, il cambiamento di forma del paesaggio; e noi nel Molise abbiamo questa usanza di parlare di terre. La terra è il luogo di origine, il luogo dove si abita, e quindi parliamo di queste terre ineguali. Io farò una rapidissima carrellata su vari aspetti visuali del Molise proprio per mostrare questa ineguaglianza, questa diversità nei terreni, negli habitat nelle manifestazioni geomorfologiche del paese; e allora questa diversità si modula attraverso i cambiamenti, le morfologie diverse, attraverso le espressioni delle culture materiali, delle articolazioni linguistiche, delle tradizioni: tutti elementi che già conosciamo. Allora partiamo per questo per questo viaggio nel Molise cogliendo gli aspetti contrastanti, ma tutti complementari che ci danno l'idea di questa complessità della diversità; ed ecco lo riconoscete il litorale nord di Termoli, ma anche paesaggi interni. Il professor Pazzagli faceva riferimento ai mosaici dei paesaggi interni, paesaggi in cui ancora è possibile riconoscere l'azione di disboscamento che dopo le carestie del 700 sono state fatte per ricavare terre coltivabili, ma oggi è evidente anche in questa foto che state guardando come la vegetazione spontanea sia riprendendo, che si sta cioè chiudendo, circondando le terre coltivate; restano ancora però dei paesaggi fortemente caratterizzati da uno sfruttamento agricolo, direi intensivo; qui siamo nel granaio del Molise, siamo nella zona di Melanico, siamo tra Santa Croce di Magliano e il mare, ma se ci spostiamo a quote più alte abbiamo le Mainarde, abbiamo queste faggete stupende e questi fenomeni carsici che fanno apparire in maniera effimera delle raccolte d'acqua che solo nel periodo invernale possono essere viste, ma sempre le montagne nel periodo dell'inverno e per l'innevamento di questi paesi è fantastico vedere all'alba, alle prime ore del mattino la luce del dell'alba su queste montagne che hanno una colorazione particolare, e ancora di montagne con tentativi di sfruttamento industriale; azioni di cambiamento a volte criticate sulle risorse naturali e quindi riconoscete l'insediamento di Campitello Matese; ancora il Matese, questa è la montagna della Gallinola, con queste rocce, con queste falesie e con queste raccolte di detriti, questi ghiaioni che si presentano alla base e poi queste superfici sassose e inerbate; sono quelle su cui ancora oggi alcuni retaggi della pastorizia sono visibili: cioè pochi pastori ancora percorrono queste lande con le loro greggi. E ancora un'altra manifestazione di roccia, di montagna: qui siamo sulla Montagnola di Frosolone e queste sono le falesie della Morgia Quadra. Si parlava di turismo nella natura la Morgia Quadra è una forte attrattiva a livello nazionale per gli scalatori, per gli arrampicatori: ormai ci sono più di 400 vie chiodate, ferrate per la per scalare su queste falesie. Cambiamo adesso, abbiamo acqua: queste sono le sorgenti del Volturno, vicino a San Vincenzo al Volturno; cogliamo questo abbinamento tra natura e archeologia, questa testimonianza della potenza dell'insediamento monastico nella zona; ancora un fenomeno carsico, qui siamo sempre sulla Montagnola di Frosolone, questo è un lago effimero, un lago che vediamo solamente nel periodo invernale o nella prima primavera, poi sparisce del tutto: è un fenomeno carsico che si manifesta, che caratterizza questa zona. Quello che possiamo cogliere direttamente è la continuità tra il substrato e il costruito, e le case, cioè guardate questo paese, un paese che si vede anche da Campobasso, vicino, ma guardate come dalle rocce sembrano proprio erompere le case in fabbrica e questa continuità materiale che non sempre è facile cogliere laddove invece altre situazioni geologiche cambiano totalmente la situazione. Qui siamo sul tratturo, siamo nei pressi di Pescolanciano e si vede questo insediamento più moderno, ma c'è anche un elemento dominante, un castello. Castello che nel Molise ritroviamo in tutte le comunità e qui adesso ne abbiamo la forte presenza. Ecco questo è il Castello di Vastogirardi ma è diventato un agglomerato abitato, un nucleo fortificato. E ancora guardate come questo castello di Cerro al Volturno si staglia sul panorama delle Mainarde. Castelli li troviamo dappertutto; si diceva che i paesi ci vengono incontro, ma ci vengono incontro proprio anche con questi castelli che noi vediamo; Castropignano, Castello d'Evoli; ormai l'esterno lo vedete piuttosto diroccato, è stato fatto un restauro recentemente, all'interno ci sono dei locali chiusi, coperti dove è possibile svolgere delle attività di museo; ma guardate anche come questa roccia, la Rocca di Oratino è visibile lungo un tratto del Biferno; crescendo di quota, aumentando l'altezza di questo affioramento roccioso, di questa Morgia cenozoica sulla quale è stata costruita una torretta di avvistamento. Non poteva certo mancare il Castello di Campobasso, la sua pianta quadrata, questa sua accentuata caratteristica di fortificazione, cioè difensiva, e poi quello di Venafro dove è possibile alla base vedere questo aspetto così difensivo e poi i piani più alti che accennano agli aspetti più residenziali del castello. Il fenomeno della residenzialità è molto accentuato qui a Gambatesa: Castello di Gambatesa, si chiama castello ma fondamentalmente è una residenza nobile. Viceversa è per Civitacampomarano; il castello ha la sua la sua imponenza. E guardate questa polarizzazione: il castello come centro del potere civile e appena accanto una torre campanaria come il centro ecclesiastico, ancora il controllo della popolazione. Direi che tutto questo si esalta fortemente se guardiamo Bagnoli del Trigno dove questo castello mastodontico incombe sull'abitato, e l'abitato che ancora una volta si compenetra con le rocce circostanti, guardate quel nucleo centrale tra il campanile e la roccia. E guardate quanto la parete rocciosa sia frequentata da piante specializzate; ecco la diversità delle piante che troviamo solo in quella zona: troviamo dei lecci, qualche volta possiamo trovare del corbezzolo nei luoghi più assolati e Bagnoli del Trigno ci viene in mente anche per un'altra cosa, per la ricchezza delle piante di prugnolo: il prugnolo è una pianta selvatica, somiglia molto al biancospino, ma produce quelle bacche che in autunno sono di colore violaceo e che se vi capitasse la ventura di assaggiarle vi trovereste la lingua completamente attaccata al palato; sono allappanti in una maniera strepitosa, tuttavia sono ricchissime di antiossidanti e quindi di sostanze che sono benefiche per la nostra salute, e il colore viola è la testimonianza, è proprio l'esempio di questa ricchezza di antiossidanti, ma nel Molise è stato già detto ci sono i tratturi, i tratturi che hanno lasciato un segno fortissimo, indelebile, oggi certamente in una forma estremamente ridotta; non c'è più il fenomeno del passaggio di migliaia e migliaia di capi di pecore. Oggi c'è ancora una transumanza attiva, ma è una transumanza di pochi, una transumanza che avviene da Frosolone a San Marco in Lamis, è una mandria di 150 mucche; tuttavia il territorio è segnato in alcuni punti. Dove il tratturo è ben conservato è possibile vedere questa pista verde, di colore diverso perché la transumanza e il passaggio delle pecore costituiva un elemento selettivo per le piante che crescevano sul posto e quindi anche il tipo di erba, il tipo di siepi erano strettamente legate al passaggio di questi animali; guardate lo scempio su questa fascia di tratturo di questa strada che serpeggia: è solo un segno dell'invasione che sta avvenendo dei tratturi; viene erosa la pista, vengono insediate delle strutture agricole, delle strutture recettive, qualche volta con notevoli effetti negativi. Ma il paesaggio cambia; il passaggio registra i cambiamenti che avvengono nella società, nell'economia e allora abbiamo queste terre ineguali, abbiamo anche i paesaggi tecnologici che avanzano e quindi i campi eolici che diventano sempre più presenti e che hanno ormai stravolto la visuale, il landscape che noi abbiamo nel Molise; abbiamo centinaia di questi pali eolici. E' discutibile se veramente stravolgono il paesaggio o non segnino invece un'evoluzione del paese; nei paesi nordici europei la presenza di pali eolici è ormai accettata e largamente presente quindi è uno stadio, un avanzamento non dico in maniera positiva ma è un cambiamento del paesaggio; così come sono invadenti questi campi solari per cui addirittura si fittano i territori agricoli per installare questi campi solari per la produzione di energia elettrica. Però vorrei cambiare dimensione, vorrei cambiare senso: landscape – soundscape. C'è un paesaggio sonoro che possiamo scoprire nel Molise? Ma guardate, si parla molto della zampogna come uno strumento tipico del Molise caratteristico e antico, ma probabilmente il bufu è ancora più antico e ancora più caratterizzante del Molise. Parlavamo della biodiversità: cerchiamo di darle un senso cioè la ricchezza della vita e la ricchezza degli organismi viventi vegetali animali microscopici che vivono sul Pianeta, perché vorrei sottolineare come l'Italia sia un caso fortunato, come ricchezza della biodiversità in Europa siamo il paese più più biodiverso perché ci sono tanti motivi; per esempio per la ricchezza di habitat che troviamo in Italia, l'estensione longitudinale del paese per cui attinge ai paesi centro europei e a quelli strettamente mediterranei, con l'influenza dei Balcani e della penisola iberica. La biodiversità è il patrimonio naturale sul quale si fonda la nostra vita se non ci fosse biodiversità, purtroppo la biodiversità si sta depauperando, stiamo andando incontro ad una cosiddetta sesta estinzione di massa che è legata fortemente ai cambiamenti climatici, quindi il riscaldamento globale. La crisi climatica di cui si parlava si manifesta già della perdita di biodiversità che sta avvenendo con la perdita addirittura 3 o 4 specie al giorno, specie che noi non abbiamo neanche avuto modo di studiare e di conoscere e quindi le stiamo perdendo e il Molise in questa situazione è ancora molto avvantaggiato. Pensate proprio vi porto come esempio il numero di piante vascolari stimato nel Molise: 2500 circa e lo ha fatto un collega dell'Università del Molise, Fernando Lucchese, adesso è a Roma 3, e 2500 specie di piante vascolari in Molise; guardate la Gran Bretagna ne ha solo 1500, il Molise supera di gran lunga la biodiversità vegetale inglese in Germania 2700, e quindi siamo in una situazione molto ricca di biodiversità e che ci deve inorgoglire. Guardate, questo è un esempio di un endemismo molisano, questa è una pianta che si chiama Atamanta macedonica, vive solamente sulle rocce del della collina Monforte e sulle mura del Castello Monforte, non si trova in altre parti in Italia, la si ritrova in Grecia: quindi è un endemismo, è una particolarità che ci contraddistingue. Veramente vi raccomando, se andate sulla collina del Monfortr e vedete una pianta che assomiglia molto al prezzemolo non la tagliate, non l'estirpate, perché fa anche dei bellissimi fiori bianchi; permettetemi solo di dirvi che se volete, staccate un pezzetto, stropicciate la foglia e sentite l'odore, assomiglia molto al sedano, infatti è una apiacea, della stessa famiglia del sedano. Ma abbiamo un altro caso importantissimo sulle spiagge molisane, questo è il fratino; questo è un uccello che nidifica sulle spiagge; lì dove c'è il fratino vuol dire che le spiagge sono ancora in condizioni ottime perché il fratino nidifica sulla sabbia, mette le uova scoperte e se c'è un disturbo, una frequentazione eccessiva, il fratino non porta a termine il suo ciclo di riproduzione. L'abbiamo ancora nella zona di Petacciato, e sono stati trovati più di una decina di nidi dal prof. Lucchese che vengono generosamente protetti con piccole palificazioni per metterne in evidenza la presenza. Ma continuiamo a guardare questa diversità paesaggistica, guardate la solennità di questa di questa foresta di cerri; qui siamo nella nell'Alto Molise siamo a Collemuluccio, nella riserva MaB, e guardate ancora un mosaico che direi qui veramente rappresentativo, dove al centro c'è un vigneto, però appena sulla sinistra vedete c'è un ginestreto, c'è una pianta pioniera che sta riconquistando il terreno è più sulla destra troviamo degli alberi da frutta, un frutteto; quindi la presenza dell'uomo che ha modificato il pendio su cui aveva costruito per avere la maggiore quantità possibile; e ancora guardate questo reticolo in Alto Molise lo dove le siepi delimitano i campi in cui si coltivano in maniera stentata ancora forse dei cereali, ma sopra soprattutto erbe e pascoli. E guardate la luminosità di questa pianta che cresce sulle spiagge, sulle dune, tipica delle dune, ma fa contrasto col il Pantano della Zittola con una torbiera; è l'unico caso di torbiera presente in Molise dove esiste una popolazione autoctona di cavalli. E guardate questa, è la valle del Cigno un torrente che poi si versa nel lago di Guardialfiera, guardate la presenza di campi coltivati, di seminativi; sulla sinistra vedete ci sono degli uliveti, però notate come queste macchie, questi piccoli boschi che vediamo rappresentino un mosaico che è molto utile per la conservazione della biodiversità perché queste isole boschive sono collegate da corridoi e quindi c'è la possibilità che la fauna si possa spostare e incrociare. Vi lascerei con questa immagine, con questa faggeta vetusta, colonnare, che assomiglia molto a una cattedrale. Allora, tutto questo patrimonio come è stato detto, queste terre ineguali del Molise vanno vanno conosciute, vanno tutelate vanno studiate, vanno frequentate attraverso esperienze significative, vivendo azioni coinvolgenti emotivamente e quindi ringrazio sempre Giovanni Germano per il suo lavoro di cammino del Molise; è quello che ci proponiamo di fare anche con questo progetto di turismo scolastico, cioè quello di visitare, di camminare e mettere gli scarponi sulle tracce del nostro Molise. Vi ringrazio per l'attenzione.