STRALCIO della relazione a supporto della proposta di riconoscimento del “GIGANTE” della Civita di Duronia (CB) quale “Monumento Naturale Regionale” ai sensi dell’art. 19 Legge Regionale Molise 20 ottobre 2004, n.23
IL PROGETTO “PIANO BORGHI” DI ITALIA NOSTRA
L. DECRETO PRESIDENTE GIUNTA REGIONALE PER IL GIGANTE.PDF
https://dl-mail.ymail.com/ws/download/mailboxes/@.id==VjN-0NOZPUwbaisnyvrsIqV
SERVIZIO TG3 MOLISE
https://www.italianostra.org/immobili-abbandonati-e-paesi-spopolati-italia-nostra-campobasso-presenta-il-progetto-case-ad-1-euro/
LANIFICIO MARTINO SEPINO
https://www.italianostra.org/campagna-virtuale-dei-beni-in-pericolo-la-lista-rossa-lanificio-martino-sepino-cb/
INTERVISTA RILASCIATA A ITALIA NOSTRA NAZIONALE
https://www.italianostra.org/il-molise-e-campobasso-dove-battono-i-cuori-piccoli-ditalia/?fbclid=IwAR1EVoFS3qcViCLa05_2e_7XNINpfnod5RrIKJC8EyhW63eOSZhSlldPcJ8
BREVE SCHEDA DI PRESENTAZIONE DI ITALIA NOSTRA
Proposta di Italia Nostra Campobasso per l’utilizzo della Casa Cantoniera sita in agro di Molise
PROGETTO LA MONTAGNOLA MOLISANA - VALLE BANCA
Scheda Piano Borghi 1
Scheda Piano Borghi 2
Scheda Piano Borghi 3
Relazione per la candidatura a Sito iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco
STRALCIO della relazione a supporto della proposta di riconoscimento del “GIGANTE” della Civita di Duronia (CB) quale “Monumento Naturale Regionale” ai sensi dell’art. 19 Legge Regionale Molise 20 ottobre 2004, n.23
Premessa
La Sezione di Italia Nostra di Campobasso, nelle persone del Presidente avv. Gianluigi Ciamarra e del socio dott. arch. Maurizio Manzo, con nota dell’8 luglio 2016 (acquisita al protocollo del Comune di Duronia al n°1771 del 9 luglio 2016) si è fatta promotrice per il riconoscimento -ex art 19 Legge regionale del Molise 20 ottobre 2004 / n. 23, previa delibera del Consiglio comunale di Duronia- della rupe denominata localmente “il Gigante” e dell’area ad essa pertinente che va sotto il nome di Civita, quale MONUMENTO NATURALE. Pertanto, a supporto di tale riconoscimento, i medesimi firmatari redigono la presente relazione.
Inquadramento geografico e richiami storici essenziali
Il “Gigante” è parte di una delle quattro creste rocciose che formano la “Civita”, altura Sito di Interesse Comunitario (SIC IT 7222241) ubicata in agro di Duronia, comune della provincia di Campobasso di circa 22 Km2 e meno di 500 abitanti, incastonato nel cuore verde del Molise a ridosso della provincia di Isernia e della riserva SIC della Montagnola (incantevole altopiano montano di circa 6000 ettari) lungo l’antico tratturo Lucera-Castel di Sangro, in un territorio tipico dell’Appennino centro-meridionale, ricco di cultura e di storia. Arroccata su un’altura a 918 metri s.l.m. e confinante a nord con Bagnoli del Trigno, a est con Pietracupa e Torella del Sannio, a sud con Molise e Frosolone, ad ovest con Civitanova del Sannio (allegato 1), Duronia -“Civitavecchia” fino alla metà del XIX secolo, “Civitavetula” nel XVI secolo- potrebbe essere uno degli insediamenti citati da Tito Livio negli Annali riguardo al racconto delle Guerre Sannitiche: in “ab Urbe condita”, nel libro X, al capitolo 39, l’annalista descrive come il console romano Lucio Papirio Cursore, dopo averla espugnata nell’anno di Roma 459 (293 a.C.) e dopo aver fatto razzie nel territorio, si diresse verso Aquilonia devastando in seguito la zona di AtinIa; dunque, da quanto scritto sembrerebbe che Duronia fosse ubicata nell’area del massiccio delle Mainarde, in una zona attigua a quella di Atinia (ipotesi, questa, avallata nell’articolo a cura di M. Di Fazio: “il Lazio meridionale costiero tra Romani e Sanniti”- Arch. classica / L’ERMA; saggio presentato nell’ambito del convegno I Sanniti e Roma; Isernia, novembre 2006).
Se da una parte, però -come vedremo più avanti- è un dato di fatto attestabile ed accertato che l’attuale Duronia sorga sul sito di un importante insediamento sannitico, ad oggi purtroppo manca ancora un’adeguata e rigorosa ricognizione archeologica capace di attestare espressamente che ci troviamo nella Duronia citata da Livio; auspicabile dunque, in tal senso, un prossimo significativo coinvolgimento del mondo accademico verso questo territorio dove la tranquillità, l’aria buona, il ritmo lento della vita, la semplicità del vivere ed il sapore della scoperta sono aspetti tutt’altro che trascurabili nonché requisiti ideali per impostare un lavoro serio, appassionato e certamente non avaro di soddisfazioni.
· Esatta ubicazione del sito
L’area interessata dalla rupe del “Gigante” ricade nel F.° 162 / IV N-O (Castropignano) della Carta d’Italia IGM (allegato 2), più precisamente al foglio 49 del Comune di Duronia (CB), particelle 247, 89, 108, 875, 878, 952, 803 del vigente piano catastale (allegato 3) e come si evince dal Piano di Azzonamento di cui alla TAV. N. 4 del Programma di Fabbricazione comunale (allegato 4) è importante zona archeologica (cinta sannitica), di vincolo paesistico (pineta), nonché di rispetto cimiteriale.
· Conformazione geomorfologica e peculiarità del “Gigante”
Il “Gigante”, così tradizionalmente denominato dalla popolazione duroniese, è parte di un imponente massiccio roccioso di rilevante valore naturalistico, ambientale ed archeologico che porta il nome di Civita, caratterizzato sul lato occidentale, al di là dell’attuale Cimitero, da un fortissimo dislivello il cui addensamento delle isoipse (allegato 5) fa già ben comprendere sulla carta tecnica come il passaggio repentino da quota 775 m, a quota 925 m, determina sicuramente una singolare modellazione della morfologia del luogo. E in effetti, è proprio così; osservando infatti il profilo della rupe dalla strada comunale Duronia-Frosolone, poche centinaia di metri dopo lo svincolo per la Borgata Urcio o, ancora meglio, dalla strada vicinale di adduzione alle località Cuparello e Sella Ripa in direzione Colle dell’Urcio, lo spettacolo è impareggiabile: in simbiosi con alcuni ruderi residui, appare improvviso e magnifico il profilo di un maestoso volto dalle sembianze umane che -come scrisse il Masciotta- <> (Masciotta G.B., Il Molise dalle origini ai nostri giorni, Cava dei Tirreni, 1952 / Ristampa del 1984, Ed. Lampo). Un singolare valore scenico e panoramico che sorprende e incanta l’osservatore, inducendolo dapprima allo stupore e poi, man mano, alla meditazione di un mirabile, quanto equilibrato, dialogo tra storia, natura e infinito. Una preziosa manifestazione di “earth art” (arte della terra), un quadro ambientale di straordinaria bellezza capace di rigenerarsi e trasmettere mutevoli emozioni al trascolorire del tempo e delle stagioni (allegato 6):
- Una maestosa figura che delineando le sembianze di un esanime guerriero sannita, fiero di aver combattuto tante aspre battaglie a difesa del proprio territorio, si leva oggi come una sorta di millenario “monumento naturale” alla resistenza di quei valorosi popoli italici (Sanniti, Marsi, Peligni, Piceni) che si unirono per opporsi alla prepotenza romana e costruire il loro sogno di libertà chiamato Viteliu (termine osco da cui derivò la parola latina Italia, nonché omonimo titolo del recente romanzo storico di Nicola Mastronardi “ Viteliu: il nome della libertà ”, che verosimilmente potrebbe diventare un film internazionale nel quale non dovrebbero certo mancare alcune superbe riprese del “Gigante”!).
- Un sogno, dunque, alle radici stesse della nostra identità nazionale che porta questa maestosa figura ad identificarsi anche con una delle personificazioni allegoriche tra le più rappresentative dell’araldica civica italiana: quella dell’Italia turrita, cioè di una testa femminile con il capo cinto da una corona muraria ornata di torri. Non è forse questa, infatti, l’effettiva conformazione del Gigante della Civita di Duronia?! Chiaramente, oggi, è possibile seguire solo l’andamento delle mura e immaginare come procedevano nel cingere l’altura unitamente ai torrioni; tuttavia a testimoniare questa suggestiva valenza storico-iconografica sopravvivono, nelle falde settentrionale ed orientale del colossale macigno, i poderosi ma frammentari resti (allegato 7) della roccaforte sannitica -III sec. a.C.- che in alcuni tratti si è conservata con un’altezza di circa un paio di metri e dunque, come tale, meritevole assolutamente di conservazione e valorizzazione. Da notare come, in considerazione di quanto esposto e quindi del fatto che l’Italia turrita è uno dei simboli patri italiani più tipici -ampiamente ricorrente, ad esempio, tanto nella filatelia, quanto nell’arte medaglistica, numismatica e illustrativa in generale (allegato 8)- la richiesta di riconoscimento del Gigante quale “Monumento Naturale Regionale” proprio nel corso del 2016, assume un significato ancora più emblematico ricorrendo quest’anno, infatti, il settantesimo anniversario della Repubblica Italiana. - -Al contempo, il Gigante, è anche effige di un’immortale custode di Madre Terra che instaurando un dialogo simbolico-escatologico tra la terra e il cielo (allegato 9) rimanda l’osservatore non solo a scorci unici del paesaggio molisano (dall’alto dei 950 m. della Civita si domina infatti il panorama più vasto che offra il Molise, riuscendo ad ammirare distintamente ben 28 Comuni) bensì anche alla meditazione del più etereo concetto di anima qui come spontaneamente figurata tra le labbra del Gigante nell’atto di librarsi nell’aria verso il cielo come un <> di <> -dal greco ànemos, appunto richiamando l’analogo termine greco antico psychein che significa <> e, come tale, psiche che significa anche <> cioè creatura che subisce una metamorfosi, trasformandosi da crisalide in creatura alata.
Insomma, in poche parole, quella del Gigante è una figura di rara bellezza che ha in sé il fascino androgino del Mito «… non figlio del Sole come gli uomini, non figlio della Terra come le donne, ma figlio della Luna, che della natura di entrambi partecipa» (Aristofane) e di questo la designer Joyce Chiarella, premio speciale della giuria 2015 all’International Coin Design Competition di Osaka (allegato 10) nonché profonda ammiratrice del paesaggio molisano, già raffinatamente citato di recente nell’ideazione di un’etichetta-logotipo per un miele locale e di un elaborato grafico ad uso del Corpo Forestale dello Stato (allegato 11), ha già manifestato volontà di volerne fare originale interpretazione artistica per il Comune di Duronia e la Regione Molise nella realizzazione di un bozzetto grafico finalizzato (divenendo appunto il Gigante al riconoscimento di “Monumento Naturale Regionale”) alla richiesta ufficiale c/o il Ministro dello Sviluppo Economico di un francobollo celebrativo dell’importante designazione all’interno della serie tematica “il Patrimonio naturale e paesaggistico” dedicata al Turismo.
· Peculiarità di carattere archeologico
Come accennato in precedenza, il Gigante è parte di una delle quattro creste rocciose che formano appunto la “Civita”, altura situata a ridosso dell’abitato di Duronia. Ognuna di esse si innalza dalla sottostante valle per più di duecento metri a formare massicci (cosiddetti morconi) di particolare imponenza, assolutamente inaccessibili dal lato sud/sud-ovest, ma percorribili sulla loro sommità per mezzo di un sentiero che si snoda sin dalla periferia del paese. La “Civita”, con la vicina “Montagnola” (altro colle che costeggia il tratto duroniese del tratturo Lucera-Castel di Sangro) e con l’altura su cui sorge l’abitato duroniese, è sicuramente uno degli insediamenti di epoca sannita tra i più interessanti sia per il ruolo strategico di avvistamento e controllo territoriale del tratturo, sia per la vicinanza ad altre località sannite di rilevante importanza (ad esempio l’odierna Pietrabbondante). Nell’intera area della “Civita” sono rinvenibili testimonianze dell’antica presenza sannita, quali strade, caseggiati e tombe che fanno presumere non solo la presenza di un oppidum ma, probabilmente, di un insediamento a tutti gli effetti abitato e vissuto (per un approfondimento a riguardo si rimanda alla lettura di quanto descritto dall’arch. Davide Monaco al seguente link: http://www.sanniti.info/smduron.html). Altre tracce di fortificazioni sannitiche sono individuabili lungo il tratturo dov’è localizzata anche la cascina del duca di Pescolanciano; i resti di una villa romana sono stati riportati alla luce in località Casaglivune e altri reperti sia sannitici che romani sono riemersi nelle località Casale, San Basilio e Vicende. Per quanto concerne il maestoso complesso delle mura della Civita, occorre sottolineare come oggi non siano più alte come lo erano nei tempi antichi e neanche come quelle studiate verso il 1850 dal Garucci (quando, come si suppone, s’interessò affinché il Ministero degli Interni richiedesse al Comune una delibera per il mutamento del suo nome da Civitavecchia in un altro, a ricordo delle sue antiche grandezze) e come quelle viste più volte da G.B. Masciotta verso il 1908, quando aveva iniziato a scrivere la storia del Molise. Delle pietre delle mura, che deve necessariamente ipotizzarsi fossero anche a confine con il tratturo, o poco sopra, non sono più esistenti neanche le tracce perché deve supporsi che, essendo più a portata di mano, siano state sottratte per prime per la costruzione della nuova Comunità sorta sul Colle di S. Tommaso e in particolare del Convento omonimo, della Torre o del Palazzotto baronale, delle Chiese di S. Nicola e di S. Rocco, nonché delle mura del Cimitero e dei fabbricati delle numerose frazioni sorte nell’agro dopo i terremoti del 1795 e 1805. Lungo il tratturo antistante la Civita, in sostituzione delle mura, ora infatti si nota un rialzo del terreno recintato da siepi per tutta la sua lunghezza, che continua ad offrire la chiara impressione che la zona -anche nei tempi antichi- fosse stata adeguatamente delimitata, e che nell’alto vi fosse stato un sito molto fortificato ed inaccessibile, come chiaramente si nota nella foto n. 1 /pag. 24 del libro a cura di Gioacchino Berardi: Duronia, dalle origini ai nostri giorni -del 1999- riportata anche in copertina (allegato 12). In un convegno, indetto anni or sono dai giovani dell’Archeoclub di Duronia, vennero tra l’altro proiettate alcune interessanti diapositive (riprese dall’alto, a bordo di un elicottero) di tutte le fortificazioni sia naturali che artificiali del grosso complesso sannitico della Civita e di quelle minori in località Peschio, queste ultime non più evidenziabili sul posto, ma le cui tracce si notano chiaramente dall’alto. Riconsiderare oggi questi importanti siti archeologici del vecchio Sannio Pentro, anche alla luce di nuove e più sofisticate metodologie di ricerca, nonché all’interno di una più ampia visione di sistema, potrebbe sicuramente concorrere -insieme alla vicina Civitella in agro di Frosolone e al sito di Colle Ricciuto, già dichiarato d’interesse archeologico particolarmente importante a motivo del rinvenimento in loco di un insediamento risalente al IV-III secolo a.C. (nota del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Prot. 0004992 del 04/09/2013 - allegato 13) al rafforzamento identitario del territorio e favorire azioni di mecenatismo culturale così come previsto ai sensi dell'art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, "Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo", convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i. (Art Bonus).
· Interventi per una migliore fruizione del Gigante e valorizzazione della Civita
Ai fini di una più completa, funzionale e sicura fruizione dei beni esaminati, nonché di una loro attenta conservazione dell’integrità, i possibili interventi da porre progressivamente in essere sono sostanzialmente di cinque tipi (allegato 14):
1) DOCUMENTALE, da attuarsi quanto prima attraverso una sinergica collaborazione con il mondo accademico (Unimol) per fare in modo che, nell’ambito del neo istituito Corso di laurea in Lettere e Beni Culturali ind. “archeologico-artistico” c/o il Dip.to di scienze umanistiche di Campobasso=>http://oldweb.unimol.it/pls/unimolise/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=5 1699, possa -ad esempio- stipularsi una convenzione per dare avvio ad una rigorosa attività di studio, ricerca, scavo, rilievo topografico, schedatura e inventario del rilevante patrimonio archeologico considerato;
2) INFORMATIVO, da realizzarsi mediante collocazione di apposita segnaletica turistica e progressivo aggiornamento dei siti internet e delle mappe-guide turistiche locali/regionali;
3) PERCETTIVO, da conseguire tramite la progettazione e realizzazione (ad es. nell’ambito dell’ Accordo di programma ANCI - SO.L.E. => http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdDett=10655 e dunque con il coinvolgimento d’importanti partner tecnici e/o sponsor del settore che abbiamo maturato significative e comprovate esperienze nel campo dell’illuminotecnica applicata alla valorizzazione dei beni culturali, dei paesi e dei loro elementi distintivi) di un adeguato sistema crepuscolare di lighting outdoor che consenta di valorizzare il profilo del “Gigante” anche di notte, richiamandone così l’attenzione di cittadini, turisti e semplici passanti;
4) MANUTENTIVO, da perseguire con apposite operazioni di ripristino ambientale, con particolare riferimento alla pulizia dei percorsi e all’arredo funzionale dei punti di fruizione/sosta mediante rifacimento e/o installazione ex novo di recinzioni/parapetti in legno nonché di piccoli elementi di arredo urbano a basso impatto ambientale, quali ad esempio panchine, portabici, cestini, ecc.;
5) GESTIONALE, ponendo in essere opportune azioni di marketing territoriale nonché coinvolgendo cittadini, mondo accademico, associativo e della cultura in generale, all’interno di un crescendo d’iniziative capaci di rafforzare il senso di appartenenza ma anche di costruire progressivamente un nutrito bagaglio immaginario-informativo a supporto (concorsi letterari, pittorici e fotografici, convegni, gemellaggi, annulli filatelici, workshop, mostre documentarie, eventi artistici, festival, location cinematografiche e pubblicitarie).
Italia Nostra Onlus, Associazione nazionale che “ha lo scopo di concorrere alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione” e promotrice -tramite la Sezione di Campobasso- dell’iniziativa in questione si impegna, una volta divenuti all’importante riconoscimento del Gigante quale “Monumento Naturale Regionale”, ad organizzare tutta una serie d’iniziative, eventi e manifestazioni nello spirito di contribuire così, di concerto con il Comune e la Regione, alla più ampia divulgazione e conoscenza possibile del sito in oggetto (allegato 15) , favorendone dunque la frequentazione dei propri soci e di ogni altro amante della bellezza. Ma non solo: poiché le azioni di conoscenza, tutela e valorizzazione del Paesaggio e dei Beni Culturali che la sezione mette in atto, sono sempre finalizzate a promuovere il rispetto dell’ambiente, della salute, della memoria storica e dell’identità del territorio, anche al fine di sostenere un turismo “a misura di luogo” basato sulla sostenibilità, Italia Nostra Onlus -sezione di Campobasso - sarà altresì attiva nel proporre modelli di sviluppo aventi sempre come obiettivo l’aumento del benessere psicofisico comune ed il mantenimento dell’equilibrio tra uomo e natura. Questo, concretamente, si tradurrà nel contribuire attivamente ad una più efficace promozione del territorio in ambito sovracomunale cooperando cioè con i Comuni firmatari del recente Accordo di Programma sul Parco delle Morge Cenozoiche, al fine di favorire la conoscenza e valorizzazione turistica-culturale del Medio Sannio anche attraverso lo sviluppo di produzioni tipiche e di qualità nelle filiere del biologico e dell’agroalimentare (prunus spinosa, tartufo, olio, ecc.) dell’artigianato e della ricettività legata alla promozione dei borghi e delle iniziative innovative nel campo della salute e del benessere. Ma significherà, infine, impegnarsi a proporre pure nelle scuole progetti educativi che, favorendo la conoscenza e la fruizione attiva dei Beni Culturali attraverso i nuovi strumenti della comunicazione, senza tralasciare ovviamente quelli tradizionali, concorrano alla formazione di generazioni future più attente e disponibili all’azione in difesa dei Beni Culturali e del Paesaggio.”
IL PROGETTO “PIANO BORGHI” DI ITALIA NOSTRA
L. DECRETO PRESIDENTE GIUNTA REGIONALE PER IL GIGANTE.PDF
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LANIFICIO MARTINO SEPINO
https://www.italianostra.org/campagna-virtuale-dei-beni-in-pericolo-la-lista-rossa-lanificio-martino-sepino-cb/
INTERVISTA RILASCIATA A ITALIA NOSTRA NAZIONALE
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BREVE SCHEDA DI PRESENTAZIONE DI ITALIA NOSTRA
Proposta di Italia Nostra Campobasso per l’utilizzo della Casa Cantoniera sita in agro di Molise
PROGETTO LA MONTAGNOLA MOLISANA - VALLE BANCA
Scheda Piano Borghi 1
Scheda Piano Borghi 2
Scheda Piano Borghi 3
Relazione per la candidatura a Sito iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco
STRALCIO della relazione a supporto della proposta di riconoscimento del “GIGANTE” della Civita di Duronia (CB) quale “Monumento Naturale Regionale” ai sensi dell’art. 19 Legge Regionale Molise 20 ottobre 2004, n.23
Premessa
La Sezione di Italia Nostra di Campobasso, nelle persone del Presidente avv. Gianluigi Ciamarra e del socio dott. arch. Maurizio Manzo, con nota dell’8 luglio 2016 (acquisita al protocollo del Comune di Duronia al n°1771 del 9 luglio 2016) si è fatta promotrice per il riconoscimento -ex art 19 Legge regionale del Molise 20 ottobre 2004 / n. 23, previa delibera del Consiglio comunale di Duronia- della rupe denominata localmente “il Gigante” e dell’area ad essa pertinente che va sotto il nome di Civita, quale MONUMENTO NATURALE. Pertanto, a supporto di tale riconoscimento, i medesimi firmatari redigono la presente relazione.
Inquadramento geografico e richiami storici essenziali
Il “Gigante” è parte di una delle quattro creste rocciose che formano la “Civita”, altura Sito di Interesse Comunitario (SIC IT 7222241) ubicata in agro di Duronia, comune della provincia di Campobasso di circa 22 Km2 e meno di 500 abitanti, incastonato nel cuore verde del Molise a ridosso della provincia di Isernia e della riserva SIC della Montagnola (incantevole altopiano montano di circa 6000 ettari) lungo l’antico tratturo Lucera-Castel di Sangro, in un territorio tipico dell’Appennino centro-meridionale, ricco di cultura e di storia. Arroccata su un’altura a 918 metri s.l.m. e confinante a nord con Bagnoli del Trigno, a est con Pietracupa e Torella del Sannio, a sud con Molise e Frosolone, ad ovest con Civitanova del Sannio (allegato 1), Duronia -“Civitavecchia” fino alla metà del XIX secolo, “Civitavetula” nel XVI secolo- potrebbe essere uno degli insediamenti citati da Tito Livio negli Annali riguardo al racconto delle Guerre Sannitiche: in “ab Urbe condita”, nel libro X, al capitolo 39, l’annalista descrive come il console romano Lucio Papirio Cursore, dopo averla espugnata nell’anno di Roma 459 (293 a.C.) e dopo aver fatto razzie nel territorio, si diresse verso Aquilonia devastando in seguito la zona di AtinIa; dunque, da quanto scritto sembrerebbe che Duronia fosse ubicata nell’area del massiccio delle Mainarde, in una zona attigua a quella di Atinia (ipotesi, questa, avallata nell’articolo a cura di M. Di Fazio: “il Lazio meridionale costiero tra Romani e Sanniti”- Arch. classica / L’ERMA; saggio presentato nell’ambito del convegno I Sanniti e Roma; Isernia, novembre 2006).
Se da una parte, però -come vedremo più avanti- è un dato di fatto attestabile ed accertato che l’attuale Duronia sorga sul sito di un importante insediamento sannitico, ad oggi purtroppo manca ancora un’adeguata e rigorosa ricognizione archeologica capace di attestare espressamente che ci troviamo nella Duronia citata da Livio; auspicabile dunque, in tal senso, un prossimo significativo coinvolgimento del mondo accademico verso questo territorio dove la tranquillità, l’aria buona, il ritmo lento della vita, la semplicità del vivere ed il sapore della scoperta sono aspetti tutt’altro che trascurabili nonché requisiti ideali per impostare un lavoro serio, appassionato e certamente non avaro di soddisfazioni.
· Esatta ubicazione del sito
L’area interessata dalla rupe del “Gigante” ricade nel F.° 162 / IV N-O (Castropignano) della Carta d’Italia IGM (allegato 2), più precisamente al foglio 49 del Comune di Duronia (CB), particelle 247, 89, 108, 875, 878, 952, 803 del vigente piano catastale (allegato 3) e come si evince dal Piano di Azzonamento di cui alla TAV. N. 4 del Programma di Fabbricazione comunale (allegato 4) è importante zona archeologica (cinta sannitica), di vincolo paesistico (pineta), nonché di rispetto cimiteriale.
· Conformazione geomorfologica e peculiarità del “Gigante”
Il “Gigante”, così tradizionalmente denominato dalla popolazione duroniese, è parte di un imponente massiccio roccioso di rilevante valore naturalistico, ambientale ed archeologico che porta il nome di Civita, caratterizzato sul lato occidentale, al di là dell’attuale Cimitero, da un fortissimo dislivello il cui addensamento delle isoipse (allegato 5) fa già ben comprendere sulla carta tecnica come il passaggio repentino da quota 775 m, a quota 925 m, determina sicuramente una singolare modellazione della morfologia del luogo. E in effetti, è proprio così; osservando infatti il profilo della rupe dalla strada comunale Duronia-Frosolone, poche centinaia di metri dopo lo svincolo per la Borgata Urcio o, ancora meglio, dalla strada vicinale di adduzione alle località Cuparello e Sella Ripa in direzione Colle dell’Urcio, lo spettacolo è impareggiabile: in simbiosi con alcuni ruderi residui, appare improvviso e magnifico il profilo di un maestoso volto dalle sembianze umane che -come scrisse il Masciotta- <> (Masciotta G.B., Il Molise dalle origini ai nostri giorni, Cava dei Tirreni, 1952 / Ristampa del 1984, Ed. Lampo). Un singolare valore scenico e panoramico che sorprende e incanta l’osservatore, inducendolo dapprima allo stupore e poi, man mano, alla meditazione di un mirabile, quanto equilibrato, dialogo tra storia, natura e infinito. Una preziosa manifestazione di “earth art” (arte della terra), un quadro ambientale di straordinaria bellezza capace di rigenerarsi e trasmettere mutevoli emozioni al trascolorire del tempo e delle stagioni (allegato 6):
- Una maestosa figura che delineando le sembianze di un esanime guerriero sannita, fiero di aver combattuto tante aspre battaglie a difesa del proprio territorio, si leva oggi come una sorta di millenario “monumento naturale” alla resistenza di quei valorosi popoli italici (Sanniti, Marsi, Peligni, Piceni) che si unirono per opporsi alla prepotenza romana e costruire il loro sogno di libertà chiamato Viteliu (termine osco da cui derivò la parola latina Italia, nonché omonimo titolo del recente romanzo storico di Nicola Mastronardi “ Viteliu: il nome della libertà ”, che verosimilmente potrebbe diventare un film internazionale nel quale non dovrebbero certo mancare alcune superbe riprese del “Gigante”!).
- Un sogno, dunque, alle radici stesse della nostra identità nazionale che porta questa maestosa figura ad identificarsi anche con una delle personificazioni allegoriche tra le più rappresentative dell’araldica civica italiana: quella dell’Italia turrita, cioè di una testa femminile con il capo cinto da una corona muraria ornata di torri. Non è forse questa, infatti, l’effettiva conformazione del Gigante della Civita di Duronia?! Chiaramente, oggi, è possibile seguire solo l’andamento delle mura e immaginare come procedevano nel cingere l’altura unitamente ai torrioni; tuttavia a testimoniare questa suggestiva valenza storico-iconografica sopravvivono, nelle falde settentrionale ed orientale del colossale macigno, i poderosi ma frammentari resti (allegato 7) della roccaforte sannitica -III sec. a.C.- che in alcuni tratti si è conservata con un’altezza di circa un paio di metri e dunque, come tale, meritevole assolutamente di conservazione e valorizzazione. Da notare come, in considerazione di quanto esposto e quindi del fatto che l’Italia turrita è uno dei simboli patri italiani più tipici -ampiamente ricorrente, ad esempio, tanto nella filatelia, quanto nell’arte medaglistica, numismatica e illustrativa in generale (allegato 8)- la richiesta di riconoscimento del Gigante quale “Monumento Naturale Regionale” proprio nel corso del 2016, assume un significato ancora più emblematico ricorrendo quest’anno, infatti, il settantesimo anniversario della Repubblica Italiana. - -Al contempo, il Gigante, è anche effige di un’immortale custode di Madre Terra che instaurando un dialogo simbolico-escatologico tra la terra e il cielo (allegato 9) rimanda l’osservatore non solo a scorci unici del paesaggio molisano (dall’alto dei 950 m. della Civita si domina infatti il panorama più vasto che offra il Molise, riuscendo ad ammirare distintamente ben 28 Comuni) bensì anche alla meditazione del più etereo concetto di anima qui come spontaneamente figurata tra le labbra del Gigante nell’atto di librarsi nell’aria verso il cielo come un <> di <> -dal greco ànemos, appunto richiamando l’analogo termine greco antico psychein che significa <> e, come tale, psiche che significa anche <> cioè creatura che subisce una metamorfosi, trasformandosi da crisalide in creatura alata.
Insomma, in poche parole, quella del Gigante è una figura di rara bellezza che ha in sé il fascino androgino del Mito «… non figlio del Sole come gli uomini, non figlio della Terra come le donne, ma figlio della Luna, che della natura di entrambi partecipa» (Aristofane) e di questo la designer Joyce Chiarella, premio speciale della giuria 2015 all’International Coin Design Competition di Osaka (allegato 10) nonché profonda ammiratrice del paesaggio molisano, già raffinatamente citato di recente nell’ideazione di un’etichetta-logotipo per un miele locale e di un elaborato grafico ad uso del Corpo Forestale dello Stato (allegato 11), ha già manifestato volontà di volerne fare originale interpretazione artistica per il Comune di Duronia e la Regione Molise nella realizzazione di un bozzetto grafico finalizzato (divenendo appunto il Gigante al riconoscimento di “Monumento Naturale Regionale”) alla richiesta ufficiale c/o il Ministro dello Sviluppo Economico di un francobollo celebrativo dell’importante designazione all’interno della serie tematica “il Patrimonio naturale e paesaggistico” dedicata al Turismo.
· Peculiarità di carattere archeologico
Come accennato in precedenza, il Gigante è parte di una delle quattro creste rocciose che formano appunto la “Civita”, altura situata a ridosso dell’abitato di Duronia. Ognuna di esse si innalza dalla sottostante valle per più di duecento metri a formare massicci (cosiddetti morconi) di particolare imponenza, assolutamente inaccessibili dal lato sud/sud-ovest, ma percorribili sulla loro sommità per mezzo di un sentiero che si snoda sin dalla periferia del paese. La “Civita”, con la vicina “Montagnola” (altro colle che costeggia il tratto duroniese del tratturo Lucera-Castel di Sangro) e con l’altura su cui sorge l’abitato duroniese, è sicuramente uno degli insediamenti di epoca sannita tra i più interessanti sia per il ruolo strategico di avvistamento e controllo territoriale del tratturo, sia per la vicinanza ad altre località sannite di rilevante importanza (ad esempio l’odierna Pietrabbondante). Nell’intera area della “Civita” sono rinvenibili testimonianze dell’antica presenza sannita, quali strade, caseggiati e tombe che fanno presumere non solo la presenza di un oppidum ma, probabilmente, di un insediamento a tutti gli effetti abitato e vissuto (per un approfondimento a riguardo si rimanda alla lettura di quanto descritto dall’arch. Davide Monaco al seguente link: http://www.sanniti.info/smduron.html). Altre tracce di fortificazioni sannitiche sono individuabili lungo il tratturo dov’è localizzata anche la cascina del duca di Pescolanciano; i resti di una villa romana sono stati riportati alla luce in località Casaglivune e altri reperti sia sannitici che romani sono riemersi nelle località Casale, San Basilio e Vicende. Per quanto concerne il maestoso complesso delle mura della Civita, occorre sottolineare come oggi non siano più alte come lo erano nei tempi antichi e neanche come quelle studiate verso il 1850 dal Garucci (quando, come si suppone, s’interessò affinché il Ministero degli Interni richiedesse al Comune una delibera per il mutamento del suo nome da Civitavecchia in un altro, a ricordo delle sue antiche grandezze) e come quelle viste più volte da G.B. Masciotta verso il 1908, quando aveva iniziato a scrivere la storia del Molise. Delle pietre delle mura, che deve necessariamente ipotizzarsi fossero anche a confine con il tratturo, o poco sopra, non sono più esistenti neanche le tracce perché deve supporsi che, essendo più a portata di mano, siano state sottratte per prime per la costruzione della nuova Comunità sorta sul Colle di S. Tommaso e in particolare del Convento omonimo, della Torre o del Palazzotto baronale, delle Chiese di S. Nicola e di S. Rocco, nonché delle mura del Cimitero e dei fabbricati delle numerose frazioni sorte nell’agro dopo i terremoti del 1795 e 1805. Lungo il tratturo antistante la Civita, in sostituzione delle mura, ora infatti si nota un rialzo del terreno recintato da siepi per tutta la sua lunghezza, che continua ad offrire la chiara impressione che la zona -anche nei tempi antichi- fosse stata adeguatamente delimitata, e che nell’alto vi fosse stato un sito molto fortificato ed inaccessibile, come chiaramente si nota nella foto n. 1 /pag. 24 del libro a cura di Gioacchino Berardi: Duronia, dalle origini ai nostri giorni -del 1999- riportata anche in copertina (allegato 12). In un convegno, indetto anni or sono dai giovani dell’Archeoclub di Duronia, vennero tra l’altro proiettate alcune interessanti diapositive (riprese dall’alto, a bordo di un elicottero) di tutte le fortificazioni sia naturali che artificiali del grosso complesso sannitico della Civita e di quelle minori in località Peschio, queste ultime non più evidenziabili sul posto, ma le cui tracce si notano chiaramente dall’alto. Riconsiderare oggi questi importanti siti archeologici del vecchio Sannio Pentro, anche alla luce di nuove e più sofisticate metodologie di ricerca, nonché all’interno di una più ampia visione di sistema, potrebbe sicuramente concorrere -insieme alla vicina Civitella in agro di Frosolone e al sito di Colle Ricciuto, già dichiarato d’interesse archeologico particolarmente importante a motivo del rinvenimento in loco di un insediamento risalente al IV-III secolo a.C. (nota del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo / Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Prot. 0004992 del 04/09/2013 - allegato 13) al rafforzamento identitario del territorio e favorire azioni di mecenatismo culturale così come previsto ai sensi dell'art.1 del D.L. 31.5.2014, n. 83, "Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo", convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i. (Art Bonus).
· Interventi per una migliore fruizione del Gigante e valorizzazione della Civita
Ai fini di una più completa, funzionale e sicura fruizione dei beni esaminati, nonché di una loro attenta conservazione dell’integrità, i possibili interventi da porre progressivamente in essere sono sostanzialmente di cinque tipi (allegato 14):
1) DOCUMENTALE, da attuarsi quanto prima attraverso una sinergica collaborazione con il mondo accademico (Unimol) per fare in modo che, nell’ambito del neo istituito Corso di laurea in Lettere e Beni Culturali ind. “archeologico-artistico” c/o il Dip.to di scienze umanistiche di Campobasso=>http://oldweb.unimol.it/pls/unimolise/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=5 1699, possa -ad esempio- stipularsi una convenzione per dare avvio ad una rigorosa attività di studio, ricerca, scavo, rilievo topografico, schedatura e inventario del rilevante patrimonio archeologico considerato;
2) INFORMATIVO, da realizzarsi mediante collocazione di apposita segnaletica turistica e progressivo aggiornamento dei siti internet e delle mappe-guide turistiche locali/regionali;
3) PERCETTIVO, da conseguire tramite la progettazione e realizzazione (ad es. nell’ambito dell’ Accordo di programma ANCI - SO.L.E. => http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdDett=10655 e dunque con il coinvolgimento d’importanti partner tecnici e/o sponsor del settore che abbiamo maturato significative e comprovate esperienze nel campo dell’illuminotecnica applicata alla valorizzazione dei beni culturali, dei paesi e dei loro elementi distintivi) di un adeguato sistema crepuscolare di lighting outdoor che consenta di valorizzare il profilo del “Gigante” anche di notte, richiamandone così l’attenzione di cittadini, turisti e semplici passanti;
4) MANUTENTIVO, da perseguire con apposite operazioni di ripristino ambientale, con particolare riferimento alla pulizia dei percorsi e all’arredo funzionale dei punti di fruizione/sosta mediante rifacimento e/o installazione ex novo di recinzioni/parapetti in legno nonché di piccoli elementi di arredo urbano a basso impatto ambientale, quali ad esempio panchine, portabici, cestini, ecc.;
5) GESTIONALE, ponendo in essere opportune azioni di marketing territoriale nonché coinvolgendo cittadini, mondo accademico, associativo e della cultura in generale, all’interno di un crescendo d’iniziative capaci di rafforzare il senso di appartenenza ma anche di costruire progressivamente un nutrito bagaglio immaginario-informativo a supporto (concorsi letterari, pittorici e fotografici, convegni, gemellaggi, annulli filatelici, workshop, mostre documentarie, eventi artistici, festival, location cinematografiche e pubblicitarie).
Italia Nostra Onlus, Associazione nazionale che “ha lo scopo di concorrere alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione” e promotrice -tramite la Sezione di Campobasso- dell’iniziativa in questione si impegna, una volta divenuti all’importante riconoscimento del Gigante quale “Monumento Naturale Regionale”, ad organizzare tutta una serie d’iniziative, eventi e manifestazioni nello spirito di contribuire così, di concerto con il Comune e la Regione, alla più ampia divulgazione e conoscenza possibile del sito in oggetto (allegato 15) , favorendone dunque la frequentazione dei propri soci e di ogni altro amante della bellezza. Ma non solo: poiché le azioni di conoscenza, tutela e valorizzazione del Paesaggio e dei Beni Culturali che la sezione mette in atto, sono sempre finalizzate a promuovere il rispetto dell’ambiente, della salute, della memoria storica e dell’identità del territorio, anche al fine di sostenere un turismo “a misura di luogo” basato sulla sostenibilità, Italia Nostra Onlus -sezione di Campobasso - sarà altresì attiva nel proporre modelli di sviluppo aventi sempre come obiettivo l’aumento del benessere psicofisico comune ed il mantenimento dell’equilibrio tra uomo e natura. Questo, concretamente, si tradurrà nel contribuire attivamente ad una più efficace promozione del territorio in ambito sovracomunale cooperando cioè con i Comuni firmatari del recente Accordo di Programma sul Parco delle Morge Cenozoiche, al fine di favorire la conoscenza e valorizzazione turistica-culturale del Medio Sannio anche attraverso lo sviluppo di produzioni tipiche e di qualità nelle filiere del biologico e dell’agroalimentare (prunus spinosa, tartufo, olio, ecc.) dell’artigianato e della ricettività legata alla promozione dei borghi e delle iniziative innovative nel campo della salute e del benessere. Ma significherà, infine, impegnarsi a proporre pure nelle scuole progetti educativi che, favorendo la conoscenza e la fruizione attiva dei Beni Culturali attraverso i nuovi strumenti della comunicazione, senza tralasciare ovviamente quelli tradizionali, concorrano alla formazione di generazioni future più attente e disponibili all’azione in difesa dei Beni Culturali e del Paesaggio.”