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Molise da camminare

Articolo pubblicato su “Il Bene Comune”, agosto 2014. Molise da camminare Territorio, lentezza e accoglienza al centro della progettazione turistica Rossano Pazzagli* “Il Molise, la regione dove si cammina”, potrebbe essere il motto evocativo, in senso reale e metaforico, di un tratto distintivo dell’offerta e della promozione turistica regionale in ambito nazionale e internazionale. Se uno degli obiettivi dell’Università del Molise, che ha nella sede di Termoli uno dei poli più significativi per gli studi turistici in Italia, è quello di studiare e progettare il turismo in un contesto regionale, non può passare inosservata una esperienza consolidata come quella di “Cammina Molise”, l'iniziativa promossa dall'Associazione culturale “la Terra” di Duronia, tenacemente guidata da Giovanni Germano, che nei due decenni di attività ha consentito a migliaia di persone di conoscere e apprezzare questa terra visitandola a piedi, con una modalità originale, capace di coniugare, attraverso una sorta di pellegrinaggio laico e conviviale, la conoscenza del paesaggio, l'ospitalità della popolazione, la pervasività del patrimonio culturale, con la genuinità e l'eccellenza dei prodotti agricoli, artigianali e dell’alimentazione. In un contesto come quello molisano, fortemente territorializzato, il turismo culturale, l’agriturismo, l’ecoturismo e il turismo enogastronomico, cioè l’insieme dei turismi riferiti alla sfera ambientale e culturale, divengono, oltre che obiettivo economico, anche occasione per rafforzare il capitale umano e sociale, il sistema delle relazioni a livello regionale e l’identità stessa dei luoghi e delle comunità locali. Per questo la crescita di un turismo integrato e sostenibile deve essere alimentata da un adeguato sistema di governo e di organizzazione del territorio, affinché questo sia conosciuto e tutelato, fruito e apprezzato prima di tutto dai suoi abitanti. Dal lato delle istituzioni e del mondo imprenditoriale occorre promuovere una più marcata integrazione dell’offerta turistica complessiva, di cui ad esempio l’enogastronomia costituisce un segmento significativo, ma che non può essere intesa come separata dai centri storici, dalle aree protette, dalle testimonianze archeologiche e culturali in senso lato, dalle feste e dalle tradizioni popolari. Il profilo storico di questo insieme di risorse, accumulato essenzialmente nel tempo lungo della civiltà agricola e pastorale, risulta essenziale per coglierne appieno le potenzialità turistiche e le possibilità della sua patrimonializzazione anche in chiave economica oltre che culturale. In tempi di globalizzazione e di crisi questa forza del locale (ben distinto dal localismo) può essere l’anello per collegare efficacemente economia e turismo, lavoro e formazione, città e campagna, vecchie e nuove generazioni. Il territorio percorso e vissuto, cioè “camminato”, rivisitato e reinterpretato può diventare luogo di difesa dalla crisi, valorizzando i caratteri identitari dei patrimoni locali. Tra ambiente e cultura, il turismo a piedi sembra essere uno strumento ideale per l’integrazione dell’offerta territoriale e anche per sperimentare il passaggio dal turismo di massa al turismo dell’esperienza, che rappresenta l’attuale fase della storia del turismo, nella quale più che luoghi da visitare i turisti cercano luoghi da vivere. E camminare significa vivere un luogo, piuttosto che trapassarlo come una freccia, sperimentarne l’accoglienza, la spontaneità, cogliere il tutto in paesaggio circoscritto come quello dell’orizzonte del camminatore. Il Molise è una regione piccola con molta varietà (di paesaggi, di ambienti, di risorse, di insediamento, di culture) che la rende interessante dal punto di vista della progettazione turistica. Nel tempo ci sono stati molti progetti, ma poche pratiche. L’esperienza ventennale di “Cammina Molise” è una pratica, non più soltanto un progetto. Se si potessero progettare e replicare iniziative come questa, ci sarebbero sicuramente nuove opportunità per il sistema turistico molisano, per la conoscenza e la fruizione del variegato patrimonio storico-culturale. Il territorio molisano, non toccato dai grandi flussi turistici di massa e dalle infrastrutture che altrove hanno stravolto l’ambiente e ferito il paesaggio, ha conservato indenne ciò che oggi è indispensabile per attivare in concreto “un turismo sostenibile di qualità”. Però occorrono consapevolezza, riconoscimento delle risorse locali e politiche di sistema. Attualmente, nonostante i meritevoli sforzi promozionali già compiuti, appaiono ancora deboli i processi di qualificazione e di integrazione dell’offerta turistica. La frammentazione delle esperienze e la sporadicità dell’azione non consentono ancora di parlare di un vero e proprio sistema turistico regionale. In questo senso occorre richiamare, accanto al ruolo indispensabile dell’iniziativa locale e delle forze endogene, l’importanza delle politiche regionali e locali, e il ruolo della formazione sullo sfondo di un sostegno ancora necessario da parte delle politiche nazionali ed europee. Il turismo del camminare e la connessa rete di itinerari, a partire da quella storica dei tratturi, potrebbe essere il perno qualificante attraverso cui conferire concretezza e distintività al sistema turistico territoriale. C’è la necessità di trovare elementi caratterizzanti, tratti forti nella comunicazione della potenziale immagine turistica del Molise: il turismo a piedi può essere uno di questi. Il Molise può essere indicato come “la regione dove si cammina” nella quale, viste anche le sue dimensioni e la sua varietà, è possibile raggiungere a piedi, in modo slow e ravvicinato, paesaggi, paesi, cibi, aree protette, siti archeologici, costa, montagna, tradizioni. L’esperienza di “Cammina Molise” indica che questa possibilità esiste e che è fattibile un progetto che articoli lungo l’intero anno, quindi destagionalizzando, iniziative similari che interessino le diverse aree della regione e possano essere rivolte ad un pubblico internazionale, nazionale e locale. Come Università del Molise, specialmente con la nostra sede di Termoli, siamo interessati e pronti qualora ci fosse la volontà di lavorare e lanciare un progetto del genere. Forti dell’esperienza dei corsi di laurea sul turismo e sui beni culturali, del Centro studi sui sistemi turistici e degli altri laboratori di ricerca, diamo la nostra disponibilità, come Unimol, per la progettazione, la gestione e la comunicazione di un progetto integrato sul turismo a piedi in Molise, naturalmente d’intesa con i livelli istituzionali di riferimento (a partire da quello regionale) e in rapporto con chi fino ad oggi ha portato avanti con successo l’esperienza pilota di Cammina Molise e le altre iniziative a carattere territoriale o ecomuseale che hanno avviato in concreto questa opportunità. Ovviamente ciò richiederebbe non solo progettazione e marketing, ma anche un rafforzamento dell’offerta e dei servizi sul territorio: dagli itinerari all’ospitalità, dagli animatori alle guide e a tutti gli operatori coinvolti. E qui diventa fondamentale il tema delle risorse umane, rappresentate in prospettiva dai nostri studenti e dai nostri laureati anche in chiave occupazionale. Oltre alle nuove tecnologie, il ruolo della formazione e della ricerca risulta quindi di fondamentale importanza per costruire un tessuto sempre più ampio di analisi, competenze, capacità innovative e mentalità imprenditoriali, senza alterare il quado paesaggistico e infrastrutturale: impariamo a fare con quel che c’è, migliorandolo, perfezionandolo e mettendolo a sistema senza stravolgerlo. E’ questo ciò che sembra interessare di più al turista di oggi