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Sistema delle infrastrutture

La dotazione del sistema delle infrastrutture La dotazione stradale del Molise presenta una articolazione per tipologia viaria abbastanza allineata alla media nazionale e meridionale, tranne che per le autostrade che hanno un’incidenza sensibilmente inferiore. La modesta dimensione demografica, la forte dispersione territoriale della popolazione e la bassa consistenza relativa del parco circolante della regione fanno sì che gli indicatori quantitativi più tipici (densità sulla popolazione e sul numero di veicoli circolanti) si discostino positivamente dalla media nazionale e da quella del Mezzogiorno. Viceversa, dal punto di vista della “qualità” della rete stradale, l’incidenza dell’1,76% di autostrade sulla dotazione complessiva, rispetto al 3,9% italiano (meno della metà), segna un posizionamento ampiamente deficitario per l’utenza regionale (si pensi al 39,8% della Valle d’Aosta o al 13% dell’Abruzzo). Ciò comporta, da un lato, che il grado di sfruttamento della dotazione disponibile (veicoli circolanti per km di strada) si attesti al di sotto dei valori medi nazionali, dall’altro che l’impegno economico richiesto per la gestione della rete (si veda il caso delle strade provinciali che costituiscono i due terzi del totale) gravi in misura relativamente superiore sull’economia regionale. L’infrastruttura stradale è complessivamente caratterizzata da percorsi poco agevoli, tortuosi e scarsamente efficienti, posti sulle dorsali per collegare tra loro centri abitati disposti generalmente su alture più o meno consistenti. Sebbene nel complesso il trend del numero di incidenti sia gradualmente in contrazione, il tasso di sicurezza del sistema stradale interno alla regione non è sempre soddisfacente. Soprattutto le arterie principali fanno registrare livelli di sinistrosità alquanto elevati: in particolare si ricorda la ss 16 Adriatica, la ss 85 Venafrana ed il raccordo della ss 17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo-Sannitico. Centro Studi sui Sistemi Turistici Università degli Studi del Molise 64 In conclusione, gli aspetti generali di maggior sofferenza relativi alla infrastruttura viaria molisana possono essere ricondotti ai seguenti punti: − assenza di un asse autostradale trasversale per il collegamento veloce Tirreno-Adriatico (poco garantito, oggi, dalle fondo valli Bifernina e Trignina, per problemi di geometria e di tenuta geologica dei tracciati) − carenze strutturali e funzionali della rete minore, soprattutto a carico dei collegamenti con le aree interne montane, in cui la geometria dei tracciati e la diffusa franosità rendono estremamente problematici i collegamenti periferici con i centri minori. La rete ferroviaria della regione è costituita da linee gestite esclusivamente dalle Ferrovie dello Stato, per uno sviluppo complessivo di circa 250 km, di cui solo 33 km si svolgono su linea elettrificata, e 17,5 km su linee a doppio binario. Più precisamente, l’elettrificazione riguarda quasi esclusivamente la linea costiera adriatica (tratta Vasto-Termoli-San Severo), che serve il traffico nazionale e interregionale; la parte restante non elettrificata opera su scala interregionale e si sviluppa su due linee entrambe caratterizzate da uno sviluppo estremamente tortuoso e con ampi dislivelli di pendenza: − Vairano-Isernia-Campobasso-Larino-Termoli (direttrice ovest-est) − Castel di Sangro-Carovilli-Carpinone (direttrice nord-sud) Anche in questo caso, alla dotazione quantitativa della rete (densità per abitante), in linea con le medie nazionali, corrispondono caratteri qualitativi non sempre soddisfacenti, dovuti sia alla conformazione planoaltimetrica dei tracciati, sia al loro profilo tecnico-funzionale (scarsa elettrificazione e bassa incidenza del doppio binario), sia alle caratteristiche del materiale rotabile impiegato, che incidono pesantemente soprattutto sui tempi di percorrenza e sulla comodità del servizio, rendendolo poco competitivo. Centro Studi sui Sistemi Turistici Università degli Studi del Molise 65 L’inserimento del Molise nella rete dei collegamenti aerei nazionali costituisce indubbiamente un’ipotesi di grande interesse, da valutare con attenzione alla luce dei possibili impatti sullo sviluppo economico della regione e sulla riduzione del suo isolamento dal resto del Paese. L’esiguità delle strutture aeroportuali commerciali nelle aree contermini (aeroporti di Pescara e Foggia) può costituire un elemento a sostegno dell’ipotesi, che richiede tuttavia grande prudenza nella valutazione di opportunità sotto molteplici aspetti.