L’ambiente naturale è costituito dagli organismi viventi e dal complesso insieme di fattori abiotici (temperatura, luce, acqua e nutrienti) che li circondano. Fra gli organismi, e tra gli organismi ed i fattori ambientali, esistono complesse interazioni responsabili dell’instaurarsi nell’ambiente di uno stato di equilibrio, il cui rispetto è fondamentale per il benessere della natura. Numerosi studi hanno dimostrato che lo stato di equilibrio delle comunità naturali è per lo più un equilibrio dinamico dal momento che le comunità sono soggette ad alterazioni prodotte da molteplici fenomeni sia naturali (eruzioni vulcaniche, incendi delle foreste, radioattività di fondo) che dipendenti dalle attività dell’uomo. Recentemente, le attività antropiche preoccupano notevolmente l’opinione pubblica, la comunità scientifica e le istituzioni, dal momento che, per le sue capacità in campo tecnologico, l’uomo sta esercitando un impatto sempre maggiore sull’ambiente. Non meno rilevante è l’effetto che il vertiginoso incremento demografico dell’uomo sortisce sulla disponibilità delle risorse naturali.
Tra i numerosi effetti deleteri che l’intervento dell’uomo produce sull’ambiente, molto grave è la perdita di biodiversità che consiste in un progressivo fenomeno di sofferenza e di estinzione di numerose specie vegetali ed animali, causato innanzitutto dalla diminuzione dello spazio vitale a loro disposizione. Numerosi studi hanno dimostrato che un alto livello di biodiversità è essenziale per il bene del pianeta, poiché più l’ecosistema è complesso e più numerose sono le specie in esso esistenti, tanto maggiore è la produttività del sistema. Elevati livelli di biodiversità sono fondamentali anche per l’uomo in quanto egli stesso dipende, ai fini della sopravvivenza, da varie specie quali fonti di cibo, di sostanze utili in campo farmaceutico, di fibre tessili e di materiale da costruzione.
L’uomo ha distrutto numerose aree con attività di deforestazione sempre più vaste, sia per ottenere legname e terreno da dedicare all’agricoltura in espansione, che per la necessità di nuovi spazi da destinare ad aree urbane. Per di più, inserendo nella biosfera sostanze tossiche, che i microrganismi non possono degradare, e sostanze di rifiuto, ha determinato anche un crescente degrado ambientale, con inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria. Un’inevitabile riduzione del numero di esemplari di alcune specie è stata, inoltre, provocata da attività di caccia indiscriminata, dall’utilizzo di alcune specie per scopi commerciali e dall’inserimento in certi habitat di specie esotiche, che sono entrate in competizione con quelle endemiche.
La perdita di diversità biologica e culturale desta grande preoccupazione anche perché è il processo più importante che accompagna le trasformazioni ambientali ed è assolutamente irreversibile. E’ possibile prevedere perdite gravissime se le tendenze attuali rimarranno invariate. E’ necessario quindi che siano adottate misure adeguate per rallentare ed infine bloccare i processi di estinzione.
Allo scopo di contrastare gli effetti negativi delle attività dell’uomo sull’ambiente, da alcuni anni si sta sempre più affermando una nuova politica di azione volta al recupero degli ambienti naturali rari o degradati, alla creazione di nuovi habitat ecologici e all’applicazione di nuove tecniche e metodi a basso impatto ambientale. L’esigenza sociale di operare nell’intento di una conciliazione tra la tutela della natura e le esigenze antropiche è fondamentale per salvaguardare la vita.
Tra i numerosi effetti deleteri che l’intervento dell’uomo produce sull’ambiente, molto grave è la perdita di biodiversità che consiste in un progressivo fenomeno di sofferenza e di estinzione di numerose specie vegetali ed animali, causato innanzitutto dalla diminuzione dello spazio vitale a loro disposizione. Numerosi studi hanno dimostrato che un alto livello di biodiversità è essenziale per il bene del pianeta, poiché più l’ecosistema è complesso e più numerose sono le specie in esso esistenti, tanto maggiore è la produttività del sistema. Elevati livelli di biodiversità sono fondamentali anche per l’uomo in quanto egli stesso dipende, ai fini della sopravvivenza, da varie specie quali fonti di cibo, di sostanze utili in campo farmaceutico, di fibre tessili e di materiale da costruzione.
L’uomo ha distrutto numerose aree con attività di deforestazione sempre più vaste, sia per ottenere legname e terreno da dedicare all’agricoltura in espansione, che per la necessità di nuovi spazi da destinare ad aree urbane. Per di più, inserendo nella biosfera sostanze tossiche, che i microrganismi non possono degradare, e sostanze di rifiuto, ha determinato anche un crescente degrado ambientale, con inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria. Un’inevitabile riduzione del numero di esemplari di alcune specie è stata, inoltre, provocata da attività di caccia indiscriminata, dall’utilizzo di alcune specie per scopi commerciali e dall’inserimento in certi habitat di specie esotiche, che sono entrate in competizione con quelle endemiche.
La perdita di diversità biologica e culturale desta grande preoccupazione anche perché è il processo più importante che accompagna le trasformazioni ambientali ed è assolutamente irreversibile. E’ possibile prevedere perdite gravissime se le tendenze attuali rimarranno invariate. E’ necessario quindi che siano adottate misure adeguate per rallentare ed infine bloccare i processi di estinzione.
Allo scopo di contrastare gli effetti negativi delle attività dell’uomo sull’ambiente, da alcuni anni si sta sempre più affermando una nuova politica di azione volta al recupero degli ambienti naturali rari o degradati, alla creazione di nuovi habitat ecologici e all’applicazione di nuove tecniche e metodi a basso impatto ambientale. L’esigenza sociale di operare nell’intento di una conciliazione tra la tutela della natura e le esigenze antropiche è fondamentale per salvaguardare la vita.