Ita Eng Spa Fra Ger

Corso: Fondo per la Prevenzione e il Contrasto delle truffe agli Anziani

Sentinella antitruffa
♦ Fondo per la Prevenzione e il Contrasto delle truffe agli Anziani
♦ Lezione di Mercoledì 18 gennaio 2023. MAURIZIO VARRIANO – SANNITA DI DURONIA
♦ Lezione di Mercoledì 01 febbraio 2023. MAURIZIO VARRIANO – SANNITA DI DURONIA
♦ Lezione di Mercoledì 15 febbraio 2023. MAURIZIO VARRIANO – SANNITA DI DURONIA
♦ ​Lezione di Mercoledì 01 marzo 2023. POLIZIA STATALE – CRIMINALITÁ ORGANIZZATA CAMPOBASSO
♦ Lezione di Mercoledì 15 marzo 2023. GUARDIA DI FINANZA – TENENTE VINCENZO DI COSIMO – GRUPPO DI CAMPOBASSO
♦ Lezione di Mercoledì 12 aprile 2023. Avv. GIADA CIARLARIELLO.
♦ Lezione di Mercoledì 17 maggio 2023. SEDE A.RE.S. SCARL – Dott.ssa PAOLA PIETRANGELO. INNOVAZIONE SOCIALE.
♦ Lezione di Mercoledì 30 maggio 2023. INCONTRO CON I CARABINIERI. Dott. GIUSEPPE MASSARO.

























 


Fondo per la Prevenzione e il Contrasto delle truffe agli Anziani
Tra le numerose iniziative di conoscenza, approfondimento e, soprattutto, di aggiornamento sulle tematiche più attuali e controverse che spesso vedono protagonisti gli anziani, l’Università per la Terza Età e del Tempo Libero ha ospitato nella propria sede un progetto promosso dal Ministero dell’Interno per la cui realizzazione, nel dicembre 2022, è stato sottoscritto dal Viceprefetto vicario della Prefettura di Campobasso, Elvira Nuzzolo, e dal sindaco p.t. della città di Campobasso Roberto Gravina un Protocollo d’Intesa per la prevenzione e il contrasto del fenomeno delle truffe agli anziani, il cui fine è stato di fornire strumenti preventivi e difensivi a coloro che, anche per solitudine e senilità, spesso diventano vittime inconsapevoli, prescelte da truffatori e malintenzionati. Si è instaurato così un rapporto diretto tra il cittadino e gli Enti preposti alla loro tutela (Forze dell’Ordine ed Enti Locali), che ha fornito informazioni, sostegno psicologico e tecniche di base alle persone anziane per consentirgli di riconoscere le truffe, anche online, attuate nei loro confronti. L'iniziativa è stata denominata «Sentinelle antitruffa».
Il progetto, realizzato dal Comune con fondi del Ministero dell'Interno, in collaborazione con l’Università della Terza Età e per il Tempo Libero e con le Forze dell'Ordine, è iniziato a gennaio 2023 e si è sviluppato attraverso dieci incontri tenuti da personale qualificato, mirati a formare una rappresentanza di cittadini over-65 che potranno, poi, diffondere le informazioni acquisite all'interno delle proprie reti sociali, quali Comitati di quartiere e Centri di aggregazione. Al termine del corso sono stati consegnati a tutti i partecipanti gli attestati di «Sentinella antitruffa».
Il percorso formativo, attivato grazie al supporto della Cooperativa Sociale A.RE.S. scarl, era rivolto a 50 anziani individuati tra gli iscritti all’Università della Terza Età e per il Tempo Libero di Campobasso e ai Centri Sociali «Nicolino Scarano», «Santo Stefano», «Monforte», «Colle dell’Orso», «L’Amicizia», «L’Iniziativa» e «L’Incontro».
La formazione ha previsto il supporto di personale docente specializzato, Forze dell'Ordine, avvocati, psicologi, sociologi, tecnici informatici e operatori del sociale. Il percorso formativo è partito il 18 gennaio. Le lezioni si sono tenute presso la sede dell'Università della Terza Età di Campobasso.
 



























 


Lezione di Mercoledì 18 gennaio 2023. MAURIZIO VARRIANO – SANNITA DI DURONIA
LE ARTI MARZIALI – Perché un insegnante di Zanshin Tech? E cosa è lo Zanshin Tech? Lo Zanshin Tech, in giapponese Mente Vigile, è la prima arte marziale digitale mai creata: fonde gli insegnamenti tradizionali delle arti marziali orientali (non violenza, rispetto dell'altro, serena concentrazione, disciplina) con conoscenze tecnologiche tratte dal mondo della cyber security. Adatto a tutti (dagli 11 anni in su) insegna a stare sicuri in rete e a difendersi da fenomeni come cyberbullismo, adescamento e altre aggressioni digitali. Zanshin è una parola giapponese che indica lo stato di vigilanza controllata e serena che il maestro di arti marziali deve avere prima durante e dopo un aggressione: è uno stato in cui si è coscienti di tutto ciò che ci circonda (pericoli e aggressori inclusi) senza per questo cedere alla paura, all'ira o ad altri sentimenti.
Quindi, nel nostro caso, si configura come addestramento mentale per apprendere metodi operativi di difesa per far fronte a una truffa, sempre rispettando le Regole del Dojo, la prima delle quali è Non usare ciò che si impara per fare del male. Paradossalmente la spada giapponese delle arti marziali non ha ucciso nessuno, il cellulare sì!
I principi del dojo kun sono cinque:
1) Migliora il carattere (Ricerca la perfezione del tuo carattere).
Questa prima regola sottolinea l’importanza dell’equilibrio nell’uomo. L’esercizio marziale non coinvolge esclusivamente il corpo ma anche lo spirito, che diviene critico in tutte le situazioni quotidiane che ostacolano il perfezionamento di sé stesso. Si devono affrontare le asperità interiori con lo stesso vigore con cui si intraprende l’esercizio fisico che consente di affrontare le difficoltà esterne, lo spirito vigile e analitico deve guidare in tutte le situazioni della vita: confusione, pregiudizio, presunzione, egoismo, sopravvalutazione di se stessi, ingiustizia, autocommiserazione e sentimenti incontrollati ostacolano il progresso sulla Via. Imparare a gestire la propria interiorità, al contrario, aiuta a raggiungere l’equilibrio e a vivere un’esperienza enormemente appagante, se per altro l’allenamento fisico, con l’avanzare degli anni, conosce necessariamente delle limitazioni, lo spirito, invece, deve e può essere perfezionato fino alla morte.
2) Sii sincero (Percorri la via della verità).
Questa regola si esprime nella condotta di vita dell’uomo e nella disponibilità a riconoscere il giusto rapporto tra se stessi e ciò che si ha attorno, presupposto fondamentale per costruire giuste e rette relazioni con le altre persone. Un rapporto proficuo si instaura solo se l’individuo è capace di contemperare le proprie pretese personali con la dedizione e l’apertura verso gli altri, se questo equilibrio viene messo a repentaglio da un comportamento egoistico o superficiale, la comunicazione è soffocata; laddove si pretende più di quanto si dà o si avallano pretese superiori a quanto si è disposti a corrispondere o si promette molto e si mantiene poco, si suscita l’indignazione di quanti si trovano a dover compensare lo squilibrio insorto con un sacrificio superiore al giusto. L’equilibrio tra la pretesa e la disponibilità è il fondamento dello spirito del budo: solo nella verità l’uomo è libero, la pratica di questo principio rende consapevoli, umili e giusti.
3) Rafforza la costanza dello spirito (Persegui l’eccellenza).
Questa regola si riferisce alla realizzazione dell’uomo in relazione ai suoi obiettivi di vita, essa è intimamente connessa ai primi due principi in quanto qualsiasi obiettivo richiede un’analisi approfondita e matura. Se si ha uno scopo, bisogna assumere la giusta condotta, l’ambizione di nuovi obiettivi, in sé e per sé, non è una forza positiva, lo diventa solo se associata a un comportamento maturo, al senso della misura e alla conoscenza.
4) Persegui il rispetto universale (Mantieni un comportamento impeccabile).
Questa regola si riferisce alle norme comportamentali che vanno conservate se si vuol capire gli altri ed essere accettati. La giusta condotta rende l’individuo degno di fede, aperto e semplice, rende possibile la comunicazione con gli altri e contribuisce a mantenere l’armonia nelle relazioni interpersonali. Comportamento impeccabile consiste nella forma comportamentale attraverso la quale una persona comunica a un’altra di essere disponibile a un contatto aperto; senza le buone maniere la franchezza si tramuta in grossolanità, il coraggio in rifiuto, l’umiltà in sottomissione, il rispetto in servilismo e la cautela in timore: l’etichetta provvede a mantenere la pace e l’armonia tra le persone. La comunicazione è fondamentale per trasmettere i giusti comportamenti per gestire le relazioni interpersonali.
Ancora rispetto per l’aggressore. Se non ci si ribella mettendolo all’angolo lui non si vedrà costretto a reagire e a colpirci, semplicemente si può mostrare il proprio disinteresse alla proposta truffaldina, poiché non siamo Superman né la Polizia.
5) Acquisisci autocontrollo (Rifuggi comportamenti violenti).
Questo principio coinvolge la condotta che porta alla formazione di un carattere degno dell’essere umano e alla sua convivenza con gli altri. Nel mondo animale i modelli comportamentali sono istintivi e servono proprio alla conservazione della specie, l’uomo può forgiare tali modelli grazie al proprio intelletto e alla propria conoscenza, controllando la misura delle proprie azioni. L’elaborazione di questo concetto porta alla rinuncia della violenza fisica e allo stesso tempo definisce tutte le forme di ricorso alla violenza quali indegne dell’uomo[1].
Alla luce delle regole appena descritte, quali comportamenti adottare se ci si accorge di essere il bersaglio dell’aggressione, più correttamente, non la vittima della medesima? Considerarsi bersaglio e non vittima dell’aggressione implica un importante aspetto psicologico oltre che fisico o tecnologico. Le aggressioni possono essere sia fisiche che digitali. In entrambi i casi non bisogna mai avere fretta, mai cadere nella trappola del tempo che scade. In quelle fisiche, se non si tratta di violenza, è necessario imporsi di mantenere la calma, sia in caso di richiesta di denaro o se l’aggressore cita incidenti capitati a un nostro parente, in cui l’obiettivo è far leva sui sentimenti familiari, sulle nostre emozioni più profonde. Cosa fare, quindi? Fermarsi e riflettere, prepararsi a fornire un nome falso, sia proprio che di familiari, e dei documenti falsi.
Esempio dell’incidente di un familiare. Il meccanismo è ormai rodato. La rete di truffatori, dopo aver individuato le possibili vittime, si fa viva telefonicamente. Il truffatore si spaccia per carabiniere e comunica al malcapitato di turno che un familiare, magari un figlio o una figlia, ha appena causato un incidente stradale. A questo punto, continua dicendo che l’automobile, dopo i controlli del caso, è risultata essere priva di copertura assicurativa. Inoltre, il sinistro ha provocato il ferimento di alcune persone. Il familiare della vittima della truffa rischia l’arresto. Se non si interviene il prima possibile, magari con una “scorciatoia”, il responsabile dell’incidente stradale sarà presto portato in caserma e subito dopo in carcere. Dall’altra parte del telefono, comprensibilmente, cresce l’allarme e la preoccupazione. Ovvio che, prese per buone queste parole, si chieda al “finto carabiniere” cosa sia necessario fare per evitare che la situazione precipiti. Ecco, allora, la richiesta di denaro. Servono mille, duemila euro da pagare subito. Un “secondo carabiniere” arriverà a casa per prelevare la somma di denaro necessaria. Nessun problema, si conosce l’indirizzo e si arriva nel giro di pochissimi minuti. In alternativa al denaro, che potrebbe non essere immediatamente disponibile, vanno bene anche oggetti di valore. Se non interviene qualcuno a bloccare la truffa o se la vittima non si insospettisce, purtroppo “il gioco è fatto”.
Suggerimento: Mantenere la calma, non farsi prendere dalla fretta, verificare tutte le informazioni interpellando il congiunto che si crede essere in difficoltà, prendere tempo dalla richiesta ricevuta, una volta conclusa la telefonata contattare il numero di emergenza 112 al fine di verificare la veridicità della richiesta ricevuta. Infine, non aprire la porta di casa. Quando stacchiamo la spina mentale, mettiamo nel portafoglio i dati di una persona fidata da contattare, che ci rassicura, per un aiuto.
Esempio di rapina della pensione all’uscita dalle Poste. Gli anziani sono il bersaglio preferito dai ladri, soprattutto all’uscita da Poste o Banche. Le tecniche usate dai truffatori per raggirarli rivelano la natura più vergognosa di questo ampio fenomeno. All’interno dell’Istituto di credito quasi sempre si posiziona un truffatore che, una volta individuato il bersaglio, avvicinandolo gli pone un pezzo di lana sulla spalla, in modo tale che, una volta uscito, il soggetto inconsapevole viene facilmente individuato da un secondo truffatore che provvede a rapinare l’anziano della pensione appena ritirata. 
Riepilogando: Le regole del Dojo:
Non attaccare.
Rispettare l’avversario.
Servizio e disponibilità.
Mantenere sempre l’eleganza del poeta e lo spirito del drago.
Lasciare il Dojo migliore di come lo si è trovato.
I colori della vigilanza:
BIANCO – Inconsapevole, distratto.
GIALLO – Consapevole, vigile.
ARANCIONE – In allerta.
ROSSO – In combattimento.
NERO – Incapace di reagire; vista, udito, sensi inattivi.
Suggerimento del docente: Per controllare il panico, la cui insorgenza è improvvisa, è importante la c.d. Respirazione tattica – Inspirare quattro secondi, fermi quattro secondi, espirare quattro secondi. La ripetizione per addestramento, è fondamentale, entra aria pulita che abbassa il ritmo cardiaco e infonde calma.











































 


Lezione di Mercoledì 01 febbraio 2023. MAURIZIO VARRIANO – SANNITA DI DURONIA

L’INGEGNERIA SOCIALE
Il social engineering, o ingegneria sociale, non è un attacco informatico. Al contrario, riguarda essenzialmente la psicologia della persuasione: prende di mira la mente, proprio come agiscono i truffatori o gli imbroglioni. L’obiettivo è guadagnare la fiducia degli utenti, così che abbassino la guardia, per poi incoraggiarli a compiere azioni non sicure, come divulgare informazioni personali, fare clic sui link oppure aprire allegati che possono essere dannosi. È una disciplina, quindi, che sfrutta processi cognitivi di influenzamento, inganno e manipolazione per indurre una persona a compiere un’azione o a comunicare informazioni riservate.
L’attacco fa leva, dunque, su tratti caratteristici dell’essere umano, come la disponibilità e la buona fede del bersaglio, l’ignoranza e la disattenzione o, ancora, la paura, l’urgenza, la gratitudine. L’ingegneria sociale è un’arma potente ed efficace per i criminali informatici (si pensi, ad esempio, agli attacchi phishing), ma non nasce con l’informatica: lo stesso stratagemma del Cavallo di Troia, a ben guardare, altro non è stato che un attacco di ingegneria sociale (ottimamente perpetrato). Le truffe tramite phishing sono il tipo di attacco più comune di ingegneria sociale. Solitamente si tratta di un’e-mail che sembra provenire da una fonte legittima. Talvolta gli hacker proveranno a indurre la vittima a rivelare i dati della carta di credito o altri dati personali.
In altri casi la vittima dell’attacco potrebbe pagare, ad esempio, la sua disponibilità ad aiutare qualcuno (tenendo aperto un cancello o una porta a un estraneo, se questi fingesse di non trovare le chiavi o il badge), il rispetto per l’autorità o le divise (se l’attaccante indossasse gli abiti di un medico o di un agente delle forze dell’ordine), la paura (se gli fosse comunicato che un conoscente si trova in grave pericolo o che vi è l’urgenza di operare sul suo computer aziendale al fine di scongiurare un attacco hacker) o ancora la gratitudine e la sensazione di essere “fortunati” (se trovasse ad esempio a terra o accanto alla propria autovettura una chiavetta usb).
Come funziona il social engineering?
In un tipico attacco di ingegneria sociale, il criminale informatico comunicherà con la vittima designata sostenendo di far parte di un’azienda fidata. In alcuni casi, proverà addirittura a fingersi una persona conosciuta dalla vittima. Se la manipolazione funziona (la vittima crede che l’hacker sia chi dice di essere), quest’ultimo la incoraggerà a compiere un’ulteriore azione come, ad esempio, divulgare informazioni sensibili quali password, data di nascita o dati bancari. Oppure potrebbe incoraggiare la vittima a visitare un sito Web da cui viene installato un malware, cioè un programma/codice dannoso che mette a rischio un sistema e può causare danni al computer della vittima. Nei casi peggiori, il sito Web nocivo sottrae i dati sensibili dal dispositivo o prende il controllo dell’intero dispositivo.
Perché il social engineering è così pericoloso?
Uno dei maggiori pericoli dell’ingegneria sociale è che gli attacchi non devono funzionare su tutti: un’unica vittima raggirata può fornire informazioni sufficienti per scatenare un attacco che può colpire un’intera azienda.
Nel corso del tempo, gli attacchi di ingegneria sociale sono diventati sempre più sofisticati. Non solo i siti Web o i messaggi e-mail fasulli appaiono abbastanza realistici da indurre le vittime a rivelare dati che possono essere usati per i furti d’identità, l’ingegneria sociale è diventata anche uno dei modi più comuni per gli hacker di violare le difese iniziali di un’azienda o di una persona per causare ulteriori danni e pericoli.
L’ingegnere sociale e la sua vittima.
Da un punto di vista criminologico, l’ingegnere sociale viene descritto come un soggetto con un grado di istruzione medio-alto, ben integrato nel contesto sociale, abile nel gestire le proprie emozioni e nel rapportarsi con gli altri, sfruttando gli elementi tipici dell’essere umano, ma sapendo cogliere eventualmente anche le debolezze specifiche della persona che ha di fronte. Non si tratta dunque necessariamente di un esperto informatico, ma senz’altro l’ingegnere sociale conosce fondamentali nozioni di sociologia e psicologia.
Non esiste, invece, un bersaglio ideale di un simile attacco, anzi, come sostengono gli esperti, “there’s no patch for human stupidity”: “non c’è rimedio per la stupidità umana”. Non è detto, infatti, che il bersaglio sia uno sprovveduto o uno sciocco o un soggetto debole e facilmente manipolabile, poiché la scelta dipende, piuttosto, dall’attacco che si intende sferrare e, dunque, dal ruolo ricoperto o delle informazioni condivise sui social network o, più in generale, reperibili.
Come difendersi dagli attacchi di ingegneria sociale?
Sebbene gli attacchi psicologici mettano a dura prova la resistenza anche dei migliori sistemi di sicurezza, si possono ridurre i rischi che ne derivano tramite azioni di sensibilizzazione. È necessario tenere costantemente alta l’attenzione delle persone, con appositi progetti di formazione e informazione. Una formazione continua è fortemente raccomandata. Essa aiuta a difendersi dagli attacchi e a capire perché il loro ruolo all’interno della cultura della sicurezza è fondamentale.
IL CODICE DEI COLORI DELLA CONSAPEVOLEZZA MENTALE
Nel 1975 fu pubblicato un libro negli Stati Uniti d’America con il titolo “Principles of Personal Defence” di Jeff Cooper, Ufficiale del corpo dei Marines degli USA, istruttore di armi da fuoco e scrittore. Il libro parla della consapevolezza della situazione identificata con un codice di 4 colori. Il Codice si compone di 4 colori che contraddistinguono 4 livelli di attenzione nei confronti di una potenziale situazione di pericolo, e sono Bianco, Giallo, Arancione, Rosso. Il Codice Colore aiuta a “pensare” in un combattimento. All’aumentare del livello di pericolo, aumenta la volontà di intraprendere determinate azioni. 
La codifica non ha nulla a che fare con situazioni tattiche o livelli di allerta, ma piuttosto con il proprio stato d’animo, e fa riferimento al grado di pericolo per il quale si è disposti a fare qualcosa e che consente di passare da un livello di mentalità a un altro per permettere di gestire correttamente una determinata situazione, analizzando l’ambiente che ci circonda, il luogo in cui viviamo e la società in cui siamo immersi.
Avere una consapevolezza di ciò che accade intorno potrebbe fare la differenza tra l’affrontare un problema con la giusta preparazione oppure venire travolto da esso.
Condizione Bianca: Si è in una condizione di totale rilassamento, si è inconsapevoli e impreparati al più banale imprevisto che potrebbe essere dal dimenticare il portafoglio quando si esce fino a lasciare le chiavi di casa attaccate alla porta, ma gli esempi potrebbero essere ben peggiori.
Questa situazione ci pone nella condizione, tra l’altro molto comune, di dire “Non può succedere a me” delegando a terze persone il compito di provvedere alla nostra sicurezza a tutti i livelli. La condizione bianca può essere assimilata alla frase “testa fra le nuvole”.
Condizione Gialla: Volendo racchiudere questa condizione in una analogia, si potrebbe sintetizzare in rilassati ma consapevoli vigili di dove siamo e cosa stiamo facendo. Se siamo in auto prestiamo attenzione a cosa fa l’auto davanti a noi e quella dietro, agli incroci prima di partire controlliamo sempre a destra e sinistra prima di attraversarlo, al parcheggio controlliamo brevemente chi c’è intorno a noi prima di salire in auto. A piedi riusciamo a districarci tra la folla senza investire nessuno. Questa dovrebbe essere la perenne condizione in cui dovremmo essere quando siamo in luoghi affollati. Non è affatto paranoia, semplicemente prestiamo limitatamente attenzione a ciò che accade intorno a noi a breve distanza.
Condizione Arancione: Allarme specifico. L’auto di fronte a noi ha inchiodato: o si frena immediatamente oppure si sterza. Un tizio sconosciuto ci sta seguendo fin dove abbiamo parcheggiato l’auto. Tra la folla si nota una persona sconosciuta che sta dirigendosi energicamente verso di noi, oppure una discussione sta degenerando in un alterco vero e proprio. Questa condizione è quella che ci prepara ad amministrare situazioni critiche vere e proprie. In questa situazione stiamo valutando attivamente le opzioni di fuga, messa in atto di azioni scaturite da situazioni passate o formazione personale. È sempre necessario essere nella condizione arancione quando, ad esempio, suonano alla porta con una scusa qualsiasi, apparentemente plausibile, presentandosi come la donna delle pulizie della signora del piano di sopra o il prete che benedice le case in sostituzione del sacerdote titolare o, anche, la Polizia. Per verificare che sia effettivamente la Polizia per prima cosa ci si deve accertare che fuori ci sia la volante ad aspettare e, sempre in allerta arancione, chiamare il numero 112 che verifica dalla Centrale la presenza della pattuglia in servizio, confermando o smentendo l’esattezza di quanto asserito dai presunti poliziotti.
Condizione Rossa: Rischio in corso. Davanti a noi c’è stato un grave incidente, è scoppiata una rissa durante la festa di paese e noi con i nostri cari siamo lì vicino, vediamo il lampadario ondeggiare sintomo di un possibile terremoto, dobbiamo assolutamente prevenire danni mettendo in atto una azione rapida, fulminea ed efficace magari appresa in corsi di formazione e continue esercitazioni.
E’ praticamente impossibile passare dalla Condizione Bianca a quella Rossa istantaneamente, ma è invece facile passare dalla Gialla alla Rossa senza troppi ritardi.
Ci sarebbe da aggiungere una quinta condizione, ossia quella NERA.
La Condizione nera è la più disastrosa, talvolta figlia di quella bianca, talvolta invece è una condizione estrema venutasi a creare dopo quella rossa.
Nel primo caso rappresenta il panico, l’immobilità totale, l’incapacità di reagire ad un evento perché si è sopraffatti dalla paura e\o dal panico, purtroppo i risvolti di questa situazione sono spesso tragici o che lasciano un segno indelebile nella vita di chi la subisce. Mentre nel secondo caso è una estremizzazione della condizione rossa nella quale si combatte per la propria incolumità ed eventualmente per quella dei propri cari.
Quest’ultima porta a prendere decisioni drastiche per riuscire a sopravvivere, che nella quotidianità nemmeno si valuterebbero.
Questa guida cromatica all’atteggiamento mentale è talmente generale e flessibile che si può applicare a qualsiasi attività quotidiana. Si è ben consapevoli di ciò che accade intorno, quindi riduciamo drasticamente le possibilità di essere colti di sorpresa, una cosa è certa “L’unica cosa prevedibile di una situazione è l’imprevedibilità dell’evolversi di essa”. E soprattutto in questi casi non esistono giovani o anziani, il nostro cervello funziona in tutti allo stesso modo!
Esempi di truffe con Carte di Credito.
L’utilizzo dei mezzi di pagamento elettronico, carte di credito o bancomat, è un sistema comodo che ci consente di girare, viaggiare e fare acquisti con poco denaro contante nel portafoglio. Tuttavia il progresso tecnologico il più delle volte va di pari passo con nuove ingegnose truffe. Ecco alcuni esempi degli “incidenti” in cui è possibile imbattersi ma che, per fortuna, è altrettanto possibile prevenire.
La distrazione. Se si ha la necessità di prelevare denaro in contante dallo sportello bancomat della Banca o dell’Ufficio Postale, è bene avere massima allerta. Non appena ritirati i soldi, un malintenzionato potrebbe seguirci e distrarci con le scuse più fantasiose, mentre un complice tenta di sottrarci dalla borsetta o dal borsellino le banconote. Specialmente nei giorni in cui si ritirano i soldi della pensione, è sempre bene farsi accompagnare e conservare accuratamente il denaro in una tasca interna. Durante il tragitto di ritorno dalla banca o dall’ufficio postale diffidiamo degli sconosciuti che potrebbero avvicinarci con giustificazioni poco plausibili e non perdiamo d'occhio né la borsa né il portafoglio.
La clonazione del bancomat. Sembra incredibile ma è vero: sono stati inventati dei dispositivi in grado di rubare il codice PIN del bancomat mentre si effettua un prelievo o altre operazioni bancarie. Per maggiore sicurezza il contante andrebbe esclusivamente ritirato presso lo sportello bancomat della propria filiale.
Inoltre, prendiamo la buona abitudine, mentre digitiamo il codice PIN, di utilizzare una schermatura, anche l’altra mano, per rendere difficile a una microtelecamera di registrare i dati della carta. Se doveste accorgervi di prelievi o di spese sul conto corrente di cui non conoscete l’origine, la vostra carta potrebbe essere stata clonata. Allora è necessario contattare senza indugio il numero verde per richiederne il blocco, nonché sporgere denuncia alle autorità competenti.
La carta contactless. Le nuove carte di credito contactless hanno l’indubbio vantaggio di permettere di pagare fino a trenta euro senza dover inserire il Pin e con il semplice passaggio della carta sul dispositivo elettronico.
Ma attenzione: sono carte piuttosto vulnerabili e attraverso apparecchi, acquistabili anche on line, è possibile sottrarre denaro al loro titolare. Come avviene questo furto digitale? Semplice: un esperimento sociale in metropolitana ha mostrato come il malvivente avvicina alla borsa o al portafoglio della vittima un congegno elettronico con il quale gli prosciuga il conto. Per proteggere il proprio denaro esistono delle apposite custodie capaci di schermare il chip della carta contactless, tipo RFO Protection – Custodia protettiva.
Skimmer bancomat: Cos'è e come funziona? In termini semplici, un ATM skimmer, o skimmer bancomat, è un dispositivo che viene usato dai malintenzionati per rubare informazioni sensibili relative a una carta di credito. Nello specifico, si tratta di una sorta di lettore appositamente studiato che viene posizionato sopra il lettore originale dello sportello ATM. In questo modo, la vittima che sta effettuando un prelievo ATM non si accorgerà della presenza di un lettore aggiuntivo, inserendo la sua carta senza neanche pensarci. Oltre a questo lettore, possono essere presenti dei dispositivi aggiuntivi che hanno lo scopo di individuare il PIN della carta, come dei sensori o delle piccole videocamere.
Alcuni truffatori utilizzano persino delle tastiere finte, che registrano il codice PIN inserito dalla vittima e lo inviano all’interessato. 
Esempi di truffe fisiche.
La truffa dello specchietto. La truffa dello specchietto è una pratica semplice ma micidiale: il malvivente finge che il suo specchietto sia stato rotto dalla vostra vettura in marcia, in modo da farsi dare i soldi in contanti per riparare il danno. È una scelta “furba” per i truffatori, perché lo specchietto è in assoluto la parte più sporgente dell’auto e quindi è l’estremità più scelta. Comunque, truffe simili vedono ammaccature sulla fiancata al posto dello specchietto, ma il succo è sempre lo stesso: vi diranno che il danno è stato causato da voi.
I ladri agiscono in modo molto elementare: da una vettura ferma, o comunque in marcia lenta, il malvivente lancia palline di plastica o gomma, o piccoli sassi, sulla fiancata del malcapitato prescelto, in modo da fare un rumore abbastanza percettibile. In seguito, l’auto dei ladri si avvicina e i malviventi chiedono al leso di venire a constatare il danno che secondo loro è stato da lui arrecato: di solito, appunto, lo specchietto rotto. Dopo la constatazione, i malviventi chiedono al truffato un risarcimento in denaro immediato e in contanti, in modo da evitare la burocrazia e accelerare i tempi. 
Naturalmente, non viene chiesto con gentilezza, ma in modo abbastanza minaccioso e, tra l’altro, la cifra richiesta per finirla lì non è molto economica: infatti, per evitare qualsiasi grana, l’automobilista leso fa vedere tutte le banconote che ha con sé e che il ladro valuta a seconda del danno (possono essere 20, ma anche 50 euro).
Come difendersi dalla truffa dello specchietto. Se la truffa dello specchietto è semplice, evitarla lo è un po’ meno. Un modo ottimo per iniziare, comunque, è quella di abituarsi a non marciare troppo vicini alle auto in sosta, in doppia fila, o che procedono molto lentamente.
Quando, poi, i truffatori chiedono di scendere per la constatazione (non) amichevole del danno, di solito non vanno ignorati perché la situazione potrebbe peggiorare con insulti ai nostri danni. Meglio scendere, dire di non avere dietro il portafoglio (né carte di credito o bancomat) e soprattutto far notare gentilmente di essere in disaccordo, e quindi di voler chiamare i vigili per risolvere la questione. Noteremo di aver scampato la truffa dello specchietto perché al nostro voler procedere per vie legali, i truffatori preferiscono lasciar perdere e se ne vanno via. Per i più anziani e per i giovani, è bene rivolgersi rispettivamente ai figli o genitori e/o zii, ovvero a un adulto che possa risolvere. Possiamo dire che l’auto non è nostra, e che proveremo a contattare il proprietario: anche in questo caso, il truffatore abbandonerà il suo intento. La via migliore è comunque dichiarare l’intento di chiamare i vigili, scriversi la targa ed eventualmente sporgere denuncia.
La truffa delle chiavi al parcheggio. L’hanno chiamata «truffa delle chiavi» o dei «parcheggi dei supermercati» per identificare una serie di furti con lo stesso modus operandi. I truffatori, che come spesso accade prendono di mira soprattutto gli anziani, operano prevalentemente nei parcheggi dei supermercati dove agganciano le vittime chiedendo loro: “Scusi, ci sono della chiavi accanto alla sua auto. Sono cadute a lei?”, per poi far scattare il piano quando la vittima sta per entrare in macchina. Un paio di chiavi, anticipatamente posizionate lì dai truffatori, si trovano davvero per terra. A quel punto gli anziani guardano le chiavi per cercare di capire se sono le loro e in quel momento, approfittando della loro distrazione, un truffatore apre lo sportello dell’auto e ruba la borsa o il portafogli.
I truffatori, che scelgono prevalentemente anziani e donne, complice il fatto che quest’ultime hanno le borse che sono più facili da rubare in pochi secondi, agirebbero sempre in coppia o più: uno effettua il furto, un secondo complice effettua l’aggancio, spesso offrendosi anche di reggere le buste della spesa alle vittime, mentre un terzo uomo, a volte anche in compagnia di un quarto, aspetta gli altri due complici in auto pronti per scappare. «Quindi occhio, prendiamo sempre la borsa prima di scendere dall'auto e verificare» avvertono dalla Polizia di Stato per questo genere di truffe nei parcheggi dei supermercati, spesso con alcune varianti come ad esempio indicare dei soldi a terra, di solito spiccioli, o una delle ruote come sgonfia o bucata.
Si tratta di sistemi usati sempre per distrarre la vittima designata per quei pochi secondi sufficienti affinché un complice possa entrare in azione e derubare borse e/o borsellini vari.


































 


Lezione di Mercoledì 15 febbraio 2023. MAURIZIO VARRIANO – SANNITA DI DURONIA

Riepilogo delle lezioni precedenti. Le emozioni sono il nostro punto debole. Mai avere fretta. Chiedere sempre aiuto a qualcuno. Condividere e raccontare. Codice dei Colori della Consapevolezza Mentale: BIANCO – GIALLO – ARANCIONE – ROSSO – NERO. L’Arancione è il colore di preallarme che incita a fermarsi sempre e riflettere.
Riportare i propri dati per promemoria. Aggiungere il numero delle Forze dell’Ordine 112, scaricando un’Applicazione, predisposta da esse, che permette di fare in automatico la chiamata, anche in caso di ansia o panico. Il problema più grande è la vergogna di non essere idonei ad affrontare le situazioni di pericolo. Esercizio per la mente è la calma che ci permette di ripassare le istruzioni impartite.
Nome dell’Applicazione «112 Where Are U», si può scaricare da Google Play. Il consiglio è di esercitarsi ad aprirla e usarla.
Internet e i suoi problemi. I messaggi, le informazioni, le foto su Internet sono custoditi in un «magazzino» globale che li mantiene anche se vengono cancellati dal proprio cellulare. Il GDPR – Regolamento UE 2016/679, all’art. 17 prevede il diritto all’oblio cioè, secondo quanto previsto per legge, l'interessato ha il diritto di ottenere, da parte del titolare del trattamento, la cancellazione dei dati personali che lo riguardano, senza ingiustificato ritardo; mentre il titolare del trattamento ha l'obbligo di cancellare (sempre "senza ingiustificato ritardo") i dati personali. Il diritto all'oblio permette agli individui di tutelare la propria immagine, richiedendo la cancellazione di contenuti, presenti online, che possono danneggiare fortemente la loro reputazione.
Si tratta di un problema che riguarda singole persone ma anche aziende. Con l'esplosione di Internet e delle notizie che vengono pubblicate ogni giorno, appare chiaro come i motori di ricerca siano archivi enormi di informazioni di oggi ma anche del passato. E quindi, anche di news ormai obsolete, non più aggiornate o veritiere, oppure semplicemente legate a vicende non più rilevanti per il diritto di cronaca, ma che a volte causano ancora effetti negativi sui soggetti direttamente coinvolti.
Oltre a tale problema vi è la concreta possibilità che messaggi di posta elettronica, ma anche via SMS da cellulare, da indirizzi email o numeri di telefono sconosciuti o falsi, si possano celare truffe. Si pensi a Poste Info. In casi di richiesta informazioni, notizie, link di collegamento a siti sconosciuti, mai cliccare o inviare dati personali o numeri di carte di credito. Ricordare che le Autorità Pubbliche non inviano mai SMS di richiesta informazioni o link da cliccare. La verifica della veridicità del sito si rileva dall’esame dell’indirizzo che compare nella barra degli indirizzi: URL. Es. http://www.google.com
                                                            ↓         ↓      ↓       ↓
                                                      PROTOCOLLO   SOTTODOMINIO    NOME        DOMINIO
                    DOMINIO   DI I LIVELLO  
In caso di dubbio leggere da destra a sinistra, dalle «pagine» esterne arrivare alla prima barra «Slash», fino a giungere al nome del Dominio di I Livello. «Link» vuol dire Collegamento. Nota: gli Account con gmail.com non sono mai ufficiali.


































 


Lezione di Mercoledì 01 marzo 2023. POLIZIA STATALE – CRIMINALITÁ ORGANIZZATA CAMPOBASSO

Durante questa lezione la Polizia Statale ha illustrato i vari tipi di truffe tipiche perpetrate ai danni degli anziani, soprattutto al telefono, che i malviventi mettono a punto dopo aver battuto un’intera strada servendosi dell’elenco telefonico, fino a trovare una persona sola, disponibile a dare ascolto. Generalmente si spacciano per avvocati o carabinieri informando il bersaglio di un incidente in cui un figlio o un parente avrebbero investito un’altra persona e come conseguenza ci sarebbe stato l’arresto, per la cui liberazione occorrerebbero migliaia di euro, anche in oro. La Polizia ha accertato che si tratta di gruppi organizzati che si muovono in varie Regioni, fino al nord d’Italia. Ha sottolineato la necessità di denunciare sempre in modo da permettere di individuare la linea da cui sia partita la chiamata e da dove. In casa, poi, vari sono gli espedienti con cui i truffatori tentano il raggiro delle persone, particolarmente gli esempi della fuga di gas o della suora laica con acqua benedetta.
I consigli della Polizia Statale:
  • Non aprire mai la porta.
  • Verificare la veridicità delle informazioni fornite dai malviventi con una chiamata al 112.
  • Farsi sempre accompagnare se l’approccio avviene fuori da una Banca.
  • Evitare di dare confidenza a chi vuole avvicinarci con varie scuse.
La guerra ha moltiplicato i tentativi di truffa con estorsione di denaro, come pure il COVID e i vaccini. Sono stati, inoltre, proiettati quattro cortometraggi a cura della Polizia di Stato, con attore protagonista Lino Banfi.
La Polizia di Stato di Campobasso segnala che negli ultimi giorni, in questo centro cittadino, si sono verificate diverse truffe in danno di anziani. In alcuni casi, persone qualificatesi dipendenti del Comune di Campobasso o di Società di erogazione di gas, luce o telefonia si sono presentate a casa di persone anziane che vivono sole e, con l'escamotage di voler praticare uno sconto sulle fatture, si sono fatte mostrare documenti, tra cui bollette di pagamento, carte bancomat, libretti postali e/o bancari.
Abbindolando la vittima, hanno sottratto informazioni o si sono impossessati della carta bancomat munita di codice oppure si sono appropriati di banconote con la scusa di verificarne l'autenticità. In altri casi, la vittima è stata fermata per strada e, con il pretesto di vantare un credito da un suo familiare (es. il computer del nipote riparato ma non ancora pagato, l'assicurazione del figlio in scadenza ecc.), il truffatore si è fatto consegnare somme di denaro, arrivando anche ad accompagnare la vittima in banca o all'Ufficio postale per ritirare le somme di denaro che, a suo dire, gli erano dovute. Il truffatore di solito è una persona distinta, dai modi gentili, che usa un linguaggio forbito. Fa presumere di essere a conoscenza di molte informazioni riguardanti la famiglia della vittima nonché di situazioni che, per il modo con il quale vengono esposte, parrebbero corrispondere al vero.
La Polizia di Stato invita, pertanto, la cittadinanza a prestare la massima attenzione: non fidarsi, non aprire la porta di casa ad estranei, non dare confidenza a sconosciuti per strada, anche se sono persone distinte e dai modi affabili. Al minimo sospetto, chiamare il 112 e personale della Polizia di Stato ci raggiungerà e ci darà sostegno.
VADEMECUM della Prefettura con il supporto delle Forze dell’Ordine e della Polizia Postale per i casi ricorrenti di truffe ad anziani:
Truffa del «sedicente avvocato». Il truffatore contatta il malcapitato spacciandosi per avvocato, poi gli riferisce di un possibile arresto (per esempio a causa di incidente stradale) che potrebbe avvenire ai danni di un suo congiunto (che si trova in stato di fermo presso la Questura o una Caserma dei Carabinieri) e prospetta una pronta risoluzione del caso, evitando conseguenze di tipo penale, qualora venga tempestivamente versata una cauzione.
Truffa del «finto tecnico del Comune» incaricato della verifica della rete idrica. Il truffatore, presentatosi presso l’abitazione dei malcapitati, solitamente anziani, riferisce di una contaminazione dell’acqua con rischio di un immediato pericolo di esplosione delle tubature dell’acqua, riuscendo a convincere l’anziano a riporre i monili in oro in frigorifero e, approfittando di un momento di distrazione, se ne impossessa dandosi poi ad immediata fuga. In alcuni casi si è registrato l’utilizzo dello spray al peperoncino da parte dei malviventi per convincere gli anziani proprietari dell’abitazione dell’effettiva contaminazione dell’acqua.
Truffa della «polizza assicurativa». Il truffatore si spaccia per un intermediario assicurativo e propone prodotti assicurativi a prezzi molto vantaggiosi. Una volta ottenuto il pagamento, emette una falsa polizza RC.
Truffa del «finto operatore di banca». Il truffatore contatta telefonicamente o via sms la vittima spacciandosi per un impiegato di banca. Si fa poi consegnare gli estremi delle carte di credito e dei conti correnti per poi effettuare dei bonifici.
Truffa del «fornitore di energia elettrica». Il truffatore contatta telefonicamente la vittima prescelta spacciandosi per un incaricato di un’azienda erogatrice di energia elettrica. Propone dei contratti a prezzi molto vantaggiosi e si fa consegnare un anticipo in denaro.
Truffa del «finto bisognoso». Il truffatore si finge indigente e bisognoso. Raggira il malcapitato facendosi elargire denaro tramite bonifico.
Truffa del «finto appartenente alle Forze dell’Ordine». Il truffatore, fingendosi Carabiniere o comunque appartenente alle Forze dell’Ordine, unitamente a un complice che si finge addetto al controllo dell’impianto idrico, paventano alla vittima una possibile contaminazione dell’acqua. Una volta all’interno dell’abitazione, soggiogano il malcapitato, asportandogli oro e contanti.
Truffa del «caro nipote». Il truffatore contatta la vittima sulla sua utenza telefonica casalinga, generalmente acquisendo il nome da registri telefonici pubblici e concentrandosi su nomi non più in uso potenzialmente riferibili a persone anziane e, spacciandosi per un parente gravemente malato bisognoso di cure mediche costose (negli ultimi anni molto utilizzato il finto malato Covid ricoverato in struttura sanitaria e prossimo a intubazione), convince la vittima a raccogliere il denaro e oggetti preziosi da consegnare ad un incaricato del ritiro che si presenterà con una parola chiave, generalmente un nome proprio.

































 



Lezione di Mercoledì 15 marzo 2023. GUARDIA DI FINANZA – TENENTE VINCENZO DI COSIMO – GRUPPO DI CAMPOBASSO
Le casistiche trattate dalla Guardia di Finanza sono varie. Il Tenente Vincenzo Di Cosimo ha esaminato il caso delle truffe perpetrate a opera di falsi appartenenti alle Forze dell’Ordine che si presentano in divisa presso i malcapitati. Le scuse che utilizzano per entrare negli appartamenti sono le più svariate. I bersagli vengono contattati telefonicamente o con visita domiciliare per essere informate di un incidente o di un arresto di un familiare, per il cui rilascio è necessaria una cospicua somma di denaro e, in mancanza, di oro o gioielli. Da rilevare che la legge italiana non prevede nulla di tutto ciò, è sempre necessario un verbale a cui fa seguito il relativo iter burocratico. Sottolinea il Tenente che le Forze dell’Ordine operano di norma in coppia, in divisa e si muovono con la vettura di servizio. Se sono in borghese, hanno sempre la placca dell’Ordine e il tesserino, quindi, è importante prendersi tutto il tempo per esaminarli e, nel dubbio, chiamare la Centrale per la verifica.
La truffa online, nota anche come frode online o cyber truffa, è un tipo di truffa che viene realizzata attraverso l'utilizzo di internet. Nel caso di truffe online, il soggetto attivo del reato sfrutta il web e l'anonimato che caratterizza il mondo online per raggirare le persone, ottenere informazioni personali, ottenere indebitamente somme di denaro o in generale trarre in inganno le vittime. Le truffe online vengono generalmente commesse mediante l'utilizzo delle più note piattaforme di social media (Facebook, Instagram, Tik Tok, Linkedin) per inviare messaggi (DM) fraudolenti o pubblicare annunci ingannevoli al fine di frodare gli utenti, o virus e cryptolocker. Sulla posta elettronica o via SMS vengono inviate comunicazioni provenienti apparentemente da vari gestori e/o Enti Istituzionali. Tipico il messaggio di partecipazione a un concorso di vincita con invito a cliccare su un link che invia direttamente a un sito pirata che carpisce informazioni sulla carta di credito. Mai cliccare su link sospetti che attivano malware per criptare i dati. Esso è un «software malevolo», un programma/codice dannoso che mette a rischio un sistema.
Ostili, invasivi e volutamente maligni, i malware cercano di invadere, danneggiare o disattivare computer, sistemi, reti, tablet e dispositivi mobili, spesso assumendo il controllo parziale delle operazioni del dispositivo. Lo scopo dei malware è lucrare illecitamente a spese degli utenti.
Citate poi le truffe c.d. amorose, attivate prevalentemente d nigeriane, che avvengono via chat da parte di persone che si fingono in stato di necessità, con richieste di aiuto economico per poter rientrare in Italia o per poter sbloccare importanti somme di denaro. Le sexy extorsion prevedono che un utente prevalentemente maschile venga contattato da un’avvenente donna che spesso riesce a far cedere la vittima. Il tutto viene registrato per poi ricattare il malcapitato con richieste estorsive. Mai cedere al ricatto per evitare ulteriori e successive estorsioni.
I social. Prestare sempre molta attenzione alle informazioni che si pubblicano sui propri profili social anche in presenza di impostazione della privacy sulla pagina personale. I dati pubblicati forniscono una situazione chiara e in tempo reale per i truffatori. Con la geolocalizzazione si possono individuare i luoghi in cui si soggiorna e svaligiare gli appartamenti vuoti.  
Diversi i suggerimenti per difendersi dal furto d’identità attraverso aggiornamenti di sicurezza per Windows, browser, antivirus e firewall. Mai scaricare materiale pirata, controllare la sicurezza del sito prima di fornire dati riservati, se è presente il lucchetto il sito è sicuro, se è presente il simbolo che segue non è sicuro:
Evitare il salvataggio automatico della password, cambiandola spesso. Per decriptare le password basta un minuto e mezzo. Una email di un amico o di un collega non è sinonimo di autenticità, spesso può nascondere un malware. Spesso anche i numeri di telefono con regolare nome registrato sono creati ad hoc, intestandoli a extracomunitari o tossicodipendenti, dei prestanome in cambio di denaro.








































 


Lezione di Mercoledì 12 aprile 2023. Avv. GIADA CIARLARIELLO.
Diritto e vivere civile. In campo di truffe siamo nel diritto penale. Che cos'è e quando si configura il reato di truffa previsto dall'art. 640 del Codice Penale.
1. Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire cinquecento a diecimila.
2. La pena è della reclusione da uno a cinque anni e della multa da lire tremila a quindicimila:
1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro Ente pubblico o dell'Unione Europea o col pretesto di far esonerare taluno dal servizio militare;
2) se il fatto è commesso ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l'erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell'Autorità;
2-bis. Se il fatto è commesso in presenza della circostanza di cui all'articolo 61, numero 5).
3. Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra taluna delle circostanze previste dal capoverso precedente.
L’art. 640 c.p., previsto al capo II del libro II del Codice Penale tra i “delitti contro il patrimonio mediante frode”, disciplina il reato di truffa. La truffa ex art. 640 c.p. è un reato comune e, in quanto tale, può essere commesso da chiunque ponga in essere la condotta descritta dalla norma. La fattispecie incrimina chiunque, inducendo taluno in errore mediante artifici o raggiri, procuri a sé o ad altri un ingiusto profitto, a cui corrisponde il danno di colui che subisce l’indebita sottrazione patrimoniale.
Si ritiene unanimemente che la truffa sia un reato plurioffensivo: nonostante si trovi nel codice penale tra i delitti contro il patrimonio, il bene giuridico che la norma incriminatrice tutela non si esaurisce nel patrimonio della vittima del reato, poiché ad essere pregiudicata dal delitto di truffa è anche la capacità di libera e autonoma scelta del destinatario, una volta che sia indotto artificiosamente in errore dall’autore del reato.
La condizione di errore in cui la vittima del reato di truffa viene tratta rende tale reato possibile solo a condizione che il soggetto passivo del reato (quindi, la vittima) cooperi, anche se la sua volontà risulta condizionata dall’errore o dall’inganno: sicché la truffa viene comunemente inquadrata tra i reati c.d. «a cooperazione artificiosa della vittima» poiché giammai si verificherebbe l’evento di danno se la vittima non prestasse la propria collaborazione, ancorché inconsapevolmente, alla realizzazione del fine perseguito dal soggetto che realizza la condotta vietata dall’art 640 c.p.
In forza di questi presupposti, per esempio, commette il reato di truffa chi, fingendo un coinvolgimento sentimentale, induce taluno a compiere atti di disposizione patrimoniale in proprio favore (si pensi all’acquisto di un immobile), con l’inganno di un imminente progetto di vita comune ma, poi, una volta realizzato il proprio scopo di lucro, lo abbandoni.
Alcuni esempi di truffe. Phishing che cos'è? (Polizia Postale). E’ una particolare tipologia di truffa realizzata sulla rete Internet attraverso l’inganno degli utenti. Si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli. Attraverso una e-mail, solo apparentemente proveniente da istituti finanziari (banche o società emittenti di carte di credito) o da siti web che richiedono l'accesso previa registrazione (web-mail, e-commerce ecc.). Il messaggio invita, riferendo problemi di registrazione o di altra natura, a fornire i propri riservati dati di accesso al servizio. Solitamente nel messaggio, per rassicurare falsamente l'utente, è indicato un collegamento (link) che rimanda solo apparentemente al sito web dell'istituto di credito o del servizio a cui si è registrati.  In realtà il sito a cui ci si collega è stato artatamente allestito identico a quello originale. Qualora l'utente inserisca i propri dati riservati, questi saranno nella disponibilità dei criminali.
Truffa del pacco. Il malfattore, spacciandosi per un corriere espresso, invia un messaggio alla vittima nel quale afferma che un pacco è stato recapitato presso un punto di consegna ed è in attesa di ritiro. Il testo del messaggio viene poi completato con un link fraudolento che rinvia ad un sito clone in cui, per accedere, viene richiesto di inserire i propri dati personali e bancari, ma il vero scopo del truffatore è quello di impossessarsene.
I consigli:
Se non è stato effettuato alcun ordine, ignorare il messaggio ricevuto e cancellarlo perché potrebbe trattarsi di un tentativo di phishing. Se invece si è in attesa di una consegna, verificare lo stato della spedizione esclusivamente attraverso il sito ufficiale su cui è stato effettuato l’ordine e, nel caso di dubbi, contattare il servizio clienti del venditore.
Si raccomanda, in ogni caso, di non divulgare mai i propri dati personali e bancari.
Se mentre si naviga in Internet o quando si accende il pc si aprono finestre di alert per potenziali Trojan che hanno compromesso il tuo computer invitando a chiamare un numero verde, NON BISOGNA MAI FARLO. Si tratta di una nuova tipologia di truffa con un falso messaggio audio di Microsoft. Basta spegnere il computer. Aggiornare l’antivirus e fare la scansione dei file. Per sicurezza cambiare anche le password dei propri profili.
Truffa case vacanze in affitto. Una villa con «vista mare» o in una esclusiva località di montagna ad un prezzo di affitto vantaggioso; il proprietario che si mostra impaziente di concludere l’affare proponendo forme di pagamento «non tracciabili» e si trova nell’impossibilità di incontrarvi perché all’estero.  E’ il preludio di quello che potrebbe rivelarsi una truffa.
  • È sempre consigliabile leggere con attenzione le norme contrattuali richiedendo tutte le informazioni necessarie;
  • Raccogliere informazioni su colui che propone l’immobile;
  • Chiedere al locatore quanti più dati possibili così da avere una ragionevole certezza dell’identità della persona e della reale esistenza dell’immobile in questione;
  • Non inviare denaro preventivamente;
  • Scegliere metodi di pagamento “sicuri” evitando il pagamento su carte pre-pagate e concludere, preferibilmente, i contratti personalmente;
  • Diffidare di offerte “particolarmente vantaggiose” e provenienti dall’estero;
  • Inserire su un motore di ricerca i dati di cui si è in possesso per verificare se l’annuncio sia stato già oggetto di segnalazione;
  • Inserire l’immagine dell’immobile proposto nell’annuncio su “Google Immagini” per verificare se la foto sia originale o sia stata prelevata dal web;
  • Attraverso “Google Maps” verificare se, all’indirizzo presente sull’annuncio, corrisponda effettivamente l’immobile in affitto;
Non accettare mai di proseguire la trattativa al di fuori della piattaforma dove è presente l’annuncio, utilizzando sistemi di messaggistica diversi da quelli previsti dalla piattaforma stessa.
Nel sistema nervoso l'amigdala riveste il ruolo di mediatore centrale delle emozioni. Essa attribuisce significato emotivo a informazioni di stimoli provenienti dal mondo esterno, dall'interno del corpo e dal cervello, come pensieri e ricordi. In una situazione di paura, ad esempio, entra in funzione una specie di allarme e i messaggi che vengono inviati al cervello provocano i sintomi tipici della paura: vengono secreti quegli ormoni che inducono una reazione di combattimento o fuga, si ha un’accelerazione della frequenza cardiaca, un innalzamento della pressione sanguigna mentre il respiro rallenta e altro. L’amigdala può innescare una risposta emotiva prima che i centri corticali abbiano compreso ciò che sta accadendo; ne consegue che i segnali che passano direttamente attraverso l’amigdala corrispondono ai sentimenti più primitivi e potenti: questo spiega la capacità dell’emozione di soffocare la razionalità.
La nostra consapevolezza emotiva passa proprio dalla conoscenza del nostro modo di percepire e reagire di fronte alla realtà. Dalle nostre modalità cognitive di comprensione dell’ambiente, dalle reazioni fisiche e mentali all’evento e dalle modalità con le quali comunichiamo agli altri. La consapevolezza delle emozioni che viviamo ci permetterà di controllarle e gestirle.
PAURA → Protezione;
DISGUSTO → Protezione;
RABBIA → Aggressione;
SORPRESA → Orientamento;
GIOIA → Riproduzione;
TRISTEZZA → Elaborazione.





































 


Lezione di Mercoledì 17 maggio 2023. SEDE A.RE.S. SCARL – Dott.ssa PAOLA PIETRANGELO. INNOVAZIONE SOCIALE.
Fondata nel 1988, la Cooperativa A.RE.S. è nata da un Corso di formazione professionale, di cui all’acronimo Agenzia Regionale Servizi – A.RE.S.: Progettazione – Formazione – Coworking. (Il coworking (in italiano co-lavoro o lavoro in condivisione) è uno stile lavorativo che implica la condivisione con altre persone di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un'attività indipendente).
Identificata con il Dio greco della guerra Ares, la Cooperativa ritiene che destreggiarsi nel mondo del lavoro è un continuo guerreggiare, soprattutto per le donne. Lo staff è composto da giovani, anche progettisti, contabili, formatori, strateghi del web, regina dei social e re dei video. Le giovani leve civili caratterizzate da fiducia e felicità per il modo di vivere aziendale. Caratteristiche alla base del lavoro di squadra sono la trasparenza, l’onestà e la schiettezza insieme all’interesse comune: l’innovazione sociale.
L’attività si dirama in diversi settori, dalla formazione professionale rivolta a varie categorie ai corsi per l’inserimento nel mondo del lavoro; dall’affiancamento nelle scuole ai disabili con figure professionali formate e inserite negli Albi ai metodi innovativi per cercare lavoro in gruppo, al fine di automotivarsi, come lo Job Club, metodo inserito in un progetto A.RE.S. da presentare in Europa in collaborazione con Enti diversi, per permettere il contatto dei giovani in Europa in ambito lavorativo (simile all’Erasmus in ambito di studio).
ARES si occupa, inoltre, dei progetti di integrazione dei migranti minori non accompagnati dai genitori. Kande design: dal Senegal a Campobasso un ragazzo senegalese, promessa stilista, ha sfilato nel Centro Storico. E ancora innovazione sociale che presuppone di fare le cose in modo nuovo. Ride creation: laboratorio itinerante per la conversione ecologica.
Per la realizzazione dei tanti progetti, A.RE.S. si attiva per intercettare le risorse finanziarie sia regionali che nazionali, oltre che europee, e inserirle in progetti inviati all’autorità che mette a disposizione le risorse. Se il progetto viene approvato si attivano le iniziative proposte. Sviluppo di relazioni interculturali anche tra Paesi limitrofi, con incontri intergenerazionali per il reciproco scambio e arricchimento.
E poi il progetto sulla povertà educativa, rivolto ai minori tra 11 e 17 anni, che vivono in condizioni di scarsa possibilità di incontro e crescita culturale.




























 


Lezione di Mercoledì 30 maggio 2023. INCONTRO CON I CARABINIERI. Dott. GIUSEPPE MASSARO.
Il dott. Massaro ha presentato il rapporto di un’indagine condotta in Puglia relativamente a una truffa sui generis, con la richiesta di collaborazione della vittima. Sottolinea l’importanza della prevenzione oltre alla repressione. In Molise, ha esplicitato, la popolazione over 65 si attesta oltre il dato nazionale, per questo malfattori senza nessuno scrupolo colpiscono persone anziane e inermi, in cui l’aspetto morale è maggiormente esecrabile. Un intervento legislativo nel 2009 ha modificato e integrato l’art. 61 del Codice Penale, data l’incidenza delle truffe in danno degli anziani quotidianamente. La centrale di questo genere di truffe è a Napoli, con un’organizzazione ben radicata e ramificata.
Il Capitano ha ribadito che nessun Ufficio pubblico o privato manda proprio personale presso le abitazioni a richiedere denaro, se succedesse bisognerebbe segnalarlo immediatamente alle Autorità preposte poiché le Forze dell’Ordine non possono essere dappertutto. Campobasso non ne è esente, al pari di tutte le città d’Italia. Sono, infatti, aumentati i furti in appartamento, per questo è importante aumentare i controlli preventivi, data l’influenza delle Regioni limitrofe. Attenzione anche ai Bulgari che sono dotati di chiavi che aprono tutto, perfino le casseforti, senza che i proprietari inizialmente si insospettiscano. A tali soggetti non interessano gli spiccioli, che non prendono, ma il colpo grosso della cassaforte. Si tratta di un professionismo più sofisticato rispetto ai ladri che entrano e mettono in soqquadro la casa, entrando dai balconi o dalle finestre. A Campobasso è più frequente quest’ultimo tipo di furti.
I malfattori studiano giorni prima le abitazioni da colpire, non c’è il c.d. palo, come si pensa, ma un autista che conduce i complici al bersaglio individuato, li lascia e li riprende quando loro avvertono di aver completato il colpo. Anche in caso di venditori porta a porta che non si conoscono bisogna avvertire, poiché l’individuazione del soggetto da parte delle Forze dell’Ordine è fondamentale. La collaborazione, infatti, porta a numerosi effetti benefici sulla possibilità di sventare i colpi. È seguita l’esposizione di una vasta casistica di furti in varie località del Molise e dell’Abruzzo. I malfattori utilizzano delle macchine a noleggio, poiché non sono rubate, quindi non sono segnalate ma pulite e intestate a Concessionarie.
L’Arma dei Carabinieri può sfruttare la capillarità della presenza sul territorio. Il Nucleo Operativo per la repressione è un organismo che opera sul territorio per la prevenzione. Riferimenti anche agli incidenti mortali per guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, nonché alle norme di comportamento previste dal Codice della Strada, dall’art. 140, con riferimento alla perizia da attuare per evitare gli incidenti. Il concorso di colpa va sempre evidenziato, come la possibilità di prevedere le intenzioni di altri automobilisti, ad es. agli incroci, anche se si passa col verde.
Infine il Capitano Massaro ha descritto l’incidente capitato a un bambino in un investimento, finito con la rottura della gamba, in cui la culpa in vigilando del padre non può essere applicata dai Carabinieri ma dal giudice. Dopo la redazione del verbale all’investitore, si è scoperto che il padre del bambino era Conti, poi diventato Presidente del Consiglio.

Maria Pantalea Morello
 
[1] Zanshin Tech Digital Warrior.