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Cenni storici - Lucito

L'etimologia di Lucito pare che derivi per avventura da lucus, bosco consacrato a qualche divinità, ovvero da saliceto, volgarmente sauceto, da cui Luceto. Anticamente lo stemma di Lucito era costituito da un braccio con in mano un ramo di quercia sormontato da una stella. Attualmente lo stemma è composto da una "L" con tre stelle in campo azzurro, circondato da un ramo di quercia ed uno di ulivo, alberi caratteristici del territorio. La nascita del borgo si fa risalire all'epoca della dominazione longobarda, quando pastori agricoltori per sfuggire alle invasioni si rifugiavano nelle caverne scavate nel tufo della collina denominata "Colle a grotte", su cui poi è sorto Lucito. Al borgo storico, che si sviluppa lungo il pendio della collina, si accedeva tramite la "Porta Maggiore", adiacente al palazzo marchesale. Le case alte e serrate dei lati orientale e occidentale fungevano da bastioni. L'assetto urbanistico era stato progettato secondo criteri di fortificazione, considerando le frequenti Invasioni e saccheggi a cui questi territori erano soggetti.
 Le prime notizie dei feudatari di Lucito si hanno nel 1188 quando Gionata di Balbano, signore del feudo, partecipò con altri paesani alla prima crociata in Terra Santa per la liberazione del Santo Sepolcro.
 Alla fine del 1200 il feudo passò dai signori Caracciolo alla famiglia di Sangro: per questa famiglia non fu facile mantenere il possesso di Lucito; le fonti riportano la perdita del possedimento almeno in due occasioni, con la successiva riconquista. Infatti, nel 1382 re Carlo scacciò Tommaso di Sangro da Lucito per aver parteggiato per Luigi d'Angiò. I di Sangro riuscirono a rimpossessarsi del proprio feudo per poi perderlo nuovamente: nel 1498 Salvatore e Carlo di Sangro furono spossessati del feudo per aver commesso il delitto di "fellonia" (infedeltà del vassallo verso il proprio signore) nei confronti di Federico d'Aragona, il quale donò le terre di Lucito e di Castelbottaccio a Consalvo Ferrante da Cordova. La famiglia di Sangro rientrò in possesso del feudo in seguito alla capitolazione di pace nel 1507. Nel 1560 Vittoria e Lucrezia di Sangro, entrambe monache del monastero di Santa Croce di Lucca a Napoli, donarono il feudo alla loro madre Adriana Tomacello, che sposò Alfonso Piscicelli.
 Nel 1563 fu elaborato, da menti eccelse del tempo contro le prepotenze dei feudatari, l'antico statuto dell'università (Pandetta), conservato presso l'Università "Federico Secondo" di Napoli. Nel 1655 i creditori di Bernardino Piscicelli ottennero la vendita all'asta dei suoi feudi. Con questa vendita le sorti dei feudi di Lucito e Castelbottaccio, sino ad allora sempre unite, si separarono e Lucito fu acquistato da Francesco Capecelatro, con il titolo di marchese concessogli da re Filippo IV. I Cape'celatro rimasero signori di Lucito sino all'eversione della feudalità.

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Cenni storici (inglese)

The etymology of Lucito is thought to possibly derive from lucus, a sacred grove dedicated to some deity, or from saliceto, commonly sauceto, from which Luceto evolved. Historically, the coat of arms of Lucito consisted of an arm holding an oak branch topped by a star. The current coat of arms features an "L" with three stars on a blue background, surrounded by an oak branch and an olive branch, trees characteristic of the area. The village's origin dates back to the Lombard domination, when shepherds and farmers, fleeing invasions, took refuge in caves carved into the tuff of the hill known as "Colle a grotte," on which Lucito was later built. The historical village, which developed along the hillside, was accessed through the "Porta Maggiore" (Main Gate), adjacent to the marquis's palace. The tall, tightly packed houses on the eastern and western sides served as bastions. The urban layout was designed with fortification in mind, considering the frequent invasions and plundering these territories were subjected to.

The first recorded information about Lucito’s feudal lords dates back to 1188, when Gionata di Balbano, lord of the fief, participated with other villagers in the First Crusade to the Holy Land for the liberation of the Holy Sepulchre.
By the late 1200s, the fief passed from the Caracciolo lords to the Di Sangro family. However, it was not easy for the Di Sangro family to retain possession of Lucito; records indicate they lost and later regained the fief on at least two occasions. In 1382, King Charles expelled Tommaso di Sangro from Lucito for siding with Louis of Anjou. The Di Sangro family managed to reclaim their fief only to lose it again: in 1498, Salvatore and Carlo di Sangro were dispossessed of the fief for committing the crime of "felony" (disloyalty of a vassal toward their lord) against Frederick of Aragon, who granted the lands of Lucito and Castelbottaccio to Consalvo Ferrante of Cordova. The Di Sangro family regained possession of the fief following a peace agreement in 1507. In 1560, Vittoria and Lucrezia di Sangro, both nuns from the Santa Croce Monastery in Naples, donated the fief to their mother, Adriana Tomacello, who married Alfonso Piscicelli.

In 1563, the ancient statute of the university (Pandetta) was drawn up by some of the great minds of the time to counter the abuses of the feudal lords; it is preserved at the University of Naples "Federico II." In 1655, Bernardino Piscicelli’s creditors obtained the auction sale of his fiefs. With this sale, the fates of the fiefs of Lucito and Castelbottaccio, which had until then always been united, were separated, and Lucito was purchased by Francesco Capecelatro, with the title of marquis granted to him by King Philip IV. The Capecelatro family remained lords of Lucito until the abolition of feudalism.