Il decennio Ottanta: nuove realtà, nuovi svolgimenti
(da appunti di Massimo Bignardi)

Il decennio ottanta
E' ancora presto, o almeno lo è per me che mi sento parte in causa, per tracciare un preciso e lucido profilo delle vicende artistiche molisane che hanno scandito il decennio passato: tantopiù lo è per i fermenti che, nati dalla polemica scoppiata all'indomani del trasferimento da Napoli al Castello di Gambatesa della prima edizione della "Biennale del Sud" del 1988, fagocitarono raggruppamenti e scelte in direzione di un ritrovato momento di coagulo delle forze creative della Regione. Momento che è possibile scorgere in quel lasso di tempo che va dal 1990 al '91: è stato un periodo di intensa e partecipata progettualità nel territorio creativo, di unità etica dei diversi e divaricanti orientamenti di ricerca, o almeno lo è stato per gli artisti di Campobasso.

L.Mastropaolo, Mio padre costruiva sedie per non sedersi, 1991-92, oggetti di legno e colori a olio
E' quell'attesa primavera" come scrive Mastropaolo, obiettivo inseguito da due generazioni di artisti, che offre la possibilità di disegnare un nuovo orizzonte: in primo luogo attiva- re produttivamente (e non nel segno del trionfante e mondano effimero, bensì come spazio della dialettica) la Galleria d'Arte Civica di Palazzo San Giorgio, istituita con delibera comunale nel 1981. Significa dare ad essa un ruolo di necessità, di presenza, come risposta alla professionalità, sgombrando il campo (nelle logiche degli Enti) dai facili e manovrati "contributi a pioggia", lievito principale di quel sottobosco che infesta di dilettantismo la cultura, non solo molisana. Gli anni Ottanta sono anche quelli del rampantismo, dell'edonismo smodato sobillato dal sistema pubblicitario delle riviste o del si può leggere tutto, si può leggere in qualsiasi modo come sosteneva Lyotard nel 1978, al convegno della critica d'arte tenuto a Montecatini.

N.-Di Pardo, Ruderi, 1984, olio su tela
L'ottavo decennio del XX secolo si apre nel Molise all'insegna della "Rassegna d'Arte Molisana" organizzata in occasione del Premio Termoli del 1980 e presentata in catalogo da Carmine Benincasa. La mostra si offre, nelle linee progettuali, come il tentativo di censire le forze operanti nel territorio regionale, rinunciando, a priori, a qualsiasi scelta critica (124 sono gli artisti che espongono), di approccio metodologico con una realtà ancora, sostanzialmente, sconosciuta.

D.Fratianni, Interno-esterno e altro, 1980, olio su tela
E un errata impostazione metodologica che appare palese in alcuni passi della breve nota critica di Benincasa, segnalando una distanza da qualsiasi sondaggio del tessuto storiografico, negli eventi e nelle persona- ti che certamente non circoscrivono i "limiti di un'arretratezza linguistica. Innanzitutto è l'approccio ad una realtà senza tener conto delle diversità antropologiche delle tre aree, nelle quali è possibile suddividere il territorio regionale, o meglio quella di Termoli, di Campobasso e di Isernia.

P.Napoli, Forma in apertura, 1991, marmo
All'insegna della conoscenza formale, della creazione di elenchi di nomi, la rassegna di Termoli ricalca la tradizionale logica di una politica culturale che non ha il coraggio di operare in senso progettuale, dando credibilità, sembra inverosimile, al dilettantismo. Esperienza ripetuta nel dicembre del 1985 con l'organizzazione di un'ulteriore rassegna dei pittori e degli scultori presenti ed attivi nel territorio regionale, curata da Achille Pace. A quest'ultimo nell'estate dello stesso anno l'Amministrazione Comunale di Termoli dedica una mostra antologica, presentata in catalogo da Remo Brindisi (curatore della XXX edizione del Premio Termoli che porge l'attenzione al "Panorama dell'arte italiana giovane" e da Filiberto Menna. Può sembrare un paradosso, ma il fallimento di tali rassegne di ricognizione sullo stato dell'arte nel Molise e le polemiche nate intorno ad esse, faranno da deterrente e poi da collante allo spontaneo movimento, strutturato da temporanee aggregazioni che, sul finire del decennio e nei primi anni Novanta, imprimerà un nuovo corso, di apertura al dibattito nazionale, alla situazione artistica locale.

A.Pettinicchi, Poeta di Castellino, 1992, acrilico su tela
Un tentativo di risposta sarà operato, più tardi nel 1988, dagli artisti che fanno capo al Sindacato Nazionale Arti-CGIL Molise, costituitosi nel febbraio di quell'anno, con l'organizzazione della mostra "Nuovaria 88" con il patrocinio del Comune. Sulle pareti del Centro polifunzionale di Campobasso sono allineate le opere di giovani artisti quali Barone, Borrelli, Cavone, Di Toro, Faralli, Gammieri, Gentile-Lorusso, Liccardo, Peri, Perrella, Perrotta, a fianco ai nomi di presenze già note come Napoli, Genua, Mastropaolo e Petrocelli.

Zullo, Nascita delle ombre, 1987, vetroresina
Scorrendo il fitto elenco delle manifestazioni promosse nel corso del decennio in Molise, si rileva una vivacità caratterizzata da una sorta di "autogestione della promozione" da parte degli artisti, segnale di un'apertura che rifiuta lo schema della provincia, confermando un processo, in atto nel territorio nazionale, di riduzione delle distanze tra "centri" e "periferie".
A.Fiacco, Werkn., 1989, legno e graffite
La mostra "Omaggio a Guttuso" organizzata in occasione dell'esposi- zione delle opere del maestro a Campobasso nel 1981, apre il nuovo tracciato della recente "storia artistica" in Molise e, con esso, il dibattito per l'istituzione della Galleria d'Arte Civica. Alle opere di Fratianni, Genua, Mastropaolo e Pettinicchi, sono affiancate quelle di artisti più giovani quali Spina, Fuso e lo scultore Pasquale Napoli. Le esperienze dei primi quattro, sono attestate su dettami che operano un sostanziale rinnovamento di impianti figurali; in chiave narrativa come per i dipinti di Fratianni o di attenzione ad un'immaginazione sognante e carica di una forza simbolica alimentata - scriverà poco più tardi Dario Micacchi - quasi sempre da una realtà cruda, dura, dolentes presente nelle opere di Pettinicchi. Sulla riassunzione di una forza espressiva di un'astrazione carica di riferimenti onirici si attesta il lavoro di Mastropaolo, approdato ad una drammatica lacerazione del segno-colore, come ben testimonia il dipinto dal titolo Frammenti, del 1986.

N.Barone, Composizione, 1989, tecnica mista su tela
La scultura di Walter Genua, come anche la intensa ricerca pittorica, recupera gli schemi di impaginati che guardano ad un arcaicismo formale, sviluppato essenzialmente in composizioni ad altorilievo: attenzione ben esplicitata in opere quali "La chiamata", un legno del 1980 ed in quelle successive che l'artista espone nella personale organizzata alla Galleria Civica di Campobasso del 1986. Non distanti si pongono le opere di Spina, le cui figure sembrano suggestionate dalla drammatica gestualità della ritrattistica di Giacometti e di Fuso certamente sobillato da registri metafisici e surreali. Pasquale Napoli ripropone una scultura fondata sulla purezza di forme, guardando alle relazioni fra pieni e vuoti, a quel desiderio di dare valore allo spazio inteso come materia, attinto alla lezione lasciata da Moore.

B.Santilli, Figura, 1985, inchiostro su carta
Fanno seguito, e quasi tutte promosse dall'Amministrazione Comuna- le nel 1984, le antologiche dedicate ad Antonio Venditti, curata da Luigi Paolo Finizio ed allestita al Convitto "Mario Pagano" a Campobasso; quella di Gino Marotta tenuta alla Galleria d'Arte Civica di Palazzo San Giorgio: la personale dei dipinti e dell'opera grafica di Antonio Pettinicchi presentata in catalogo da Giorgio Trentin e Dario Micacchi ed infine quella di Domenico Fratianni. Un programma tendenzialmente proiettato a ricostruire in senso diacronico, attraverso l'attività espositiva, i tracciati di una storia (gli analisti direbbero microstoria) che è il fondamento del nuovo momento che vive l'arte in Molise.

M.Janigro, Onda romantica, 1990, olio su tela
La risposta alla seconda rassegna-ricognizione proposta a Termoli nel 1985 non tarda ad arrivare: del 1987 è la costituzione del Gruppo di Orientamento, i cui intenti, si legge nel manifesto-programma, sono di denuncia della chiusura storica, la perdita della percezione delle trasformazioni in atto. Esso è formato da Barone, Cavone, Cecchi, Peri e Saquella che espongono presso la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Termoli. Del Gruppo sia Barone, sia Peri hanno già esposto a Termoli, entrambi invitati nel 1980 alla XXVIII edizione del Premio, coordinata da Marisa Vescovo, mentre per Cavone, Saquella e Cecchi la mostra rappresenta uno dei primi momenti di un confronto più diretto.

E.Cavone, Interno, 1988, tecnica mista su cartoncino
E' doveroso rilevare che diversamente da quanto accade nelle altre realtà della penisola, l'omologante linguaggio della transavanguardia trova poche adesioni in Molise: la nuova generazione di artisti, quelli comparsi sulla scena espositiva nel corso del decennio, sembra essere attratta da una riflessione proiettata all'interno del proprio patrimonio antropologico. Penso agli artisti del Gruppo di Orientamento ma anche ad altre personalità, quali Antonio Cimino, Elio Franceschelli, Ermelindo Faralli ed Emesto Liccardo che operano nell'area di Isernia o quelli attivi a Campobasso, Paolo Borrelli, Dante Gentile Lorusso e Michelangelo Janigro che nel 1990 danno vita all'esperienza di "Controcanto", con la mostra allestita al Castello di Gambatesa. Esperienze queste, come segna- lavo nel breve intervento all' Almanacco del Molise '92, che guardano in più direzioni di ricerca, poste nel segno di un'astrazione, intesa, non come categoria del pensiero o di un rincorrere la moda, bensì come scelta di un nomade attraversamento del patrimonio iconico.
N.Barone, Mariposa, 1988, tecnica mista su tela
Il decennio si chiude, quindi, all'insegna di una nuova linea di comportamento che prende le distanze dall'immagine piagnona, parassitaria dell'emarginato o, peggio ancora, dell'assistito: «l'artista molisano osservavo in quell'occasione, precisando il senso oramai improprio di tale termine - ha trovato una sua identità culturale, un suo preciso ruolo nel caleidoscopico panorama dell'arte italiana ed europea». Sul piano specifico del linguaggio gli artisti rivolgono la loro attenzione sia al ricco bacino degli archetipi, dell'aperto dialogo con il sustrato antropologico, sia all'emotivo confronto con l'inquietudine che anima il quotidiano, sia con la seriale ripetitività del sistema comunicativo o sulla necessità di un approccio con la sfera lirico-esistenziale.
P.Borrelli, Indisciplina, 1990, tecnica mista su tela
Sono gli indirizzi che connotano le scelte di Lino Mastropaolo che dà vita ad assemblaggi di legni, di carte, di tele sulle quali interviene con la espressiva trama della pittura, ricostruendo sorte di mense sacrificali, di icone sulle quali s'intrecciano elementi sacri e profani, ben evidente in opere fra le quali Memento I del 1991.

F.Battista, L'aquilone, 1991, olio su tela
Posizione diametralmente opposta a quella assunta da Ermelindo Faralli: il rigore compositivo, il giusto dosaggio di forma e colore, come in Tavola simulacro una scultura in legno e ferro del 1988 esposta in occasione della XXXIV edizione del Premio Termoli, sottoscrivono la necessità per l'artista di una persistenza pittorica, del desiderio di manipolarla, di trasferire alla materia la seducente forza delle immagini. In questa direzione guardano sia Michele Peri, sia Pasquale Napoli: il primo sondando la sfera narrativa, la capacità (desunta dalle esperienze dell'Arte Povera) di vivificare la materia di una propria storia, di una vita che pulsa al nostro fianco, senza rinunziare alla suggestione poetica del racconto autobiografico come nei Nidi, un'installazione di legno e pietra del 1990. Per Napoli la scelta è in direzione di una radicale adesione ai dettati di una scultura di pure forme, sempre più suggestionato da Arp, con i marmi bianchi portati sino all'estremo, sulla soglia di un sensualismo, fin troppo accattivante.
E.Saquella, Insorgenze mnemoniche, 1988, olio su tela
L'esperienza di Barone, scrivevo all'indomani del lungo ciclo di mostre de "Il Perimetro del Vento", si fonda sul recupero di una sintassi astratto-geometrica (si veda Composizione Green Y del 1989), come strumento di confronto e di esplorazione psico-espressiva del colore. Sondaggio che nelle opere realizzate all'alba degli anni Novanta diviene più deciso, netto, trasformando i piani in schermi riflettenti, in direttrici che organizzano lo spazio della tela. Su una ripetizione di forme-sagome, tradotte come cifre o meglio come fermi ideogrammi, opera Antonio Cimino: una posizione che è già presente nei lavori della seconda metà del decennio, quali Accattivante del 1987, spinta ad una più rigorosa trama nelle opere realizzate di recente ed in parte esposte nella personale allestita alla Galleria La Nuova Pesa di Roma nel 1991. Il lavoro di Ernesto Liccardo guarda in direzione di una riscoperta narrativa del quotidiano, rifiutando ogni cedimento formale, aneddotico, anzi caricando di una sorta di mistero gli oggetti-sculture (forme dell'onirico) che inserisce in spartiti pittorici.

M.Peri, Senza titolo, 1991, tecnica mista
Con il ciclo degli Apici, realizzato tra il 1986 e l'87. Ernesto Saquella orienta la sua pittura verso un'area di astrazione, avvertita come risposta alla dilagante - scrive l'artista - restaurazione all'insegna della pittura ritrovata: per Saquella la pittura è un territorio di riflessione, di progettualità etica, di definizione del proprio ruolo nella costruzione sociale. Le esperienze di Elio Cavone, guardo in modo particolare a quelle pittoriche realizzate sullo scadere del decennio, tendono al recupero della superficie cercando di superare la piana dimensione (si veda Geometrie alterne del 1990) e far sì che essa sia un campo reale dell'immaginario. Elio Franceschelli opera ad Isernia: sin dalle prime esperienze orienta l'attenzione ad un dettato di matrice costruttivista, esplicitato anche dall'uso di elementi e sagome prelevate all'immaginario meccanoforme. Negli ultimi lavori, penso a Tensione mediterranea del 1989-90 esposta nella personale alle- stita al Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache ad Isernia nel 1991, tale interesse è spinto sino all'estremo, alla suggestione della sago- ma in ombra sul fondo bianco. Fernando Battista lavora sul frammento, sulla traccia come ricordo sobillante un nuovo tracciato della sua pittura che approda, con i lavori del 1990-91 ad una dichiarata astrazione, vivificata da una ricca modulazione tra colori puri quali il rosso, il blu che muovono la superficie con vibrazioni che accendono il campo pittorico.

E.Saquella, Presenza dell'ombra, 1988, olio su carta
Le strade scelte da Paolo Borrelli, Dante Gentile Lorusso e Michelangelo Janigro hanno in comune un proteso tendere al recupero della superficie e, soprattutto di un valore iconico di essa. Borrelli riduce l'impianto cromatico all'essenziale, al rapporto bianco-nero, posto quale evidenza di assenza e presenza, mentre Gentile Lorusso muove sui registri di un confronto con la materia, instaurando un suggestivo gioco fra immagine e il suo essere "materia" intangibile. Una maggiore attenzione per tracciati onirici è presente nelle opere di Janigro (in tal senso si veda Onda romantica (tavolozza "bic") del 1990: l'impianto cromatico, organizzato inserendo vere e proprie trecce di colore, corposo, lascia ancora molto spazio ad un segno instabile che segue la rigidità di una forma ondulata. E la stessa inquieta tensione alimentata, però, da un attento recupero di impianti figurali guardanti al realismo magico di Carrà, presente nei dipinti che Nicola Di Pardo ha realizzato a metà del decennio: penso, in modo particolare ad opere quali, ad esempio, Ruderi, un olio su tela del 1984. Impianto compositivo che sarà completamente stravolto da segni, da graffi, da materie cromatiche, da caldi rossi accesi su vellutati e profondi neri, ben evidenti nei lavori eseguiti fra il 1986 (Segni graffiti, olio su carta) e il 1989.

E.Faralli, Tavola orario, 1991, legno, colore acrilico, ferro
Nei primi mesi del 1988 si costituisce in seno alla CGIL la sezione molisana del Sindacato Nazionale Artisti: è il segnale del radicale cambiamento di tendenza. Nei programmi l'azione del sindacato mira ad obiettivi precisi: dalla riassunzione della battaglia per la riapplicazione del "2%", all'elaborazione più complessiva di un programma capace di dare risposte all'organizzazione della cultura artistica, in primo luogo l'attivazione di una Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea del Molise, un laboratorio ove documentare cento anni dell'immaginario della regione. I primi passi della neonata sezione dello SNA si scontrano con la miope gestione della politica culturale, contro la quale puntano l'indice le polemiche nate intorno al trasferimento della "Biennale del Sud" al Castello di Gambatesa (va ricordato che in essa non figura nessun artista molisano). Paradossalmente il trasferimento della "Biennale del Sud" in Molise ha smosso il fermo stagno nel quale i politici locali sostavano da tempo, attivando, perché sobillati dalle polemiche, una sorta di autocritica: trasferimento sul quale ho sempre espresso forti critiche, ribadite nel mio intervento al dibattito organizzato nell'aula magna dell'Università a Campobasso, e non per le vistose assenze, tanto per le sottese strategie accademiche che passavano sulla testa di tutti e destinate a non avere prospettive.

D.Gentile Lorusso, fortificazione, 1991, tecnica mista su tela
La reazione del sindacato e degli altri artisti non è stata di chiusura, di dichiarato frontismo, bensì di attivazione di focolai, autonomi tra loro che nel giro di pochi mesi e con l'elaborazione di precisi momenti di dibattito ed espositivi, gettano le basi della nuova situazione artistica, al nuovo clima che oggi respiriamo in Molise. Al gennaio del 1989 è allestita, in quattro sedi espositive, la mostra "Linee" che presenta a fianco alle opere di pittori e scultori molisani, quali ad esempio Genua, Mastropaolo, Peri, Borrelli, Faralli, Di Toro, Gammei, Napoli, Petrocelli, un folto gruppo di artisti provenienti da più parti d'Italia. L'interesse era di spostare il tiro dalla chiusura arbitraria operata dalle scelte della Biennale, in nome di una produttività creativa del Sud, ad un desiderio di confronto, di apertu- ra, senza "certificati di nascita", indicando che le prospettive del dibattito sull'arte contemporanea sono nazionali. Su una simile prospettiva, anche se decisamente più pragmatica, si muove l'organizzazione della mostra da me curata per gli aspetti critici, dal titolo "Il Perimetro del Vento" (doveva portare il sottotitolo Nuove realtà molisane), patrocinata dall'Amministrazione Provinciale e che presentava le opere di Barone, Elio Cavone, Michele Peri ed Ernesto Saquella, gli stessi che nel 1987 hanno dato vita al Gruppo Orientamento. «Il termine "molisano", voglio precisare. individua solo una sorta di denominatore comune - scrivevo nel testo introduttivo - cioè quel terreno formativo originario. E' quell'attenzione riposta sia ad una realtà spaziale arcaica ed essenziale, sia agli impulsi provenienti dall'area mitteleuropea». Concludendo che «i quattro artisti propongono una reale adesione al clima della "contemporaneità" rispolverando in chiave di citazione concettualistica l'ideologia dell'avanguardia, quel bagaglio mai riposto che investe, come rilevava anni fa Claudio Spadoni "l'attualità della profezia che invece non le sarebbe mai appartenuto". E' una proposta che non fa leva su posizioni di epigonismi provinciali degli anni Ottanta, bensì su una proiezione all'interno di un contesto più ampio che travalica i confini regionali e nazionali per porsi nel battito della cultura internazionale».
A.Cimino, Accattivante, 1987, matita e tempera su carta intelata
La mostra è allestita nelle sale restaurate del Palazzo della Provincia e successivamente alla Pinacoteca comunale di Macerata, al Castello Ara- gonese di Ischia, alla Galleria l'Ariete di Bologna: il progetto di proiezione verso l'esterno, al quale da tempo guardava il SNA, trova una sua piena attuazione nella calibrata programmazione di questa mostra.
Del 1989, un anno felicissimo per l'arte in Molise, sono anche le per- sonali di Bianca Santilli che presenta le grafiche a Campitello Matese, di Antonio Cimino con un'importante mostra personale al Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache ad Isernia, nonché la rassegna "Duplice versante" organizzata a Campomarino. Successivamente, del 1990 sono le personali di Fratianni e Pasquale Napoli allestite entrambe a Campo- basso e la citata mostra "Controcanto" che presenta al Castello di Gamba- tesa le opere di Borrelli, Gentile Lorusso e Janigro ed alla quale fa segui- to "Controcanto in progress" tenutasi al Museo Nazionale di Isernia nel 1991 e alla Galleria l'Ariete di Bologna nel 1992.
Con la mostra "I Margini del Segno" allestita al Palazzo di Città di Termoli nell'estate del 1991, poi al Museo isernino ed al Museo Civico di San Severo nell'estate del 1992, si chiudono simbolicamente gli anni Ottanta: la mostra, curata da chi scrive, tenta di fare il punto attraverso le opere di Battista, Cavone, Faralli, Mastropaolo, Napoli, Pace e Peri su una possibile proiezione della cultura artistica, attraverso il confronto fra generazioni, in un momento nel quale soffiano i venti di un radicale cambiamento. Il margine, rilevo in apertura del testo, non va inteso «come limite, bensì quale luogo di "scambio" di energie, tra il pieno ed il vuoto, la realtà ed il sogno»: è il desiderio di dare spazio etico ad una pressante tensione, che non guarda piagnona e nostalgica al tempo, agli eventi che hanno segnato il nostro secolo, ma ha voglia di progettare una soglia al Duemila.
D.Gentile Lorusso, Fortificazione, 1991, tecnica mista su tela

E.Faralli, Tavola oraria bis, 1991, legno, spago, colore acrilico, antirombo

M.Peri, Emergenze circolari, 1988, legno, pietra e ferro
Pittori contemporanei della regione Molise
https://www.pitturiamo.com/it/pittori-contemporanei-in-italia-IT/molise.html
(da appunti di Massimo Bignardi)

Il decennio ottanta
E' ancora presto, o almeno lo è per me che mi sento parte in causa, per tracciare un preciso e lucido profilo delle vicende artistiche molisane che hanno scandito il decennio passato: tantopiù lo è per i fermenti che, nati dalla polemica scoppiata all'indomani del trasferimento da Napoli al Castello di Gambatesa della prima edizione della "Biennale del Sud" del 1988, fagocitarono raggruppamenti e scelte in direzione di un ritrovato momento di coagulo delle forze creative della Regione. Momento che è possibile scorgere in quel lasso di tempo che va dal 1990 al '91: è stato un periodo di intensa e partecipata progettualità nel territorio creativo, di unità etica dei diversi e divaricanti orientamenti di ricerca, o almeno lo è stato per gli artisti di Campobasso.

L.Mastropaolo, Mio padre costruiva sedie per non sedersi, 1991-92, oggetti di legno e colori a olio
E' quell'attesa primavera" come scrive Mastropaolo, obiettivo inseguito da due generazioni di artisti, che offre la possibilità di disegnare un nuovo orizzonte: in primo luogo attiva- re produttivamente (e non nel segno del trionfante e mondano effimero, bensì come spazio della dialettica) la Galleria d'Arte Civica di Palazzo San Giorgio, istituita con delibera comunale nel 1981. Significa dare ad essa un ruolo di necessità, di presenza, come risposta alla professionalità, sgombrando il campo (nelle logiche degli Enti) dai facili e manovrati "contributi a pioggia", lievito principale di quel sottobosco che infesta di dilettantismo la cultura, non solo molisana. Gli anni Ottanta sono anche quelli del rampantismo, dell'edonismo smodato sobillato dal sistema pubblicitario delle riviste o del si può leggere tutto, si può leggere in qualsiasi modo come sosteneva Lyotard nel 1978, al convegno della critica d'arte tenuto a Montecatini.

N.-Di Pardo, Ruderi, 1984, olio su tela
L'ottavo decennio del XX secolo si apre nel Molise all'insegna della "Rassegna d'Arte Molisana" organizzata in occasione del Premio Termoli del 1980 e presentata in catalogo da Carmine Benincasa. La mostra si offre, nelle linee progettuali, come il tentativo di censire le forze operanti nel territorio regionale, rinunciando, a priori, a qualsiasi scelta critica (124 sono gli artisti che espongono), di approccio metodologico con una realtà ancora, sostanzialmente, sconosciuta.

D.Fratianni, Interno-esterno e altro, 1980, olio su tela
E un errata impostazione metodologica che appare palese in alcuni passi della breve nota critica di Benincasa, segnalando una distanza da qualsiasi sondaggio del tessuto storiografico, negli eventi e nelle persona- ti che certamente non circoscrivono i "limiti di un'arretratezza linguistica. Innanzitutto è l'approccio ad una realtà senza tener conto delle diversità antropologiche delle tre aree, nelle quali è possibile suddividere il territorio regionale, o meglio quella di Termoli, di Campobasso e di Isernia.

P.Napoli, Forma in apertura, 1991, marmo
All'insegna della conoscenza formale, della creazione di elenchi di nomi, la rassegna di Termoli ricalca la tradizionale logica di una politica culturale che non ha il coraggio di operare in senso progettuale, dando credibilità, sembra inverosimile, al dilettantismo. Esperienza ripetuta nel dicembre del 1985 con l'organizzazione di un'ulteriore rassegna dei pittori e degli scultori presenti ed attivi nel territorio regionale, curata da Achille Pace. A quest'ultimo nell'estate dello stesso anno l'Amministrazione Comunale di Termoli dedica una mostra antologica, presentata in catalogo da Remo Brindisi (curatore della XXX edizione del Premio Termoli che porge l'attenzione al "Panorama dell'arte italiana giovane" e da Filiberto Menna. Può sembrare un paradosso, ma il fallimento di tali rassegne di ricognizione sullo stato dell'arte nel Molise e le polemiche nate intorno ad esse, faranno da deterrente e poi da collante allo spontaneo movimento, strutturato da temporanee aggregazioni che, sul finire del decennio e nei primi anni Novanta, imprimerà un nuovo corso, di apertura al dibattito nazionale, alla situazione artistica locale.

A.Pettinicchi, Poeta di Castellino, 1992, acrilico su tela
Un tentativo di risposta sarà operato, più tardi nel 1988, dagli artisti che fanno capo al Sindacato Nazionale Arti-CGIL Molise, costituitosi nel febbraio di quell'anno, con l'organizzazione della mostra "Nuovaria 88" con il patrocinio del Comune. Sulle pareti del Centro polifunzionale di Campobasso sono allineate le opere di giovani artisti quali Barone, Borrelli, Cavone, Di Toro, Faralli, Gammieri, Gentile-Lorusso, Liccardo, Peri, Perrella, Perrotta, a fianco ai nomi di presenze già note come Napoli, Genua, Mastropaolo e Petrocelli.

Zullo, Nascita delle ombre, 1987, vetroresina
Scorrendo il fitto elenco delle manifestazioni promosse nel corso del decennio in Molise, si rileva una vivacità caratterizzata da una sorta di "autogestione della promozione" da parte degli artisti, segnale di un'apertura che rifiuta lo schema della provincia, confermando un processo, in atto nel territorio nazionale, di riduzione delle distanze tra "centri" e "periferie".

A.Fiacco, Werkn., 1989, legno e graffite
La mostra "Omaggio a Guttuso" organizzata in occasione dell'esposi- zione delle opere del maestro a Campobasso nel 1981, apre il nuovo tracciato della recente "storia artistica" in Molise e, con esso, il dibattito per l'istituzione della Galleria d'Arte Civica. Alle opere di Fratianni, Genua, Mastropaolo e Pettinicchi, sono affiancate quelle di artisti più giovani quali Spina, Fuso e lo scultore Pasquale Napoli. Le esperienze dei primi quattro, sono attestate su dettami che operano un sostanziale rinnovamento di impianti figurali; in chiave narrativa come per i dipinti di Fratianni o di attenzione ad un'immaginazione sognante e carica di una forza simbolica alimentata - scriverà poco più tardi Dario Micacchi - quasi sempre da una realtà cruda, dura, dolentes presente nelle opere di Pettinicchi. Sulla riassunzione di una forza espressiva di un'astrazione carica di riferimenti onirici si attesta il lavoro di Mastropaolo, approdato ad una drammatica lacerazione del segno-colore, come ben testimonia il dipinto dal titolo Frammenti, del 1986.

N.Barone, Composizione, 1989, tecnica mista su tela
La scultura di Walter Genua, come anche la intensa ricerca pittorica, recupera gli schemi di impaginati che guardano ad un arcaicismo formale, sviluppato essenzialmente in composizioni ad altorilievo: attenzione ben esplicitata in opere quali "La chiamata", un legno del 1980 ed in quelle successive che l'artista espone nella personale organizzata alla Galleria Civica di Campobasso del 1986. Non distanti si pongono le opere di Spina, le cui figure sembrano suggestionate dalla drammatica gestualità della ritrattistica di Giacometti e di Fuso certamente sobillato da registri metafisici e surreali. Pasquale Napoli ripropone una scultura fondata sulla purezza di forme, guardando alle relazioni fra pieni e vuoti, a quel desiderio di dare valore allo spazio inteso come materia, attinto alla lezione lasciata da Moore.

B.Santilli, Figura, 1985, inchiostro su carta
Fanno seguito, e quasi tutte promosse dall'Amministrazione Comuna- le nel 1984, le antologiche dedicate ad Antonio Venditti, curata da Luigi Paolo Finizio ed allestita al Convitto "Mario Pagano" a Campobasso; quella di Gino Marotta tenuta alla Galleria d'Arte Civica di Palazzo San Giorgio: la personale dei dipinti e dell'opera grafica di Antonio Pettinicchi presentata in catalogo da Giorgio Trentin e Dario Micacchi ed infine quella di Domenico Fratianni. Un programma tendenzialmente proiettato a ricostruire in senso diacronico, attraverso l'attività espositiva, i tracciati di una storia (gli analisti direbbero microstoria) che è il fondamento del nuovo momento che vive l'arte in Molise.

M.Janigro, Onda romantica, 1990, olio su tela
La risposta alla seconda rassegna-ricognizione proposta a Termoli nel 1985 non tarda ad arrivare: del 1987 è la costituzione del Gruppo di Orientamento, i cui intenti, si legge nel manifesto-programma, sono di denuncia della chiusura storica, la perdita della percezione delle trasformazioni in atto. Esso è formato da Barone, Cavone, Cecchi, Peri e Saquella che espongono presso la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Termoli. Del Gruppo sia Barone, sia Peri hanno già esposto a Termoli, entrambi invitati nel 1980 alla XXVIII edizione del Premio, coordinata da Marisa Vescovo, mentre per Cavone, Saquella e Cecchi la mostra rappresenta uno dei primi momenti di un confronto più diretto.

E.Cavone, Interno, 1988, tecnica mista su cartoncino
E' doveroso rilevare che diversamente da quanto accade nelle altre realtà della penisola, l'omologante linguaggio della transavanguardia trova poche adesioni in Molise: la nuova generazione di artisti, quelli comparsi sulla scena espositiva nel corso del decennio, sembra essere attratta da una riflessione proiettata all'interno del proprio patrimonio antropologico. Penso agli artisti del Gruppo di Orientamento ma anche ad altre personalità, quali Antonio Cimino, Elio Franceschelli, Ermelindo Faralli ed Emesto Liccardo che operano nell'area di Isernia o quelli attivi a Campobasso, Paolo Borrelli, Dante Gentile Lorusso e Michelangelo Janigro che nel 1990 danno vita all'esperienza di "Controcanto", con la mostra allestita al Castello di Gambatesa. Esperienze queste, come segna- lavo nel breve intervento all' Almanacco del Molise '92, che guardano in più direzioni di ricerca, poste nel segno di un'astrazione, intesa, non come categoria del pensiero o di un rincorrere la moda, bensì come scelta di un nomade attraversamento del patrimonio iconico.

N.Barone, Mariposa, 1988, tecnica mista su tela
Il decennio si chiude, quindi, all'insegna di una nuova linea di comportamento che prende le distanze dall'immagine piagnona, parassitaria dell'emarginato o, peggio ancora, dell'assistito: «l'artista molisano osservavo in quell'occasione, precisando il senso oramai improprio di tale termine - ha trovato una sua identità culturale, un suo preciso ruolo nel caleidoscopico panorama dell'arte italiana ed europea». Sul piano specifico del linguaggio gli artisti rivolgono la loro attenzione sia al ricco bacino degli archetipi, dell'aperto dialogo con il sustrato antropologico, sia all'emotivo confronto con l'inquietudine che anima il quotidiano, sia con la seriale ripetitività del sistema comunicativo o sulla necessità di un approccio con la sfera lirico-esistenziale.

P.Borrelli, Indisciplina, 1990, tecnica mista su tela
Sono gli indirizzi che connotano le scelte di Lino Mastropaolo che dà vita ad assemblaggi di legni, di carte, di tele sulle quali interviene con la espressiva trama della pittura, ricostruendo sorte di mense sacrificali, di icone sulle quali s'intrecciano elementi sacri e profani, ben evidente in opere fra le quali Memento I del 1991.

F.Battista, L'aquilone, 1991, olio su tela
Posizione diametralmente opposta a quella assunta da Ermelindo Faralli: il rigore compositivo, il giusto dosaggio di forma e colore, come in Tavola simulacro una scultura in legno e ferro del 1988 esposta in occasione della XXXIV edizione del Premio Termoli, sottoscrivono la necessità per l'artista di una persistenza pittorica, del desiderio di manipolarla, di trasferire alla materia la seducente forza delle immagini. In questa direzione guardano sia Michele Peri, sia Pasquale Napoli: il primo sondando la sfera narrativa, la capacità (desunta dalle esperienze dell'Arte Povera) di vivificare la materia di una propria storia, di una vita che pulsa al nostro fianco, senza rinunziare alla suggestione poetica del racconto autobiografico come nei Nidi, un'installazione di legno e pietra del 1990. Per Napoli la scelta è in direzione di una radicale adesione ai dettati di una scultura di pure forme, sempre più suggestionato da Arp, con i marmi bianchi portati sino all'estremo, sulla soglia di un sensualismo, fin troppo accattivante.

E.Saquella, Insorgenze mnemoniche, 1988, olio su tela
L'esperienza di Barone, scrivevo all'indomani del lungo ciclo di mostre de "Il Perimetro del Vento", si fonda sul recupero di una sintassi astratto-geometrica (si veda Composizione Green Y del 1989), come strumento di confronto e di esplorazione psico-espressiva del colore. Sondaggio che nelle opere realizzate all'alba degli anni Novanta diviene più deciso, netto, trasformando i piani in schermi riflettenti, in direttrici che organizzano lo spazio della tela. Su una ripetizione di forme-sagome, tradotte come cifre o meglio come fermi ideogrammi, opera Antonio Cimino: una posizione che è già presente nei lavori della seconda metà del decennio, quali Accattivante del 1987, spinta ad una più rigorosa trama nelle opere realizzate di recente ed in parte esposte nella personale allestita alla Galleria La Nuova Pesa di Roma nel 1991. Il lavoro di Ernesto Liccardo guarda in direzione di una riscoperta narrativa del quotidiano, rifiutando ogni cedimento formale, aneddotico, anzi caricando di una sorta di mistero gli oggetti-sculture (forme dell'onirico) che inserisce in spartiti pittorici.

M.Peri, Senza titolo, 1991, tecnica mista
Con il ciclo degli Apici, realizzato tra il 1986 e l'87. Ernesto Saquella orienta la sua pittura verso un'area di astrazione, avvertita come risposta alla dilagante - scrive l'artista - restaurazione all'insegna della pittura ritrovata: per Saquella la pittura è un territorio di riflessione, di progettualità etica, di definizione del proprio ruolo nella costruzione sociale. Le esperienze di Elio Cavone, guardo in modo particolare a quelle pittoriche realizzate sullo scadere del decennio, tendono al recupero della superficie cercando di superare la piana dimensione (si veda Geometrie alterne del 1990) e far sì che essa sia un campo reale dell'immaginario. Elio Franceschelli opera ad Isernia: sin dalle prime esperienze orienta l'attenzione ad un dettato di matrice costruttivista, esplicitato anche dall'uso di elementi e sagome prelevate all'immaginario meccanoforme. Negli ultimi lavori, penso a Tensione mediterranea del 1989-90 esposta nella personale alle- stita al Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache ad Isernia nel 1991, tale interesse è spinto sino all'estremo, alla suggestione della sago- ma in ombra sul fondo bianco. Fernando Battista lavora sul frammento, sulla traccia come ricordo sobillante un nuovo tracciato della sua pittura che approda, con i lavori del 1990-91 ad una dichiarata astrazione, vivificata da una ricca modulazione tra colori puri quali il rosso, il blu che muovono la superficie con vibrazioni che accendono il campo pittorico.

E.Saquella, Presenza dell'ombra, 1988, olio su carta
Le strade scelte da Paolo Borrelli, Dante Gentile Lorusso e Michelangelo Janigro hanno in comune un proteso tendere al recupero della superficie e, soprattutto di un valore iconico di essa. Borrelli riduce l'impianto cromatico all'essenziale, al rapporto bianco-nero, posto quale evidenza di assenza e presenza, mentre Gentile Lorusso muove sui registri di un confronto con la materia, instaurando un suggestivo gioco fra immagine e il suo essere "materia" intangibile. Una maggiore attenzione per tracciati onirici è presente nelle opere di Janigro (in tal senso si veda Onda romantica (tavolozza "bic") del 1990: l'impianto cromatico, organizzato inserendo vere e proprie trecce di colore, corposo, lascia ancora molto spazio ad un segno instabile che segue la rigidità di una forma ondulata. E la stessa inquieta tensione alimentata, però, da un attento recupero di impianti figurali guardanti al realismo magico di Carrà, presente nei dipinti che Nicola Di Pardo ha realizzato a metà del decennio: penso, in modo particolare ad opere quali, ad esempio, Ruderi, un olio su tela del 1984. Impianto compositivo che sarà completamente stravolto da segni, da graffi, da materie cromatiche, da caldi rossi accesi su vellutati e profondi neri, ben evidenti nei lavori eseguiti fra il 1986 (Segni graffiti, olio su carta) e il 1989.

E.Faralli, Tavola orario, 1991, legno, colore acrilico, ferro
Nei primi mesi del 1988 si costituisce in seno alla CGIL la sezione molisana del Sindacato Nazionale Artisti: è il segnale del radicale cambiamento di tendenza. Nei programmi l'azione del sindacato mira ad obiettivi precisi: dalla riassunzione della battaglia per la riapplicazione del "2%", all'elaborazione più complessiva di un programma capace di dare risposte all'organizzazione della cultura artistica, in primo luogo l'attivazione di una Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea del Molise, un laboratorio ove documentare cento anni dell'immaginario della regione. I primi passi della neonata sezione dello SNA si scontrano con la miope gestione della politica culturale, contro la quale puntano l'indice le polemiche nate intorno al trasferimento della "Biennale del Sud" al Castello di Gambatesa (va ricordato che in essa non figura nessun artista molisano). Paradossalmente il trasferimento della "Biennale del Sud" in Molise ha smosso il fermo stagno nel quale i politici locali sostavano da tempo, attivando, perché sobillati dalle polemiche, una sorta di autocritica: trasferimento sul quale ho sempre espresso forti critiche, ribadite nel mio intervento al dibattito organizzato nell'aula magna dell'Università a Campobasso, e non per le vistose assenze, tanto per le sottese strategie accademiche che passavano sulla testa di tutti e destinate a non avere prospettive.

D.Gentile Lorusso, fortificazione, 1991, tecnica mista su tela
La reazione del sindacato e degli altri artisti non è stata di chiusura, di dichiarato frontismo, bensì di attivazione di focolai, autonomi tra loro che nel giro di pochi mesi e con l'elaborazione di precisi momenti di dibattito ed espositivi, gettano le basi della nuova situazione artistica, al nuovo clima che oggi respiriamo in Molise. Al gennaio del 1989 è allestita, in quattro sedi espositive, la mostra "Linee" che presenta a fianco alle opere di pittori e scultori molisani, quali ad esempio Genua, Mastropaolo, Peri, Borrelli, Faralli, Di Toro, Gammei, Napoli, Petrocelli, un folto gruppo di artisti provenienti da più parti d'Italia. L'interesse era di spostare il tiro dalla chiusura arbitraria operata dalle scelte della Biennale, in nome di una produttività creativa del Sud, ad un desiderio di confronto, di apertu- ra, senza "certificati di nascita", indicando che le prospettive del dibattito sull'arte contemporanea sono nazionali. Su una simile prospettiva, anche se decisamente più pragmatica, si muove l'organizzazione della mostra da me curata per gli aspetti critici, dal titolo "Il Perimetro del Vento" (doveva portare il sottotitolo Nuove realtà molisane), patrocinata dall'Amministrazione Provinciale e che presentava le opere di Barone, Elio Cavone, Michele Peri ed Ernesto Saquella, gli stessi che nel 1987 hanno dato vita al Gruppo Orientamento. «Il termine "molisano", voglio precisare. individua solo una sorta di denominatore comune - scrivevo nel testo introduttivo - cioè quel terreno formativo originario. E' quell'attenzione riposta sia ad una realtà spaziale arcaica ed essenziale, sia agli impulsi provenienti dall'area mitteleuropea». Concludendo che «i quattro artisti propongono una reale adesione al clima della "contemporaneità" rispolverando in chiave di citazione concettualistica l'ideologia dell'avanguardia, quel bagaglio mai riposto che investe, come rilevava anni fa Claudio Spadoni "l'attualità della profezia che invece non le sarebbe mai appartenuto". E' una proposta che non fa leva su posizioni di epigonismi provinciali degli anni Ottanta, bensì su una proiezione all'interno di un contesto più ampio che travalica i confini regionali e nazionali per porsi nel battito della cultura internazionale».

A.Cimino, Accattivante, 1987, matita e tempera su carta intelata
La mostra è allestita nelle sale restaurate del Palazzo della Provincia e successivamente alla Pinacoteca comunale di Macerata, al Castello Ara- gonese di Ischia, alla Galleria l'Ariete di Bologna: il progetto di proiezione verso l'esterno, al quale da tempo guardava il SNA, trova una sua piena attuazione nella calibrata programmazione di questa mostra.
Del 1989, un anno felicissimo per l'arte in Molise, sono anche le per- sonali di Bianca Santilli che presenta le grafiche a Campitello Matese, di Antonio Cimino con un'importante mostra personale al Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache ad Isernia, nonché la rassegna "Duplice versante" organizzata a Campomarino. Successivamente, del 1990 sono le personali di Fratianni e Pasquale Napoli allestite entrambe a Campo- basso e la citata mostra "Controcanto" che presenta al Castello di Gamba- tesa le opere di Borrelli, Gentile Lorusso e Janigro ed alla quale fa segui- to "Controcanto in progress" tenutasi al Museo Nazionale di Isernia nel 1991 e alla Galleria l'Ariete di Bologna nel 1992.
Con la mostra "I Margini del Segno" allestita al Palazzo di Città di Termoli nell'estate del 1991, poi al Museo isernino ed al Museo Civico di San Severo nell'estate del 1992, si chiudono simbolicamente gli anni Ottanta: la mostra, curata da chi scrive, tenta di fare il punto attraverso le opere di Battista, Cavone, Faralli, Mastropaolo, Napoli, Pace e Peri su una possibile proiezione della cultura artistica, attraverso il confronto fra generazioni, in un momento nel quale soffiano i venti di un radicale cambiamento. Il margine, rilevo in apertura del testo, non va inteso «come limite, bensì quale luogo di "scambio" di energie, tra il pieno ed il vuoto, la realtà ed il sogno»: è il desiderio di dare spazio etico ad una pressante tensione, che non guarda piagnona e nostalgica al tempo, agli eventi che hanno segnato il nostro secolo, ma ha voglia di progettare una soglia al Duemila.

D.Gentile Lorusso, Fortificazione, 1991, tecnica mista su tela

E.Faralli, Tavola oraria bis, 1991, legno, spago, colore acrilico, antirombo

M.Peri, Emergenze circolari, 1988, legno, pietra e ferro
Pittori contemporanei della regione Molise
https://www.pitturiamo.com/it/pittori-contemporanei-in-italia-IT/molise.html