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Testo intervento Rossano Pazzagli



Paesi e paesaggio: quale turismo nelle aree interne?
Rossano Pazzagli – Docente di storia del territorio e dell’ambiente - Università del Molise
Video registrazione intervento convegno
◊ Testo scritto intervento in formato Word

TAPESCRIPT INTERVENTI CONVEGNO
Ci siamo impegnati, per assicurare la completezza del messaggio registrato, anche di trascriverlo come testo su formato Word. Spesso, nei collegamenti on line in diretta si interseca la voce di qualche imprevidente ascoltatore da remoto che apre il microfono della sua postazione interferendo così sul buon ascolto dell’intervento del relatore. La trascrizione del testo è anche soprattutto dettata dalla tipologia dell’iniziativa che prevede siano contemplati in tutte le sue forme i concetti di sostenibilità, di accessibilità e di inclusività per dare a tutti la possibilità di seguirne il percorso non solo con la registrazione audio/video, ma anche con immagini e trascrizione del parlato.
Tenuto conto che il testo è il risultato della riproduzione automatica in sintesi digitale di un'applicazione informatica è chiaro che possono esserci interpretazioni non corrette. E' per questo motivo che invitiamo i relatori ad apporre le modifiche ed integrazioni che ritengono utili alla comprensione del messaggio che comunque è molto efficace già dall'approccio vocale. Grazie a loro della collaborazione e sostegno all’iniziativa.
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Prof.Rossano Pazzagli
Docente di Storia del territorio e dell’ambiente
Università del Molise


Intervento Prof.Rossano Pazzagli
Anzitutto ringrazio per l'invito l'associazione “Molise città ideale” il Professor Giannandrea, ringrazio molto la dirigente scolastica Anna Ciampa per l'ospitalità. E’ un piacere essere qui ed è un piacere soprattutto essere non ad un convegno, ma all'inizio di un progetto, questo convegno appunto non è un episodio, ma è un'attività che segna l'avvio di un percorso e questo diciamo così lo distingue dai molti convegni che si fanno e che spesso restano soltanto sulla carta. Io vorrei cominciare e recitandovi una brevissima poesia nota per la verità di Giorgio Caproni che dice così, non l'ho messa nelle slide: “se non dovessi tornare, sappiate che non sono mai partito, che il mio viaggiare è stato tutto un restare qui dove non fui mai”.
La dico perché, secondo me, esprime molto bene il nostro rapporto problematico inquieto coi luoghi ed esprime anche e la , necessità di un incrocio tra l'orizzonte globale e quello locale, noi ragazzi ci muoviamo in queste due dimensioni, quella del mondo grande, dove sta la nostra testa, la nostra immaginazione, ma soprattutto quella del mondo locale, dove stanno i nostri piedi, dove si poggiano e camminano i nostri corpi, dove si svolgono le nostre azioni, ecco e il Molise è stato detto stamani è un bel territorio, io ci lavoro da quasi vent'anni e confermo questa impressione e però è, in gran parte trascurato, abbandonato lo ricordava adesso Giovanni Germano, ha bisogno di essere conosciuto, riconosciuto, curato, rispettato, considerati i luoghi come fossero persone, i luoghi come le persone dobbiamo volergli bene, ma per volergli bene bisogna appunto conoscerli, curarli, rispettarli, ecco allora partire per fare questo, partire dalla scuola è fondamentale, anzi secondo me è l'unica via, adesso noi parliamo a ragazzi, ma secondo me questo messaggio deve essere rivolto anche alle generazioni più grandi, più mature, quelle che hanno avuto la responsabilità di recidere questo legame col territorio, che hanno in qualche modo maturato un'idea di marginalità, di isolamento, di abbandono. Noi dobbiamo mettere al centro il territorio, allora abbiamo sempre, viaggiamo per il Molise, incontriamo campagne e paesi che ci guardano, loro guardano, noi più di quanto noi siamo, in grado di guardare loro e se e ci guardano, ci guardano increduli, a toni che a volte a volte perduti, sembrano ignorarci, no se ogni volta che si percorre una strada ci viene incontro la strada bella o brutta che sia ci viene incontro un paesaggio, un paese, luoghi che cosa si gira una *****, ma non tanto per essere fotografati per essere considerati per , parlare con noi che non che non li ascoltiamo più, ecco allora questo è un problema che ci poniamo noi e poi lo dirà il professor De Bonis, anche all'università si studia il turismo e qualche anno fa prima del covid inaugurammo per le nostre gite anche all'università si fanno le gite, le visite di studio, come si chiaman,o di andare a Milano alla borsa internazionale del turismo, a Firenze, a Napoli, a Paestum per la borsa del turismo archeologico, a Rimini, eccetera, abbiamo inaugurato la pratica di fare gite di qualche giorno, non di mezza giornata, di qualche giorno nel Molise anche nel Molise più lontano per esempio nell'alto Molise o nel Fortore o nelle Mainarde, perché ci sono molte cose da vedere, da vedere non solo da guardare, perché guardare e vedere sono due cose un po’ erroneamente che guardare il Molise sia guardare una cosa minore e invece la dignità e la solita, ecco allora questo aspetto. Avevo fatto qualche slide, ma volevo fare questa premessa, perché questo tema, temi di cui ci occupiamo, non sono temi di oggi. Guardate cosa scriveva nel 1955 Guido Piovene che venne in Molise, come in tutta Italia per il suo viaggio in Italia, attirare i turisti e un desiderio del Molise è un desiderio che riscuote il consenso perché il Molise è tra le plaghe più segrete profonde e meno conosciute del nostro paese era il 1955 io non ero neanche nato ma mancava poco e ecco è quello che diceva qualche anno prima un grande poeta si sa anche di questo sarebbe da recitare qualcosa ma non lo faccio perché non conosco bene non so pronunciare bene il dial Eugenio cirese che diceva il fatto che il Molise sia ancora da scoprire a una condizione felice una voce dissonante e quindi utile no in un mondo in cui tutto si stava omologando eppure questi erano momenti che guardavano lontano no è così e poi è avvenuto quello che diceva Giovanni Germano prima abbiamo intrapreso non solo in Molise in tutte l'Italia rurale in tutta l'Italia appenninica soprattutto nella montagna e nella collina e il Molise è tutto montagna e collina processi di spopolamento di abbandono si sono perduti attività economiche sono diminuite i servizi e così facendo che era rimasto era portato ad andare via e qualche volta è andato via anche chi è rimasto perché se quando si resta si perde l'importanza il senso dell'importanza la coscienza appunto di quello che si è intorno è come se ci se ne fosse un po andati anche noi e invece questi territori tutti quei terreni così facendo noi abbiamo creato tutta l'Italia verde che vedete quella verde abbiamo creato un'italia vuota e abbiamo riempito troppo soltanto alcune parti quelle rosse la città le città i capoluoghi le coste i poli industriali tutto il resto il 60 e il 70% del territorio italiano ha subito un processo di abbandono quello che noi oggi chiamiamo aree interne aree interne non è soltanto un'espressione geografica che vuol dire all'interno no vuol dire tutti quei territori che sono stati trascurati dimenticati dal processo di sviluppo che abbiamo seguito che sono stati appunto lasciati a se stessi e il Molise è l'emblema delle aree interne italiane guardate il grafico della popolazione del Molise che ho fatto vedere altre volte naturalmente dal dall'unità d'Italia a oggi c'è un momento quel quella discesa terribile degli abitanti del Molise che passa da più di 400.000 abitanti a 300.000 che è avvenuto soprattutto tra il 1951 e il 1971 adesso ogni giorno si legge che il Molise si spopolano ma il grande spopolamento del Molise è avvenuto in quel perio oggi lo spopolamento c'è è giusto preoccuparsi perché siamo rimasti in pochi e quindi però negli ultimi vent'anni il Molise ha perso 26.000 abitanti che sono tanti rispetto ai su 300.000 ma in quei in quel dal 51 al 71 sempre 20 anni sono come dal 21 a dall'uno al 21 sempre vent'anni sono ne aveva persi quasi 100.090 6000 in vent'anni eccetera allora ecco è è stata una storia in discesa e noi voi oggi abbiamo il compito di risalire di invertire la rotta è giusta l'espressione di Giovanni Germano che diceva cambiare la rotta non solo ma per cambiare la rotta c'è bisogno di un'inversione di tendenza appunto delle scelte delle cose però bisogna chiederci prima di tutto cosa è rimasto bisogna allora se io chiedo a qualche mio studente che viene dai paesi da colletorto piuttosto che da carovilli o da o da non so da montaquila eh adesso una bravissima studentessa di montaquila per esempio e se io chiedo cosa è rimasto al paese cosa c'è al tuo paese la risposta istintiva senza neanche pensarci e non ci sta niente non è così allora il nostro lavoro nostro di tutti noi è quello di riattivare un'attenzione una lettura dei territori per dimostrare che il niente non esiste sul territorio c'è sempre qualcosa però il niente si è insinuato nella testa delle persone e va rimosso anche da lì allora cosa c'è cosa è rimasto è rimasto quello che noi chiamiamo il patrimonio territoriale ma che è molte cose eh voglio andare veloce c'è il mare lo conoscete vado per grandi schemi c'è la montagna i due estremi il mare anche se una piccola costa e la montagna questo e pesca e pescopennataro e in mezzo tra il mare e la montagna c'è tutto il resto tante cose il patrimonio territoriale si compone di molte cose prima di tutto il paesaggio e i paesi sono le nostre due creature principali quelle a cui dobbiamo guardare prima di tutto e poi i prodotti da terzi i prodotti i prodotti alimentari i prodotti artigianali i prodotti dell'agricoltura i prodotti della natura del bosco intendo dire e per esempio quella che si chiama enogastronomia ci sono le aree naturali l'ambiente cioè l'archeologo lo diceva il direttore le le un nucleo Java già il direttore dei musei prima direttore Rinaldo le l'archeologia ovviamente i siti archeologici guardate che sull'archeologia il Molise è una regione che ha un ha tanto da dire non solo nel panorama italiano ma in quello internazionale addirittura pensare a Castel San Vincenzo a sepino a pietrabbondante a Larino e potremmo continuare le tradizioni sono un tema fondamento patrimonio immateriale appunto potremmo citarne tantissime siamo nella città dei misteri ma ci abbiamo lanciata di agnone la festa del grano a jelsi la la la il mit tornate a gamba tesa non potremmo appunto continuare anche qui non vado oltre i temi della religione dei dei santuari delle delle chiese il trekking le buone pratiche perché nonostante la visione come si dice scoraggiata un po di Giovanni Germano clima in realtà qualche paese che ha invertito la rotta c'è e quando penso a Castel del giudice per esempio no che da vent'anni ha intrapreso un percorso in quel paese stanno rinascendo bambini non succedeva da tanto te è un paese lontano alto 800 m da cioè su su che guarda la Val di Sangro e eccetera ecco allora si sta sta avvenendo anche un fenomeno nuovo che è il turismo delle buone pratiche si va a vedere dove si fa qualcosa di di interessante eccetera allora il patrimonio territoriale come vedete ci compone di molte cose non le sto a dire tanto queste slide stanno sul computer di sala per cui poi resteranno a chi a chi le vuole ma quelle tre p quei paesi quel paesaggio e quei prodotti sono tre cose incomprensibili a tutti visibili da cui partire da cui partire i paesi eh l'incontro con i paesi e che è questo e salcito si e salcito e l'incontro con i paesi appunto come fossero luoghi persone con cui parlare vi vi lascio questa suggestione l'incontro coi paesi qui ce ne sono altri ci ho messo anche casacalenda in primo piano in onore non sapevo di parlare accanto a Giovanni di stasi ma in questo caso torna bene però era un'era un giorno l'ho fotografata in un giorno di pioggia vedete grigio il cielo eccetera invece in alto però azzurro c'è pietrabbondante di la pietra cupa ha indicare anche questo legame profondo intimo tra i paesi e la pietra quante pietre ci sono in Molise pietrabbondante pietra cupa pietracatella Petrella tifernina castelpetroso campo di pietra la pietra è qualcosa di solido e di spettacolare al tempo stesso Bagnoli del trigno e poi tutti i peschi pescopennataro Sant'Angelo del pesco è così e così via ecco quello in basso e ripalimosani qui vicino però è è fotografato da una prospettiva insolita quindi non si riconosce bene non siamo abituati a vederlo dalla parte della strada dalla parte della frana questo invece è fotografato da un orto che sta solo è quello appunto è quello in basso e Castel del giudice questi sono luoghi non sono più non sono luoghi dove tornare AA visitare i propri morti o sono luoghi da vivere soprattutto oggi dopo la pandemia che ci chiede di concentrarci di meno di redistribuire la popolazione sul territorio ma per tornare a riabilitare i luoghi occorrono servizi dunque politiche occorrono scuole luoghi per la salute trasporti quindi strade mobilità devono essere raggiungibili raggiungibili ecco questo il i paesi e il paesaggio il paesaggio è un mosaico ha scritto un articolino recentemente su questo tema del paesaggio il mosaic e Purtroppo però è un mosaico che si sta chiudendo anche questo così come i paesi hanno subito lo spopolamento il territorio sta perdendo le sue tessere le tessere del mosaico si stanno riducendo e questo qui si vedono ancora questo è una foto scattata da montefalcone nel Sannio guardando verso montemitro e vedete che ci sono il mosaico cos'è qui sono i campi coltivati i pascoli il bosco tessere diverse se si continua abbandonare la campagna tra qualche decennio questo sarà un verde uniforme e il paesaggio non sarà più quel bel mosaico da da ammirare oltre che un luogo dove si può produrre prodotti e lavoro i segni dei trattori parte fondamentale del patrimonio territoriale ci rimandano a una storia lunga in cui la pastorizia ha reso il Molise per secoli una regione al centro del sistema economico dell'Italia meridione centro meridionale il centro non sto qui AA parlare della transumanza perché non è il tema di oggi però questo l'erba al fiume silente è l'espressione di un'altro poeta che forse conoscete D'Annunzio di una bella poesia dedicata ai pastori e ai trattori l'erba al fiume silente un fiume d'erba sul quale camminavano milioni migliaia e milioni di pecore e decine di migliaia di pastori che per secoli hanno allevato pecore prodotto lana latte carne eccetera ma hanno anche costruito paesaggio il paesaggio è formato dall'incontro tra la natura gli agricoltori i pastori boscaioli e così e così via ecco allora tutte queste sono risorse per leggere per leggere il turismo però bisogna domandarci voi siete un indirizzo turistico di questa la scuola quale turismo quale turismo noi stiamo questa è una regione che sta partendo nel suo sviluppo turistico allora deve evitare di fare gli errori che hanno fatto gli altri cioè quello di puntare a un turismo di massa stagionalizzato concentrato che alla fine crea un impatto crea ricchezza sul momento ma alla lunga crea più problemi che opportunità dunque lo avete si è già detto qui un turismo dell'esperienza eh un turismo cioè dove andiamo nei luoghi non solo per scoprirli perché ormai si possono scoprire anche stando davanti a un computer anche da ma per viverli per degustare un prodotto per degustare un piatto per partecipare a una festa per osservare un paesaggio per ascoltare dei dei silenzi o dei rumori ma tumori del silenzio è molto è molto diffuso in questi paesi OO fare appunto fare delle cose che per Internet ancora non si possono fare che bisogna andare per farlo ecco questo è un esempio di come abbiamo per esempio in un comune del Molise in questo caso è San Felice del Molise l'ho preso uno dei tanti tutte le le le le le le risorse che ha EE sono vedete messe in ordine di importanza naturalmente è un lavoro che hanno fatto i nostri colleghi geografi e eccetera dunque il turismo ecco il turismo esperienziale il turismo che integra le risorse che passa dal dall'accusato storytelling al plays telling volendo usare un inglesismo io odio l'inglesismo e cioè il racconto dei luoghi eh i luoghi che si raccontano che raccontano EE quindi il tema degli itinerari è un tema importante ecco questo molte scuole lo stanno facendo molte molti progetti scuola territorio anche in giro per il Molise stanno puntando su questa cosa di costruire piccoli itinerari da percorrere perché l'itinerario consente diciamo così di avere ah sì una finalità turistica ma anche una finalità didattica creativa sportiva consente ci abitua non importa che sia lungo 10 km può essere anche 1 kg ma ci abitua a rileggere AAA rivedere il territorio appunto a rileggere quello che c'è tornare come dicevo a guardarsi intorno a vedere eh guardare lontano senza trascurare quello che ci è che ci è vicino qui ho messo degli esempi si possono fare molti itinerari in una regione come il Molise della natura dei dei borghi dell'insegnare odio il termine borgo non mi piace per niente io chiamateli paesi quello è il loro vero nome il borgo è un vezzo borghese della della città che vede questi luoghi come un posto dove andare qualche volta a riposarsi non è così noi dobbiamo guardarli come appunto come luoghi come luoghi di vita dunque dobbiamo ripartire da quello che c'è non da quello che non c'è non dobbiamo fare qui quello che non c'è dobbiamo fare partire da quello che c'è che però implica appunto un discorso di partire da un discorso di conoscenza allora tornare al territorio non è andare nel passato eh ma è provare AE cercare le basi per un futuro migliore nel quale possiate essere più protagonisti delle generazioni che vi hanno preceduto grazie