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Le principali feste e sagre nel Molise


Le principali feste e sagre nel Molise
 (Da appunti scritti da Mario Gramegna)
Gennaio FebbraioMarzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre - Dicembre


GENNAIO
 
     La festa di capodanno, in passato ha avuto delle connotazioni specifiche e sorte in un contesto sociale assai diverso da quello di oggi, infatti una società contadina e artigianale caratterizzava la festa con riferimenti ad antichi riti, mentre nella società industriale e postindustriale soltanto come fatto di liberazione dalle ansie e dalle angosce e nella speranza di un futuro migliore.
     Nelle culture tradizionali l'arrivo dell'anno nuovo viene festeggiato con varie manifestazioni che si somigliano assai spesso per il rituale, come quella relativa alle maitunate.
     Giovani e ragazzi a partire dalla notte di San Silvestro fino alle ore del primo giorno del nuovo anno girano per il paese con vari strumenti musicali (bufu, organetto, sonagli, strecuratore ed altri oggetti rumorosi), guidati da un cantore, che ha il compito d'improvvisare il saluto augurale davanti alla porta di casa di amici e parenti, interpolando, talvolta su un motivo ripetuto e accompagnato dal coro, versi indirizzati a personaggi conosciuti del paese.
     Oggi le maitunate sono particolarmente vive a CasacalendaGambatesaFerrazzano e Sepino. In quest'ultimo paese e ancora molto seguito il triduo di Santa Cristina. Il primo giorno è caratterizzato dalla crianzola, cioè una riunione conviviale con il sindaco e i capi famiglia. II secondo giorno l’offerta ai bambini di un cartoccio con i dolci tradizionali e, da parte del sindaco alla santa oro, incenso e mirra, il terzo giorno processione del busto argenteo e del reliquiario della santa. Sul termine maitunata le interpretazioni sono diverse, c'è chi lo fa risalire alle “mattinate” del calendimaggio fiorentino, che si celebrava il primo maggio quale festa della primavera, ma che a sua volta aveva origine dal canto mattutino dell'innamorato davanti alla casa della donna amata; c'è chi, nella maniera più semplice, propende per la derivazione mai intonate per indicare che tali canti sarebbero una esecuzione "unica" per il Capodanno, quindi “mai intonate” per il resto dell'anno; infine c'è chi ritiene che sia una variazione fonica del termine “improvvisata”. E in effetti lo scenico folklorico si svolge all'insegna dell'improvvisazione con mottetti e strambotti indirizzati in tono ironico e satirico a personaggi vari.
     Da evidenziare però altre usanze che appartengono ai ricordi delle persone anziane, come quella dell'acqua nuova della fontana portata in casa di buonora a scopo augurale (ritenendola elemento primordiale e magico); quello delle giovanette, che dalle foglie di ulivo gettate nel focolare acceso traevano presagi sulla condizione di un possibile fidanzato.
     Continua a prepararsi un po' ovunque nei nostri paesi la pentola di legumi lessati (ri sciusce), perché ha funzione propiziatoria di abbondanza; le lenticchie sono consumate da sole per buon augurio generalmente il giorno di capodanno.
     Il 17 gennaio si festeggia Sant'Antonio Abate. Questa ricorrenza caratterizzata in molti paesi dai canti di questua: la sera della vigilia i giovani con gli strumenti musicali tradizionali girano per il paese cantando il Santantuone e ricevendo in dono prodotti alimentari di stagione, ma anche legna per accendere i falò, dopo che sul sagrato della chiesa è stata impartita la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli A questa tradizione, con diverse varianti, sono interessati quasi tutti i comuni molisani: Forlì del SannioBelmonte del SannioCantalupoLimosanoIserniaCampobassoVastogirardiPizzoneSan Giovanni in Galdo e a tanti altri
 

FEBBRAIO

     Una celebrazione assai popolare, che inizia il 17 gennaio e termina con la Quaresima, è il Carnevale. Il nome deriverebbe dal latino carnem levare (togliere la carne) che vuole indi care l'ultimo giorno di carnevale, il martedì grasso o meglio il primo giorno di Quaresima, che prescrive l'astinenza dalle carni. La celebrazione assume un contenuto caratterizzato da banchetti, feste, musiche e canti, nonchè manifestazioni folkloristiche con maschere e spettacoli.
     Il rumore che fanno i festeggianti si ricollegherebbe al primitivo grande baccano, il cui scopo era quello di richiamare alla vita l'addormentata divinità solare, mentre l'allegria avrebbe un significato rituale, una predisposizione ad una catarsi, come avveniva negli antichi rituali (ad esempio i Lupercali a Roma si celebravano il 15 febbraio in onore del dio Lupercus. Essi erano solennizzati per ottenere la prosperità dei raccolti e degli armenti. e davano luogo a manifestazioni di rozza licenziosità.
     Nel Rinascimento venivano organizzati festeggiamenti con sana giocondità, a cui prendevano parte anche le corti dei principi. Celebri furono i carnevali alla corte dei Medici a Firenze, rallegrati da inni, canti e trionfi.
     I motivi più esaltanti del carnevale del XVI secolo divennero poi patrimonio della commedia dell'arte, e fu allora che si introdussero le maschere con significato tipologico, simboleggiando virtù o stravaganze. La prima figura comica di maschera fu il servo di campagna (Zanni bergamasco) in contrasto al Magnifico Veneziano. Successivamente s'inventarono altri tipi di maschere: Brighella, il servo astuto, e Buffetto, il servo sciocco. Il primo celeberrimo servo sciocco fu Arlecchino, balordo e scansafatiche; Pulcinella, invece, era considerato l'incarnazione dello spirito popolare meridionale; Pantalone, tirchio e gretto; il dottor Balanzone, pedante e pancione.
     La rappresentazione del carnevale nel Molise si svolge in quasi tutti i comuni con differenti inventive, tutte finalizzate all'esternazione del carpe diem, cioè alla esaltazione della vita godereccia e alla dimenticanza degli affanni quotidiani.
     A Trivento comitive di giovani girano per il paese e in cambio di una serenata ricevono dolci e offerte in denaro, a Toro si rappresentano sceneggiate di autori locali. A Cercepiccola si assiste alla caratteristica rappresentazione dei dodici mesi, con la partecipazione di 32 personaggi, che comprendono il padre dei mesi (l'Anno), il nonno dei mesi (il Secolo), quattro uomini (le Stagioni), dodici uomini (i Mesi) ed altri personaggi minori. Una analoga rappresentazione con caratteristiche un po' diverse si svolge a Campolieto e Macchia d'Isernia. A Campolieto i personaggi sono tredici (dodici mesi e l'anno), accompagnati da un coro, al termine della rappresentazione compaiono altre dieci persone che interpretano una sceneggiata dal titolo i “briganti" Quest'ultima una volta si rappresentava anche a Campobasso e da qualche anno è stata riproposta con grande favore di pubblico.

 A Tufara, il martedì grasso, si svolge la Mascherata del diavolo, che richiama analoghi riti che si praticano in Sardegna. Alcuni uomini (i diavoli) indossano pelli di capra, corna in testa, una maschera di cuoio nero con una lingua lunga e rossa, un tridente lungo in mano, girano per il paese, inscenando saccheggi e richieste di riscatto di persone prese in ostaggio. Ogni diavolo è seguito da un corteo guidato da una doppia morte (due persone vestite di bianco con un fez in testa e una falce in mano) e due monaci che tengono il diavolo incatenato. Nel pomeriggio si svolge il processo a Carnevale, che, dopo la sentenza, viene gettato dalla rupe del castello, su lui si avventano i diavoli, che lo infilzano col tridente e lo portano lontano dal paese. Durante il periodo di Carnevale non mancano neppure i carri allegorici (a BussoGuglionesi, Larino, PozzilliVenafroUruri) e i fuochi in piazza (a IserniaPescolancianoMonteroduni e tante altre località).
     C’è poi in alcuni comuni il rituale del fantoccio di carnevale, un pupazzo di stracci che subisce la sorte di essere bruciato in piazza: a Bagnoli del TrignoCarpinoneCastel del GiudiceColletortoDuroniaGuglionesiMontorio nei FrentaniPietracatellaSant'Angelo del Pesco e Venafro (qui a mezzanotte il pupazzo viene gettato nel laghetto artificiale).
     Assai caratteristico è il rito dell' Uomo Cervo che si svolge nella località di Castelnuovo,  frazione di Rocchetta al Volturno, durante l'ultima domenica di Carnevale: due uomini, uno interpreta il Cervo (vestito di pelli con in testa autentiche corna di cervo), l'altro la cerbiatta (coperto di pelli bianche), scendono nella piazza. Si svolge una vera e propria pantomima durante la quale i Cervi lottano con Martino (un'altra maschera, simbolo del bene). Quindi arriva un cacciatore ed uccide i Cervi con un fucile, e poi, con un soffio nell'orecchio li fa rinvenire. E così i cervi, completamente ammansiti, sono liberi di tornare sulla montagna.
     A Castellino del Biferno sopravvive ancora un antico rito, tipico del martedì grasso: Pulcinella con un vaso da notte in mano e un forchettone, accompagnato con i genitori e la moglie di Carnerale, giunge in piazza in groppa ad un asino. È seguito dai diavoli e da una strega che fila la stoppa. Improvvisamente Carnevale avverte dolori addominali e Pulcinella invita tutti ad andare a casa. Il giorno successivo Pulcinella annunzia che il malore di Carnevale è cresciuto e intanto questi giunge in piazza, portato disteso su una scala di legno; qui il medico gli pratica un clistere e incide una zucca nascosta sotto gli abiti del pupazzo. Carnevale muore e si svolge un corteo funebre preceduto dalla croce capovolta, a cui sono appesi aglio, cipolla, peperoncini e una parte della zucca. Dopo il funerale intervengono i diavoli che danno fuoco a Carnevale.
    

SAGRE
♦ La Sagra dei ravioli  -  Scapoli  (Ultima settimana di Carnevale)



MARZO
     Molto sentita è la ricorrenza annuale riguardante la festività di San Giuseppe. In alcuni comuni (Baranello, Casacalenda, Lupara, Matrice, Montorio nei Frentani ed altri) vengo allestiti altarini e offerti dolci ai visitatori (screppelle e caveciune). Inoltre si accendono nei del paese vistosi falò.
     A Santa Croce di Magliano, intorno ai fuochi, chiamati maruasce, si cantano il maruasce e il maicantò. Per festeggiare la ricorrenza, è usanza mangiare linguine condite con mollica e uva passita.
     “Il pane dei poveri” viene distribuito quasi in tutti i paesi della provincia di Campobasso. Particolarmente sentita è la ricorrenza nei comuni di Civitacampomarano (la Sacra Famiglia al  convito di San Giuseppe), Guardialfiera, Lupara e Roccavivara. A Casacalenda si allestiscono due tavole, l'una per la Sacra Famiglia, l'altra per i componenti della famiglia e di chi voglia parteciparvi; a Gambatesa il convito può essere di magro (scàmpere) o di grasso (càmpere), a Castellino del Biferno e a San Martino in Pensilis gli invitati sono il Vecchio, la Vecchia e l’Angelo. In altri comuni, ad esempio a Matrice e a Montelongo, partecipano solo 13 persone che simboleggiano Gesù e gli apostoli.
     Il poeta casacalendese Giovanni Cerri (1900-1970) ci trasmette una documentazione precisa dello svolgimento tradizionale della Tàvele de San Geseppe, il cui significato va certa al di là di un semplice "convito", perché era un vero e proprio attestato di solidarietà e affermazione di uno dei valori della civiltà contadina.
     Settimana Santa. A Campobasso, la Domenica delle Palme, la Pia Unione della Chiesa di San Giovanni dei Gelsi sorteggia tra i suoi componenti 12 Apostoli e il Cristo, che visiteranno le chiese della città nel pomeriggio del Giovedi Santo, terminando il rito nella Cattedrale, dove il Vescovo compie la lavanda dei piedi agli Apostoli. La processione degli Apostoli si svolge con caratteristiche peculiarità in altri Comuni come a Campodipietra, Carpinone, Cercemaggiore, Forlì del Sannio, Macchia d'Isernia, Matrice, Riccia, Roccasicura, Toro.
     La solenne processione del Venerdi Santo assume aspetti toccanti in moltissimi luoghi.
     A Campobasso è commovente ascoltare durante il tragitto della processione un inno musicato, nel 1890, dal Maestro De Nigris su versi del Metastasio, lo struggente Teco vorrei. Ad Isernia e Carpinone si svolge un'asta per scegliere coloro che debbono portare le croci, la statua del Cristo morto e dell'Addolorata. Caratteristiche sono anche le processioni che si svolgono a Fornelli e a Santa Croce di Magliano. In molti paesi c'è l'usanza di accendere un grande fuoco davanti alla chiesa principale, tra il venerdi ed il sabato. Il fuoco viene benedetto assieme all'acqua e i fedeli portano a casa la brace in segno di devozione. A Casacalenda, Acquaviva Collecroce, Carpinone, Palata e in tanti altri Comuni, un sacerdote distribuisce ai fedeli pezzi di legno che durante l'anno vengono bruciati per proteggersi dalle malattie.

     A Campodipietra è tradizionale il Convito di Grasso (giovedi) e quello di magro (venerdi) riservato agli Apostoli; a questi, invece, a Carpinone viene distribuito il vuccillato, a Macchia d'Isernia il pane nero, a Matrice viene distribuita una pagnotta di pane con una moneta all'interno; a Toro il rituale è più complesso; coloro che devono impersonare Cristo e i 12 Apostoli si recano per la vestizione in una casa privata, dove per tradizione i vestiti sono custoditi: qui ritornano dopo il rito religioso per il Convito di grasso, che si conclude con la tradizionale Verraina; poi gli apostoli compiono giri rituali per il paese, accompagnati dalle "pie donne”, che sostano davanti alle chiese per l'intera notte.
Rappresentazioni popolari di carattere religioso tradizionale si svolgono ad Agnone, Cercemaggiore, Montagano, Montaquila, Pietracupa, San Giuliano del Sannio e Venafro.
 

APRILE
 
     San Martino in Pensilis. Fa da sfondo a questa carrese la leggenda di San Leo ambientata all'epoca dei Normanni, quando nel territorio larinese dominava la potente contea di Roberto di Loritello che, in compagnia del conte di San Martino, dei marchesi di Campomarino e Serracapriola e i conti di Larino e di Ururi, guidava nel bosco di Licchiano i cavalieri per una battuta di caccia. Legarono i cavalli ad un albero e s'inoltrarono nel bosco per la caccia abbondante e fortunata. Quando tornarono al luogo, dove avevano lasciato i cavalli si trovarono di fronte ad una scena inimmaginabile, davvero prodigiosa.
     I cavalli avevano scavato ed erano inginocchiati davanti ad una grotta: i cavalieri, presi dall'emozione, s'inginocchiarono anch'essi nell'interno davanti ad un'urna di marmo trasparente, in cui erano il corpo del santo, un canestro di paglia che “n 'aqarole” (agoraio) e che “nu gliembarelle” (gomitolo di filo). Una scritta incisa sulla roccia indicava chiaramente che quello era il corpo di San Leo.
     Si accese subito una disputa circa il luogo dove dovesse essere trasportato il sacro corpo, che ciascun feudatario voleva che fosse portato nel proprio paese. Alla fine prevalse la proposta di Roberto, che chiedeva di ascoltare il consiglio del Vescovo di Larino.
     Un corriere inviato a Larino, tornò la mattina seguente, riferendo che il Vescovo suggeriva di deporre il corpo del santo su un carro trainato da buoi, che, sferzati e lanciati alla corsa, fossero liberi di arrivare dove volessero, perché sarebbe stato il santo ad indicare il cammino. Il consiglio fu accettato e il carro iniziò la sua corsa, che mise in ansiosa attesa tutti i presenti, che in cuor loro speravano che il proprio paese avesse il privilegio di accogliere le reliquie ma la gioia fu di quelli di San Martino, perché il carro entrò in paese per la via Marina, fermandosi davanti alla Chiesa di Santa Maria.
     Poi un altro portento: i buoi, ormai stremati, cadono a terra come fulminati. Il corpo del santo è portato in chiesa e da allora è il protettore di San Martino. Accadde il 30 aprile.
     Ogni anno, nella stessa data, per onorare il santo si svolge la corsa dei carri trainati da buoi. Ma anche la vigilia (il 29) suscita interesse tra la popolazione, perché si discute e si fanno scommesse su quale carro vincerà. Alle dieci di sera i carrieri davanti alla chiesa parrocchiale si raccomandano a San Leo:
     Il popolo intona l'antico canto della carrese, che esalta i colori della primavera e invoca la protezione del santo. L'atmosfera diventa festosa e vivace il giorno dopo nei minuti di attesa della partenza della corsa, giovani e giovanotti fanno pronostici ed esaltano le capacità agonistiche del carro del loro cuore. Cresce sempre di più il vociare durante la gara, mentre la gente si accalca ai balconi per meglio gustare lo svolgimento della corsa: alla fine le alte grida di tripudio a favore del carro vincitore, che per premio avrà il privilegio di portare in processione il carro del santo.
     Col canto della carrese, la sera del 29 aprile, s'inizia la festa del santo. E certamente un documento antichissimo della nostra letteratura popolare e - pur non essendo possibile precisare l'epoca della sua composizione - possiamo considerarla manifestazione poetica del nostro popolo, risalente ai primi secoli della traslazione del corpo del santo.
     L'ultimo sabato d'aprile. In tale data, in vari luoghi, si festeggia la Madonna Incoronata. A Duronia la festa fa riferimento alla transumanza, una volta molto più sentita. Gli allevatori e i pochi pastori transumanti si recano in chiesa, portando cesti di formaggio da distribuire a tutti. A Rotello in piazza si svolge la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli. È usanza "indossare” una treccia confezionata con pasta di caciocavallo.
     A Santa Croce di Magliano si svolge una processione religiosa con il viso coperto in testa un contadino con il viso coperto Scarciacapp, che guida un aratro trainato da una coppia di buoi, a ricordo dell'uomo, a cui la Madonna Incoronata apparve l'ultimo sabato d'aprile. La manifestazione è ricordata dal medico e poeta dialettale, Raffaele Capriglione (1874 – 1921).

SAGRE
♦ La Sagra della frittata  -  Montaquila


MAGGIO

     Ururi, il 3 maggio in onore del Santissimo Legno della Croce si svolge prima una corsa di carri trainata da vitelli, poi la corsa dei carri “grandi”.
     A quattro chilometri fuori dal paese inizia la corsa dei due carri tirati da una coppia di buoi: l'uno del partito dei giovani (colori bianco celeste) l'altro dei giovanotti (colori bianco rosso). Uomini a cavallo incitano i buoi con lunghe picche di legno. Al carro vincitore è concesso il privilegio di portare in processione la sacra reliquia, che consiste in un pezzo di legno ritenuto, nella credenza popolare, essere appartenuto alla croce di Gesù Cristo.
     Le carresi.   Larino. La leggenda da cui nasce la festa di San Pardo (25-26-27 maggio) ha un riferimento preciso al ricordo delle invasioni saracene, che si possono datare intorno al IX-X secolo, quando effettivamente gli Arabi devastarono molte contrade del Molise, terrorizzando le popolazioni e rapinando tutto ciò che potevano portar via. Durante queste scorribande i Larinesi fuggivano nelle campagne, credendo di sottrarsi alle violenze degli invasori, ma pochi riuscivano a mettersi in salvo. Quando tornavano c'erano soltanto desolazione e squallore e in una circostanza trovarono profanate anche le tombe dei Martiri Primiano e Firmiano, le cui spoglie erano state portate via dagli abitanti di Lesina, che avevano approfittato della confusione per fare anch'essi bottino.
    I Larinesi pensarono che avrebbero ricostruito le loro case soltanto dopo aver riportato le spoglie dei loro Santi, perciò decisero di recarsi in Puglia e, casualmente, nei pressi di Lucera trovarono le spoglie di San Pardo, Vescovo e Martire. L'improvvisa scoperta e i persistenti pericoli di incontrare i Saraceni li convinsero a tornarsene in paese. Posero il santo su un carro tirato da buoi e tornarono indietro. Arrivarono senza difficoltà fino all'ingresso di Larino, dove il carro improvvisamente si fermò. Tentarono di farlo andare avanti, ma ogni sforzo fu vano. Ad un certo momento si verificò un fatto prodigioso: rimasero immobilizzati i buoi ed anche i pungolatori. Si diffuse allora un panico indescrivibile ed ognuno pensava che avessero commesso un sacrilegio per aver preso le ossa di San Pardo. Per farsi perdonare pregarono a lungo e promisero di rispettarlo e proclamarlo loro protettore.
     Allora si assistette al prodigio: l'irrigidità dei buoi e delle persone cominciò ad allentarsi fino a consentire la ripresa del cammino. Con grande devozione i larinesi seguirono il carro che si fermò davanti alla chiesa principale, dove il santo ebbe il suo primo luogo di culto, successivamente fu collocato nell'attuale cattedrale, appositamente costruita, senza dubbio uno dei monumenti più interessanti del Molise. Ecco come si spiega l'origine della sfilata dei carri trainati dai buoi, che è di antichissima tradizione.

     Suggestiva e coreograficamente interessante la sfilata (25 maggio) preceduta dal carro che l'anno precedente è stato proclamato il più bello per la ricchezza dell'addobbo. Un canto dinanzi alla Basilica Cattedrale, “Laudata” accompagna i carri.
     Calendimaggio. Tanti anni fa, quando la preminente occupazione lavorativa era l'agricoltura, il ritorno del mese di maggio veniva celebrato con caratteristici riti di propiziazione. Ci sono ancora testimonianze di antiche celebrazioni come quella del maje, l'albero o il ramo inghirlandato di fiori simboleggiante lo spirito della vegetazione. Un esempio residuale è rappresentato dall'albero della cuccagna, elemento centrale di molte feste del calendimaggio.
     La simbolizzazione del mese di maggio fu presente nel lontano passato in gran parte dell’Europa con iI rituale Verde Giorgio, un giovinetto coperto di foglie verdi, che girava per le case cantando e augurando buoni raccolti. Anche in Molise era diffuso questo rito nelle comunità slave di MontemitroAcquaviva Collecroce San Felice, come ci riferisce Alberto Mario Cirese in una indagine del 1954. Il rito era chiamato pagliara o majo era rappresentato da un fantoccio fatto di canne, vuoto all'interno, completamente ricoperto di foglie e ramoscelli in cui si infilava un giovane, che girava per il paese cantando in dialetto slavo
     L'usanza è stata ripristinata in questi ultimi anni. A San Giovanni Lipioni paese d'Abruzzo, sul versante trignino, a confine con il Molise, la tradizione del majo è ancora viva ed è curioso costatare come il canto popolare specifico abbia una forte affinità con il Majo de le defenze di Lucito. Il calendimaggio è festeggiato in vari altri paesi a Fossalto la pagliara mai mai è rappresentata da un uomo che si pone all'interno di una costruzione conica (pagliara) sormontata da una croce L'uomo arboreo è accompagnato da zampognari e al suo passaggio la gente versa acqua sul pagliaio. Si propizia così un'abbondante raccolto.
      Anche ad Acquaviva Collecroce c'è la tradizione del cono di maggio che, con un uomo nell’interno, gira per il paese accompagnato da suonatori che inneggiano alla primavera.
     A Castel del Giudice, per la maggiolata, i giovani sventolano ramoscelli in segno d'augurio. L'abbondanza è simbolicamente rappresentata con una raccolta di uova in dono per una grande frittata collettiva.
     A Guardialfiera si distribuiscono gli sfrengiune, frittelle precedentemente benedette in chiesa.
     A Montaquila, la prima domenica di maggio, si cuoce una enorme frittata di circa trecento uova, ripiena di formaggio, prosciutto, fegatini e spinaci.
     Altre feste. San Primiano il 3 maggio, a Larino si festeggia San Primiano. Dal cimitero la statua del santo in processione viene portata in paese su un carro trainato da buoi per sostare in cattedrale dodici giorni dedicati al Santi compatrioti, Firmiano e Casto. Il tredicesimo giorno la sta tua viene riportata nella sua cappella al cimitero.
     San Michele. L'Arcangelo Michele, l’8 maggio viene ricordato in numerose località: BaranelloAgnoneBagnoli del TrignoCastel San VincenzoDuroniaFrosoloneSan Pietro Avellana. Spesso, alla festa religiosa è abbinato un mercato di merci e bestiame.
     A Sant'Angelo in Grotte. il secondo sabato di maggio, si svolge uno spettacolare rito del fuoco, la cosiddetta appicciata di San Michele.
     San Nicola. Il 9 maggio a Guardiaregia, si effettua la vendita all'asta per aggiudicare, il trasporto delle statue di San Diodato, San Michele e San Nicola poi portate in processione fino alla cappella fuori dal paese
     A San Giuliano del Sannio18 e il 9 maggio, le due bandiere di San Nicola vengono messe all' asta e il giorno successivo, prima della processione, è usanza che fucilieri sparino a salve con fucili d epoca. L'usanza risale al secolo scorso, quando alcuni garibaldini parteciparono alla processione sparando in aria in segno di festa.
     A Lucito San Nicola si festeggia il 12 maggio. La sera della vigilia, in piazza, avviene l’incontro tra San Nicola ai monti e San Nicola in paese. Il primo resterà all’aperto, vegliato dai fedeli. Il giorno successivo si svolge la processione. San Nicola ritorna ai monti la terza domenica di giugno
     A Gambatesa, in occasione dell'Ascensione si svolge la sagra della ricotta Un carretto trainato da due montoni bianchi e condotto per il paese per ricevere dal fedeli recipienti di latte e prodotti caseari, poi messi in vendita per le necessità della Chiesa.
     Il martedì di Pentecoste a Pietracatella si festeggia la Madonna della ricotta 1 paso ni portano il latte per ricavare la ricotta da distribuire in paese. La statua della Madonna viene portata in processione, ad anni alterni, in direzione ovest o est.
     A Campobasso, il 31 maggio, si svolge la processione della Madonna dei Monti, il cui percorso è allestito con tappeti di fiori.

SAGRE
♦ La Sagra della trippa e della pizza di granone  -  San Giovanni in Galdo


GIUGNO
 
Corpus Domini. Alla festa del Corpus Domini, la più importante che si svolge nel capoluogo, è abbinata la sfilata dei Misteri. Prima del 1740, anno in cui per la prima volta sfilarono per le vie della città gli ingegni, ideati e fatti costruire dall'artista campobassano Paolo Saverio Di Zinno (1718 1781), la processione solenne era preceduta con le faci e le faglie dei contadini, poi con la rappresentazione dei quadri viventi, accompagnati da canti e recite di orazioni.
     Il Di Zinno ebbe l'idea di rendere stabili i quadri viventi, facendo costruire una struttura di acciaio temperato tale da assicurare la maggiore elasticità e l'assoluta sicurezza alle figure umane che componevano il quadro. Ne furono costruiti diciotto, sei per ogni congregazione (S. Antonio Abate, Santa Maria della Croce e della Trinità). Sei furono distrutti con il terremoto del 1805. I “quadri” hanno per soggetto la vita e la figurazione dei Santi:
     San Isidoro e la Face. Rappresenta il santo contadino spagnolo, che riusciva a coltivare i campi del suo padrone, ma passando la maggior parte del tempo a pregare in chiesa. Il padrone preoccupato volle visitare i suoi campi per rendersi conto e vide il contadino in mezzo a due aratri, che scomparvero al suo arrivo. Nel suo lavoro è sottinteso l'aiuto del Cielo. Il grosso cero sorretto da un angelo, contornato da altri due, prende il nome di Face. simbolo di gioia e di verità.
     San Crispino. Nobile e ricco senatore romano, sotto l'Impero di Diocleziano, distribuì ai poveri tutti i suoi beni e si recò in Gallia per incoraggiare i perseguitati ed esortarli nella fede in Cristo. Per far fronte alle necessità quotidiane fece il calzolaio, ma scoperto per la sua azione a favore dei perseguitati, fu assoggettato a mille patimenti, guadagnandosi così la corona del martirio.
     Maria Maddalena. In abito di penitente, la Maddalena si eleva sopra il firmamento per raggiungere il Signore in Cielo, accompagnata da due angeli, dei quali uno tiene il famoso vaso d'alabastro, con cui la Santa aveva profumato i piedi del Redentore, e l'altro la Croce. Davanti all'altare in abiti vescovili S. Massimino che aveva dato alla Santa l'eucaristia poco prima della morte.
     San Leonardo. Il santo protettore dei carcerati, con due angeli a lato, va in soccorso di un prigioniero, sorvegliato da un alabardiere.
     San Rocco. Un infelice appestato giace abbandonato e invoca il santo, che in abito di pellegrino, accompagnato da due angeli, discende dal Cielo. San Gennaro.
     San Gennaro. Un vecchio sdraiato a terra ha nella mano sinistra un vaso rovesciato, simbolo del fiume Sebeto, e nella destra una vanga sulla quale si appoggia una nuvola che sorregge S. Gennaro e tre angeli.
     San Antonio Abate. L'eremita del deserto viene continuamente tentato dal diavolo, che si trasforma in attraente donzella per farlo cadere nel peccato. Il santo in alto è protetto da tre angeli.
     Il sacrificio di Abramo. Dio per sperimentare l'ubbidienza di Abramo, gli ordinò d'immolargli l'unico suo figlio, Isacco, ma un angelo ferma la mano del Patriarca e gli indica un montone da sostituire al posto del figlio. San Michele Arcangelo. Si vede l'Arcangelo con la spada sguainata che scaccia dal cielo gli angeli ribelli.
     L'Assunta. Rappresenta il passaggio della Madre di Dio dal terreno al celeste soggiorno, e il Cristo che discende dal cielo per andare incontro alla Madre.
     L'Immacolata Concezione. La Santa Vergine, esente da colpa originale. Si vedono il serpente con la testa schiacciata, mezza luna, immagine del candore della Vergine, il globo terracqueo, simbolo dell'Impero, le stelle che le fanno corona, emblema delle virtù, la Croce, simbolo della redenzione e della morte, alla quale si assoggettò il frutto del suo Ventre (Gesù) ed un giglio, nel significato di castità.
     San Nicola. Il santo mantiene, sollevandolo per i capelli, un giovane rapito dai corsari e venduto come schiavo ad un sultano. Alla base della raffigurazione c'è il sultano che siede a mensa con la sua famiglia.
     Ss.mo Cuore di Gesù e la Sacra Famiglia. In primo piano, a sinistra, la Madonna col figlio, a destra S. Giuseppe con la leggendaria verga fiorita dei Vangeli Apocrifi.
    San Gaudenzio. Il primo giugno, a Guardialfiera, due devoti portano in processione l’urna contenente le reliquie del santo. In tale occasione, viene aperta la Porta Santa della Chiesa a. La porta è sempre murata e viene aperta soltanto in questo giorno.
     A Sant’Angelo Limosano, in località Fonte del Bove, la statua della Madonna delle Stelle, trasferita dalla chiesa Madre al Santuario la prima domenica di giugno, viene portata in processione al Santuario.
     Sant’Antonio di Padova (13 giugno). Un santo molto venerato nel Molise, con manifestazioni popolari caratterizzate soprattutto dall'allestimento di altarini lungo le strade. Questa usanza è andata col tempo affievolendosi un po' ovunque, ma resiste ad Isernia.
     In vari luoghi vengono accesi i fuochi della tredicina: per tredici sere consecutive vengono allestiti falò nei rioni e nelle contrade. È un rito particolarmente seguito a Campodipietra, Civitanova del SannioGildoneIelsiPetrella TiferninaMontelongoSan Giuliano del Sannio,Toro.
     A Castellino del Biferno, la ricorrenza di Sant'Antonio è l'occasione per riproporre il pizzichendò. La sera della vigilia, su un grande fuoco viene posto un grande paiolo (callàra) per far bollire il brodo bugiardo, nel quale vengono cotte le sagnitelle distribuite col pane benedetto. Quindi i pizzichendò (piramidi umane) per complessive tredici persone. Così formati si sfidano in una gara di corsa; nel caso di crollo (botta) non si può continuare se la piramide non si costruisce.
     A Gambatesa la statua del santo in processione è preceduta da asini bardati con coperte di raso,ornati alle zampe, alle orecchie e alla coda con nastri di diversi colori. Bambini prendono posto sul dorso degli asini. Dopo la funzione religiosa vengono offerti a tutti vino e taralli.
     A Isernia ancor oggi si allestiscono gli altarini (chiesiole), mentre le finestre e i balconi vengono addobbati con fiori, coperte e luci colorate. Di notte si vegliano gli altarini e si consumano taralli e fagioli. Il giorno tredici si svolge la processione con la statua del santo seguita dai cavalli ornati dagli zingari con fiori e drappi colorati.
     A Montelongo. Durante la processione sui curo di Sant'Antonio vengono posti polli e en fedeli. Gli anziani del paese cantano il fuoco di Sant'Antonio. & Bermacatella a processione è preceduta da carri trainati da pecore e montoni, su cui
     Riccia. Alcune famiglie offrono un convito di grasso a tredici bambini vestiti da monacelli di S.Antonio.
     Roccasicura la processione è preceduta da un gruppo di giovani che con una bilancia esegue la pesa dei bambini.
La questua caratterizza anche questa ricorrenza: i fedeli offrono prodotti alimentari e animali di piccola taglia. L’usanza è ancora valida nei comuni di BonefroToro e Santa Croce di Magliano. In quest'ultima località carri addobbati girano per il paese per raccogliere la “roba”, mentre a bordo un cantatore intona la caregna. Tutto quello che viene raccolto è poi messo all’asta (riffa) nella piazza principale o se c'è, davanti alla chiesa dedicata al santo.
     San Nicandro. A Venafro, dal 16 al 18 giugno si festeggiano i santi Nicandro, Marciano e Daria. I festeggiamenti sono caratterizzati dalla processione con fiaccolata, dalla esecuzione dell’inno dedicato a tre santi e dall'usanza di mettere all'asta, per il trasporto processionale i busti argentei e le reliquie dei martiri Nicandro e Marciano.
     San Giovami Battista. A Capracotta e Castellino del Biferno, dopo la processione del 24 giugno viene sorteggiato un agnello. A Spinete è ancora viva la leggenda secondo la quale San Giovanni abbandonò Gallomatese (Ce) per apparire sulla cima d'un olmo agli abitanti della cittadina molisana. Grande partecipazione anche a Campobasso.
 
SAGRE
♦ La Sagra della lumaca-  Roccamandolfi (Prima domenica di giugno)

♦ La Sagra della pizza assetata  -  Sessano del Molise
♦ La Sagra della pizza  -  Sesto Campano (12 - 14 giugno)
♦ La Sagra del pane  -  Gildone (12 - 14 giugno)
♦ La Sagra del pane  -  Monacilioni (Ultima settimana di giugno)
♦ La Sagra di pasta e fagioli -  San Giovanni in Galdo (13 giugno)
♦ La Sagra del Cinghiale -  Montaquila (Ultima settimana di giugno)



LUGLIO
     Il Volo dell'Angelo di Vastogirandi si effettua il 1 e 2 luglio in onore della Madonna delle Grazie. Una bambina legata ad una fune scorre, per mezzo d'una carrucola su un cavo d’acciaio teso tra la chiesa e una casa. La bambina, con più voli offre doni alla Vergine.
La maggior parte delle tradizioni che si svolgono nel mese di luglio hanno come caratteristica di simbologia il grano.
     A Castellino del BifernoMontorio nei FrentaniPalata e Riccia, in occasione della Madonna del Carmine (16 luglio) si svolgono sfilate con covoni e spighe.
     A Pescolanciano, per la ricorrenza di Sant’Anna (26 luglio), si preparano i manuocchi, che nel pomeriggio della vigilia, preceduti dalla statua della santa sistemati su carri trainati da animali da soma oppure trasportati a mano da giovani in costume, tradizionale sfilano per le strade del paese.
     A Gambatesa, nell'ultima domenica di luglio, si festeggia la Madonna della Vittoria detta anche Madonna delle Traglie. La statua viene condotta dalla chiesa fuori del pese attraverso sentieri e stradine poderali, al centro abitato. Lungo la strada viene preceduta dalle traglie (tregge) fino alla piazza principale, dove il grano viene trebbiato. La statua rimane esposta nella Chiesa Madre fino all'ultima domenica di settembre, quando viene riportata nella sua chiesetta.
Il rito delle spighe si osserva pure a Pietracupa (Sant’Anna).
     A Scapoli, l'ultimo weekend di luglio, si tiene il Festival Internazionale della Zampogna, congiuntamente alla Mostra Mercato di questo strumento, ancora costruito nel piccolo paese delle Mainarde, in località Fontecostanza, dove operano alcuni artigiani-liutai. Nei tre giorni del festival si possono ascoltare zampognari e cornamusai provenienti da tutta l'Italia e da vari paesi stranieri.
     A Ripalimosani, la prima domenica di agosto, la statua della Madonna della Neve urbana (località Quercigliole) e viene portata in paese. Il 12 (luglio) dello stesso mese si effettua il tradizionale Palio delle Quercigliole, una corsa di cavalli lungo il tratturo fino alla citata cappella. Il vincitore ha il privilegio di entrare in chiesa per far inginocchiare il cavallo.
     La festa del grano a Jelsi. La festa di Sant'Anna, la patrona di Jelsi, è nota per la sfilata delle traglie. La traglia è un “carro a slitta” trainato dai buoi che, in occasione della festa, viene decorato con trecce di grano. Oggi le traglie sono quasi del tutto soppiantate da carri trainati da mezzi meccanici.

     La festa, detta anche Sagra del Grano, si celebra ogni anno il 26 luglio. La sua origine risale al 1805, quando a causa di un violentissimo terremoto che il 26 luglio sconvolse l’intera regione con circa seimila vittime su una popolazione di circa 142.000 abitanti, Jelsi contò soltanto 27 morti, anche se notevoli danni subirono le case. Se si considera l'intensità del sisma in rapporto anche agli ingenti danni agli edifici, la popolazione volle vedere nella limitazione della calamità nel proprio paese un intervento di protezione di Sant'Anna, proprio nel giorno dedicatole, nella liturgia e nel calendario. Questo senso di gratitudine verso santa si concretizzò con l'offerta grano in una forma semplice e per nulla scenografica, ma con gli anni, specie dopo che nei giorni 24 e 25 luglio del 1814 un violentissimo uragano interessò anche Jelsi, aumentò notevolmente la partecipazione popolare. Così dal semplice conferimento dei covoni, detti manuocchie come avveniva nei primi anni di festeggiamenti, cominciò il trasporto con spine intrecciate in diverse forme, poi con i carri, che sostituirono le slitte (traglie) ed ora, da molti anni, con i trattori agricoli.
     L'addobbo dei carri consiste in scene allegoriche semoventi, di ispirazione agreste o religiosa, realizzate con ghirlande e festoni di grano, il vero simbolo di un ringraziamento alla divinità con il più prezioso frutto della nostra terra. In questo rito c'è qualcosa che richiama la tradizione delle antiche popolazioni italiche al culto della dea Cerere, e si caratterizza così il sentimento della popolazione cristiana verso colei che è protettrice del paese e dei suoi abitanti. Si sceglie il grano più adatto e con procedimenti complessi si confezionano gli elementi ornamentali con ampio sviluppo della fantasia, che si accresce ogni volta con la precedente esperienza. Gli elementi decorativi più caratteristici sono le palomme (asticelle di legno legate in croce o a stella) e i ciondoligni (mazzetti di paglia di varie lunghezze sospesi ad appoggio).
     Per lunghe ore i carri sfilano lungo le strade del paese affollato di popolazione e turisti, tra i quali molti ielsesi residenti all'estero, che approfittano della ricorrenza per abbracciare parenti e amici. I carri sono preceduti da giovanette in costume tradizionale, recando ceste ricolme di spighe di grano. La traglia che maggiormente attira l'attenzione è quella che porta in una selva di spighe la statua di Sant'Anna. Infine i carri più originali e con le allegoriche più riuscite vengono premiati come segno di riconoscimento dell'impegno profuso dai partecipanti.

SAGRE
♦ La Sagra del Baccalà e peperoni -  Cercemaggiore (1 - 2 luglio)
♦ La Sagra delle "sciuscelle e ciabotta" -  Castelpetroso (2 luglio)
♦ La Sagra della pampanella -  Matrice (Seconda decade di luglio)

♦ La Sagra della Pantoccia sfritta -  Vinchiaturo 
♦ La Sagra del pesce -  Termoli  (11 - 22 luglio)
♦ La Sagra del panunto -  San Giovanni in Galdo  (16 luglio)
♦ La Sagra della ventricina -  Montenero di Bisaccia  (17 luglio)
♦ La Sagra du "scescille" -  Termoli  (17 luglio)
♦ La Sagra del Tartufo -  Forlì del Sannio  (17 - 18 luglio)
♦ La Sagra della "zuppetta" -  San Felice del Molise  (18 luglio)
♦ La Sagra dell'origano -  Campochiaro  (24 luglio)
♦ La Sagra della trippa -  Castelpetroso-Guasto (24 luglio)
♦ La Sagra della gnoccata -  Roccamandolfi  (24 - 25 luglio)
♦ La Sagra della trippa -  Cantalupo del Sannio (25 - 26 luglio)
♦ La Sagra del del caciocavallo e della scamorza -  Frosolone (25 luglio)
♦ La Sagra del tartufo -  Sessano del Molise (25 luglio)
♦ La Sagra della pecora -  Colli al Volturno
♦ La Sagra del grano -  Jelsi (26 luglio)
♦ La Sagra degli arrosticini -  Palata (Fine luglio)
♦ La Sagra dei cavatelli e delle "Fracasse" -  San Giovanni in Galdo (30 - 31 luglio)
♦ La Sagra del vitello -  Pietracatella (31 luglio)
♦ La Sagra del baccalà fritto -  San Polo Matese (31 luglio)
♦ La Sagra della capra -  Montefalcone del Sannio (Fine luglio)
♦ La Sagra della tartufata -  Miranda (31 luglio)



AGOSTO
A Capracotta
- Sagra della pezzata
 
     A Frosolone nella prima decade di agosto viene organizzata la Festa della Forgiatura. Su appositi banchi di lavoro i maestri locali danno prova della loro abilità nella forgiatura dei coltelli e delle forbici.
     A Montenero Valcocchiara il 15 e il 16 agosto si organizziamo il Rodeo Pentro nella località Pantano, ove singoli allevatori mettono alla prova la loro abilità, cavalcando sul dorso di puledri selvaggi, privi di finimenti, per tentare di domarli; alcuni ci riescono, i più si arrendono tra il grande divertimento di coloro che assistono alla esibizione.
     A San Biase, il giorno dell’Assunta (15 agosto), si effettua il palio degli asini montati da fantini, ognuno in rappresentanza di un rione del paese.
     A Montelongo il 16 agosto, San Rocco, si svolge il palio delle contrade, dopo la benedizione impartita ai cavalli.
     A Bagnoli del Trigno, il 18 agosto si svolge il Palio di Santa Caterina. Durante la manifestazione si rievocano storie di brigantaggio e i rioni del paese si contendono il palio (lo Stendardo) sfidandosi in alcuni giochi popolari
     San Donato. A Cercepiccola e San Giuliano del Sannio si svolge il rito della pesatura, che consiste nell'offerta alla chiesa di grano e di denaro pari al peso del proprio corpo per ottenere protezione contro attacchi di epilessia. Oggi il rito è semplificato: i fedeli poggiano un piede sulla bilancia e il sacerdote impartisce la benedizione.
     A Rotello la statua di San Donato conservata nella chiesa del convento, in località Verticchio, viene portata in processione ogni venticinque anni.
     A Carovilli, in località San Domenico, la penultima domenica di agosto resiste la tradizione della tresca. davanti alla Chiesa di San Domenico vengono trebbiati, col calpestio dei cavalli, numerosi covoni di grano. Il cereale trebbiato viene poi messo all'asta per far fronte alle spese della festa.
     A Miranda, l'ultima domenica di agosto, la statua di Santa Lucia, da sole donne, viene portata a spalla fino alla cappella fuori del paese, dove c'è una grotta in cui sarebbe apparsa la santa siracusana. Anche qui il privilegio del trasporto della statua viene assegnato mediante asta.

 SAGRE
♦ La Sagra della polenta -  Duronia 
♦ La Sagra dell'abuoto -  Filignano
♦ La Sagra dei cavatelli -  Macchia Valfortore (Prima decade Agosto)
♦ La Sagra delle sagre -  Scapoli (Prima decade Agosto)
♦ La Sagra delle cotiche, fagioli e trippa -  Pietrabbondante (Prima quindicina Agosto)
♦ La Sagra del soffritto -  Cerro al Volturno (Prima quindicina Agosto)
♦ La Sagra del gambero -  Forlì del Sannio (Prima quindicina Agosto)
♦ La Sagra di pasdta e fagioli -  Campolieto (1° Agosto)
♦ La Sagra degli antichi sapori -  Busso  (1° Agosto)
♦ La Sagra della pezzata -  Capracotta  (1° Agosto)
♦ La Sagra del baccalà e peperoni -  Frosolone  (1° Agosto)
♦ La Sagra della pizza -  Monacilioni  (1° Agosto)
♦ La Sagra dei fagioli -  Conca Casale  (2 Agosto)
♦ La Sagra dei cavatelli -  San Felice del Molise  (3-4 Agosto)
♦ La Sagra del farro -  Monacilioni  (5 Agosto)
♦ La Sagra del baccalà -  Petrella Tifernina  (7 Agosto)
♦ La Sagra "Taccuzzelle e fagioli" -  Castelpetroso (Primo venerdì di Agosto)
♦ La Sagra del "varak" -  Acquaviva collecroce (6 Agosto)
♦ La Sagra della "vacca argentina" -  Frosolone (7 Agosto)

♦ La Sagra dei cavatelli -  Sesto Campano (Primo sabato di Agosto)
♦ La Sagra del pane -  Cerro al Volturno (7-9 Agosto)
♦ La Sagra del prosciutto -  San Giacomo degli Schiavoni  (8-9 Agosto)
♦ La Sagra del tartufo -  San Pietro Avellana (8 Agosto)
♦ La Sagra della porchetta -  Petacciato (10 Agosto)
♦ La Sagra dei cavatelli -  Filignano

♦ La Sagra dei cavatelli -  Pietracatella (10 Agosto)
♦ La Sagra dei cavatelli -  Monacilioni (10 Agosto)
♦ La Sagra di taccozze e fagioli -  Santa Maria del Molise (10-12 Agosto)
♦ La Sagra della "pallotta" -  Castel del Giudice (12 Agosto)
♦ La Sagra della Polenta e della Pezzata -  Pescolanciano (12-13 Agosto)
♦ La Sagra della scamorza arrosto -  Pescopennataro (12 Agosto)

♦ La Sagra della Polenta -  Sesto Campano  (12-13 Agosto)
♦ La Sagra "de le treccenielle" -  Molise  (12-13 Agosto)
♦ La Sagra dei cavatelli -  Civitacampomarano  (13 Agosto)
♦ La Sagra della carne argentina -  Mafalda  
(13 Agosto)
♦ La Sagra "Suttan apert" (Cantine aperte) -  Monacilioni  (13 Agosto)
♦ La Sagra della pancetta -  Petrella Tifernina  (13 Agosto)
♦ La Sagra della "fascarella" -  Sant'Angelo del Pesco  (13 Agosto)
♦ La Sagra degli gnocchi -  Santa Maria del Molise  (14 Agosto)
♦ La Sagra dei fegatelli -  Limosano (14 Agosto)
♦ La Sagra della polenta e salsicce -  Molise (14 Agosto)


♦ La Sagra delle "droqe" -  Montecilfone (14 Agosto)
♦ La Sagra del prosciutto -  Matrice (14 - 15 Agosto)
♦ La Sagra della "scorpella" -  Acquaviva di Isernia (14 - 15 Agosto)
♦ La Sagra del tartufo -  Boiano (15 Agosto)
♦ La Sagra della spaghettata -  Castelverrino (15 Agosto)
♦ La Sagra dei "cazzarielli" e fagioli -  Forlì del Sannio (15 Agosto)
♦ La Sagra taccozze e fagioli -  Castropignano (Settimana di Ferragosto)
♦ La Sagra del baccalà e peperoni -  Castropignano (Dopo il Ferragosto)
♦ La Sagra della salsiccia e uova -  Castropignano
♦ La Sagra della soppressata -  Monacilioni


♦ La Sagra dei peperoni fritti -  Gildone (Dopo il Ferragosto)
♦ La Sagra ciambotta, cacio e uova -  Ripalimosani (15 Agosto)
♦ La Sagra delle salsicce -  Longano (15 - 16 Agosto)
♦ La Sagra pasta "arecapate" -  San Biase (15 - 16 Agosto)

♦ La Sagra dei fusilli -  Portocannone (16 Agosto)
♦ La Sagra del "tozzo" (granturco) - Sepino (16 Agosto)
♦ La Sagra dello "scattone" -  Torella del Sannio (16 Agosto)
♦ La Sagra delle carni -  Trivento 
♦ La Sagra della cotica, fasciule e trippa -  Fossalto
♦ La Sagra delle pezzate e fasciuogl -  Sant'Angelo Limosano (22 Agosto)
♦ La Sagra del farro -  Fossalto (19 Agosto)
♦ La Sagra della patata -  Rionero Sannitico (21Agosto)
♦ La Sagra delò Profumo -  Sant'Elena Sannita (Terza domenica di agosto)
♦ La Sagra degli spaghetti -  Tufara (23 Agosto)
♦ La Sagra della pannocchia -  Toro (24 Agosto)
♦ La Sagra del tartufo -  Boiano (26 Agosto)
♦ La Sagra del tartufo - Macchiagodena (29 - 29 Agosto)
♦ La Sagra "Cazzarieglie e fasciuole" -  Vastogirardi (28 Agosto)
♦ La Sagra del pesce -  Termoli (29 Agosto)

♦ La Sagra "Partacce e trippa" -  Mirabello Sannitico (29 Agosto)



SETTEMBRE
     A Bojano, in montagna, nella località intitolata a Sant'Egidio, giungono i fedeli partiti dalla sera della vigilia della festa, che cade il 1° settembre. Durante il tragitto si effettuano soste per l'assaggio del vino offerto da coloro che abitano lungo il percorso. Durante la notte davanti chiesa vengono accesi i fuochi. Il 1° settembre le statue di San Michele e Sant'Egidio, messe all’asta, vengono portate in processione.
     A Roccavivara, in località Canneto, festa in onore dell'omonima Madonna. Numerosi pellegrini provenienti dai paesi vicini giungono la sera della vigilia e pernottano in Chiesa. Il giovedì 8 settembre (Natività di Maria Vergine) si svolge la processione attorno al santuario. I fedeli portano in mano le canne per ricordare la leggenda del rinvenimento della statua della Madonna in un canneto.
     A Guardialfiera, il secondo sabato di settembre, si svolge la processione in onore della Madonna del canneto del Carmelo il corteo si muove nella tarda serata per mettere in evidenza la caratteristica delle figure di carta velina e canne preparate dai bambini del paese esse sono fissate su fili tesi tra un balcone e l'altro.
     A Isernia nel primo dei tre giorni di festa (26 - 27 - 28 settembre) i busti dei santi Cosma e Damiano vengono condotti in processione dalla Cattedrale, dove sono custoditi, fino alla collina dell'Eremo. Il trasporto è effettuato da pellegrini provenienti da Sant'Elia Fiumerapido (FR). Ad essi viene si aggregano altri provenienti dalla Ciociaria e dai paesi del circondario isernino. Vegliano in preghiera durante la notte e il giorno seguente partecipano a riti religiosi. Alla processione di ritorno quella del 28, partecipano soltanto gli isernini.
     A Sant'elena sannita la festa per i Santi Medici (26 settembre) è caratterizzata dai due lampioni, cioè due aste di legno con in cima due lanterne con grossi ceri e la croce, e un drappo ricamato su cui sono raffigurati i due santi. Dalla Chiesa Madre la processione arriva fino a santuario del paese.
     A Casacalenda, l'ultima domenica di settembre si svolge la festa in onore di Santa Maria della Difesa, alla quale l'intera popolazione è particolarmente devota, tanto che per l'occasione ritornano in paese molti emigrati. Vi partecipano pure molti pellegrini provenienti dal Basso Molise ed anche dalla vicina Puglia.

SAGRE
♦ La Sagra "Cavatelli e custatell" -  Matrice 
♦ La Sagra del vino pentro -  Macchia di Isernia
♦ La Sagra "Cavatelli e custatell" -  Matrice 
♦ La Sagra "Arrosticini" -  Sant'Agapito
♦ La Sagra della carne -  Tavenna
♦ La Sagra del granone -  Agnone (7 - 8 settembre)
♦ La Sagra del tartufo -  Boiano (8 settembre)


♦ La Sagra polenta e baccalà -  Carpinone (8 settembre)
♦ La Sagra pasta con le pallotte -  Castelverrino (8 settembre)
♦ La Sagra cavatelli e "Zapp'ttone" -  Trivento (8 - 9 settembre)
♦ La Sagra dell'uva -  Riccia (seconda domenica di settembre)
♦ La Sagra del baccalà, taccozze e fagioli -  Cantalupo del Sannio (19 settembre)
♦ La Sagra "Pallotte Casc e Ova" -  San Biase (29 settembre)
♦ La Sagra Taccozze e fagioli -  San Polo Matese 
(29 settembre)



OTTOBRE 
     Il mese di ottobre per la maggior parte è dedicato alla Sagra dell'uva, anche se non assume l'importanza che aveva nel passato: con poche varianti nei vari paesi (Forlì del Sannio, Fornelli, Mafalda, Montaquila, Morrone del Sannio, Pietracupa, Poggio Sannita, Riccia, San Giuliano del Sannio, Sant'Angelo Limosano, non frequentemente anche Campobasso, sfilano per le vie principali carri agricoli su cui vengono allestite scene riguardanti il racconto dell'uva e la vinificazione, mentre personaggi in abiti tradizionali distribuiscono lungo il percorso grappoli di uva e vino.

     In alcuni comuni la festività religiosa ha specifici riferimenti alla sagra dell'uva, come per esempio a Gambatesa quando in onore della Madonna del Santissimo Rosario,  il corteo processionale è preceduto da una coppia di asini avendo in groppa due tini e una doppia fila di ragazzi con i cesti pieni d'uva. Lungo il percorso i fedeli versano grappoli d'uva nei tini (prima domenica di ottobre).
     Anche a Ururi la statua della Madonna Ss. del Rosario viene portata in processione su un carro agricolo addobbato.
     Nella seconda domenica di ottobre a Guglionesi, in occasione di una festa in onore di Sant'Adamo i contadini seguono la processione portando grappoli d'uva nei cesti.

 SAGRE
♦ La Sagra della castagna -  Monteroduni


NOVEMBRE
  Sagra della pizza di San Martino -  Baranello (11 novembre)
♦ La Sagra della pizza "scema" -  Busso(11 novembre)
♦ La Sagra del baccalà -  Gildone (11 novembre)

♦ La Sagra dell'olio -  Rotello (ultima domenica di novembre)
♦ La Sagra dei "panicell" -  Jelsi (30 novembre)


DICEMBRE
     Il mese di dicembre è certamente quello più ricco per le tradizioni popolari, caratterizzato non soltanto per l'allestimento del presepe, ma anche per i fuochi e le fiaccolate che integrano i riti religiosi.
     I rituali all'aperto si svolgono in moltissimi paesi, per esempio a Montenero di Bisaccia la rappresentazione è caratterizzata da un presepe, che ricostruisce l'ambiente della Natività con i veri personaggi, che animano la ricorrenza anche con la presenza di attrezzi agricoli tradizionali, ma ormai in disuso, nonché di quelli artigianali e di uso comune nelle abitazioni di una volta. A Venafro alla rappresentazione della Natività partecipano circa 200 attori attorno ad una capanna costruita e piedi del castello medioevale, dove giungono i pastori con le greggi.
A Guardialfiera in località Piedicastello si svolge in giorni prefissati dal 24 dicembre al 6 gennaio. A Montagano per antica usanza vengono condotte in chiesa anche le pecore guidate dai pastori, mentre in un gioco di luci viene simulata l'apparizione della cometa.

     La sera della vigilia di Natale i numerosi paesi davanti alla Chiesa principale si accendono i falò.
     A Oratino è spettacolare la Faglia, un cilindro di canne e foglie lungo dai 12 ai 15 metri. Nel pomeriggio del 24 dicembre viene trasportata orizzontalmente per le vie del paese per poi essere innalzata dinanzi al sagrato della Chiesa Madre dove viene bruciata in segno di gaudio per la nascita del Redentore.
'LA FAGLIA', IL RITO DEL FUOCO DI ORATINO (CB), CON L'OFFICINA SOCIALE 'OF.F.' RICREA COMUNITÀ - 1
Nicola Frenza

 'LA FAGLIA', IL RITO DEL FUOCO DI ORATINO (CB), CON L'OFFICINA SOCIALE 'OF.F.' RICREA COMUNITÀ - 2
Nicola Frenza



     Particolarmente suggestive le manifestazioni a Montefalcone del Sannio (le farchie) fascine di rami di quercia destinate ad alimentare i falò. A Morrone del Sannio ( farchie formate da tronchi di albero) e ad Acquaviva Collecroce  (la Smrk una grossa torcia formata da piccoli bastoncini di legno contenuti in una specie di gabbia che ha per base un tronco d'albero capovolto).
" LA FESTA DEI FUOCHI RITUALI"  Ricerca, documentazione, reti di salvaguardia e partecipazione  -  Nicola Frenza
 "LA FESTA DEI FUOCHI RITUALI" - Nicola Frenza


     Anche la fiaccolata trova posto per saltare il grande evento cristiano: i fedeli si recano in Chiesa per la messa di mezzanotte con fiaccole accese come a Carpinone, Roccaravindola, Salcito mentre in tanti altri comuni si accendono i fuochi sotto le finestre delle ragazze in età da marito mentre si eseguono canti da parte di un innamorato.
     A Bagnoli del Trigno, a Pietrabbondante, a Pietracupa, a Poggio sannita e a Sant'Angelo del Pesco si illumina il cammino di coloro che si recano in chiesa facendo bruciare docce poste sulle finestre e sui balconi.
     Singolare è la N’docciata di Agnone consistente in una sfilata di numerose n’docce, strutture dalla caratteristica forma a ventaglio atte da listelli di legno di Abete bianco. Possono essere del tipo monotorcia, o, più spesso del tipo di torcia multipla, che può avere anche venti fuochi. Alte circa 4 metri, le n’docce vengono trasportate da uno o più portatori in costume tradizionale. Vi è una forte partecipazione corale delle contrade del paese, che fanno a gara per realizzare le torce più grandi e belle. La sfilata per le vie principali è spettacolare e si conclude con un grande falò: il falò della fratellanza. L'otto dicembre 1996, la N’docciata è stata omaggio al Papa Giovanni Paolo II in occasione del suo cinquantesimo di sacerdozio.


SAGRE
♦ La Sagra del panunto -  Roccavivara (Primi di dicembre)
♦ La Sagra "ricciata" -  Matrice (3 dicembre)
♦ La Sagra dei fagioli -  Guardiaregia (5 dicembre)
♦ La Sagra del maiale -  Molise (Ultimo sabato di dicembre)