Da “Cammina, Molise!” a “Molise,Terra di Cammini”di Giovanni Germano


“Cammina, Molise! ché la strada è lunga”, questa la frase imperativa inserita nella nuvoletta della caricatura, che raffigurava un malridotto ed accasciato Molise mentre era impegnato a guardare smarrito un impervio itinerario su di una tabella. Era la caricatura disegnata per il primo manifesto del “cammina, Molise!” nel lontano 1995; la stessa caricatura è stata per anni il logo della manifestazione. Niente di più profetico. Sono passati più di 25 anni, ma il Molise ancora non riesce a muoversi, ancora non riesce ad alzarsi e mettersi a camminare.
Che fare? Cosa fare di più per stimolare i muscoli e i nervi nelle gambe, il senno nella testa e la passione nel cuore?
Il Molise non si muove e quindi non cammina, perché non sa che strada prendere.
Scomparsa la civiltà contadina, fallite miseramente le aspirazioni industriali, entrato drasticamente in crisi l’impiego pubblico che per decenni ha foraggiato il 60% delle famiglie molisane, nessuna altra via è stata immaginata e quindi percorsa per tentare di rivitalizzare economia, cultura, socialità e demografia della nostra marginale e piccola regione.
Una grossa responsabilità delle istituzioni politiche ed economiche locali, che, seppure in qualche modo giustificata dalle crisi di sistema nazionali ed internazionali, ha prodotto una situazione di arretramento produttivo, una assuefazione intellettuale ed un abbandono del territorio che non hanno precedenti nella pur breve storia del Molise.
La vera ricchezza del Molise è costituita dal patrimonio storico, culturale, ambientale ed enogastronomico dei suoi borghi e del territorio delle aree interne.
Dal basso, come l’A.C. La Terra, tante altre Associazioni presenti sul territorio, le Pro Loco, tanti Sindaci, in particolare quelli che resistono caparbiamente dentro le trincee dei loro paesi, e tante singole energie  preziose ed appassionate, hanno capito da tempo che le aree interne, con le loro ricchezze, possono rappresentare il fulcro di una possibile ripresa dell’intera regione.
L’esperienza di “cammina, Molise!” ha maturato negli anni proposte che l’Associazione Culturale La Terra ha rielaborato nel progetto “Molise, Terra di Cammini”, che in questo documento si vuole sinteticamente illustrare.
A)           Le condizioni generali, riferite direttamente agli enti locali ed al tessuto sociale, urbano e territoriale ad essi connesso.
La condizione politica.
Siamo convinti che la politica deve essere partecipazione. Dal punto di vista tecnico-istituzionale le condizioni per un rilancio della democrazia partecipata sono: forme di consultazione della popolazione, procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte dei cittadini singoli o associati. Il presupposto imprescindibile sarà comunque la caratterizzazione della figura di chi sarà delegato ad amministrare la cosa pubblica: dedizione vocata all’interesse pubblico, sganciamento da ogni forma di clientelismo di tarda memoria democristiana, collaborazione con le energie vive della comunità, difesa della memoria storica del luogo e del popolo che si amministra. In questo quadro dovranno essere banditi da ogni forma di delega amministrativa tutti coloro che, storicamente, avendo fatto della politica un sostentamento quotidiano per loro stessi, per le loro famiglie e per i loro amici, sono diventati, dalle nostre parti, i potenti intoccabili, i moderni feudatari che di fatto ostacolano ogni forma di sviluppo, se non quello fetido di pochi parassiti.
La condizione sociale ed economica.
Nei comuni più piccoli e più interni la situazione è disastrosa, ma anche negli altri, con l’esclusione delle due città capoluogo e dei paesi più grandi che presentano problemi diversi, le cose non cambiano molto: scomparsi da tempo i lavori tradizionali  legati ai campi ed alla manualità creativa degli artigiani, le uniche occupazioni rimaste sono, molte, quelle legate al settore impiegatizio prevalentemente pubblico, poche, quelle collegate al terziario di natura privata; l’artigianato stenta a trovare nuove strade, l’agricoltura fa inutili esperimenti di natura estensiva assolutamente non competitivi pure sul misero mercato locale. La situazione è ancor più disastrosa se si pensa alla staticità ed alla stagnazione melmosa in cui sono costretti a vivere i pochi rimasti: la paura di “perdere il posto” e/o la speranza di “occupare il posto” rendono falsato (minaccia e ricatto, “do ut des”) il rapporto cittadino-amministratore e non  creano stimoli per iniziative di sorta che trasmettano la sensazione del “fare”. In questo fosco quadro è importante che i giovani prendano coscienza dell’enorme fardello che pesa sulle loro spalle: non fuggire e nemmeno farsi ingoiare dalla melma dello “stagno”, ma rimboccarsi le maniche ed affondare le mani nella propria terra per carpirne i frutti migliori. Nonostante tutto il Molise è rimasto pur sempre la terra della miriade di piccoli paesi abbarbicati su montagne o dorsali dominanti vallate bellissime, la terra dei tratturi, la terra di distese boschive ancora rilevanti, la terra di un territorio aspro e difficile, ma bellissimo, ancora per fortuna in buona parte intatto, più adatto al pascolo che all’agricoltura. La condizione per ricreare socialità ed economia può rimanere quindi quella, essenziale ancora una volta, di sfruttare le risorse della propria terra.
La condizione culturale.
Se l’elemento fondante dello sviluppo locale dovrà essere la riappropriazione della propria terra, a maggior ragione le nuove generazioni debbono mirare con orgoglio a riappropriarsi della cultura, quella contadina, che fu dei loro padri e per secoli ha formato intere generazioni. Cultura e storia come necessarie radici per irrobustire la propria coscienza critica, capace di capire il presente per poi costruire il futuro. La scuola deve trasformarsi nella palestra necessaria alla formazione del nuovo individuo, che sappia parlare e leggere il dialetto, che sappia capire e trasformare gli insegnamenti dei loro padri contadini e artigiani, che sappia riconoscere e rispettare il proprio territorio, le persone, la fauna, la flora e le pietre che lo costituiscono. Bisogna incentivare ogni iniziativa culturale, privata o pubblica, volontaristica o istituzionale, che sviluppi in ogni realtà locale un processo di riscoperta delle potenzialità perdute e di valorizzazione e tutela dell’esistente.
La condizione urbano-ambientale.
Il consolidamento strutturale e la conservazione storica e culturale del patrimonio edilizio dei nostri piccoli centri devono essere mirati a ricreare l’habitat originario, a far rivivere la piazza. Occorrono spinte energiche per ricreare botteghe artigianali e attività di piccolo commercio; servono spazi e situazioni, dove è possibile produrre cultura, dove è possibile la socializzazione e il divertimento. Il paese non dovrà essere solo il “monumento” recuperato, ma dovrà tornare ad essere il luogo dove si risiede e si produce. Il territorio deve essere tenuto sotto uno stretto controllo idrogeologico, magari evitando di lasciarsi affascinare dalle “grandi opere” o di ingrossare il serpaio delle stradine interpoderali ed infittendo colture mirate  che rendano di nuovo produttivi i campi abbandonati o rimettendo in uso antichi sentieri. L’ambiente, nella sua interezza, paesaggistica e storico-culturale, deve essere tutelato e valorizzato.
B)           Costruzione del “Flusso Turistico Mitigato” basato sul cammino.
 “Turismo mitigato”, come lo intendiamo noi, vuol dire turismo adattato alle attuali e reali esigenze delle nostre terre. Non ci interessano i grossi numeri e le grosse concentrazioni per dar vita ad un “cammina, Molise! tutto l’anno”. Ci interessano le dovute proporzioni per  rianimare l’auspicato riequilibrio economico-culturale della nostra campagna rispetto alla città. 
Il turismo mitigato che auspichiamo noi si basa sulla cosa più semplice e naturale che l’individuo possa fare: camminare. Siamo convinti che il cammino, nella sua semplicità, possa portare linfa nel territorio delle aree interne.
Perché venire a camminare in Molise? ci sono altre realtà regionali (Trentino, Toscana, Umbria, Basilicata, etc), ognuna con la propria peculiarità, che offrono da tempo risposte certe al turista che vuol camminare. Per questa ragione il Molise deve proporsi con una  specificità alternativa a quelle esistenti.
In 25 lunghi anni il “cammina, Molise!” ha dimostrato sul campo di aver trovato la “peculiarità alternativa” da poter proporre al turista camminatore.
In cosa consiste questa peculiarità? Studiando le centinaia di impressioni, scritte ed orali, dei nostri partecipanti vien fuori il coinvolgimento totale del camminatore, attivo e non passivo. Il camminatore qui non è un oggetto in mano all’agenzia turistica, ma diventa protagonista della camminata, egli interagisce con tutto quello che gli accade intorno in un susseguirsi di avvenimenti da cui viene totalmente preso. Cammina, balla, canta, suona, parla con chi gli si trova a fianco, familiarizza, ascolta ed impara, vede ed ammira, fatica ed infine viene accolto dalla gente del posto ed ha il piacere di gustare il senso genuino dell’ospitalità.
La peculiarità quindi è la semplicità, la convivialità e la genuinità delle cose e degli umori che si offrono e si trasmettono al camminatore per renderlo partecipe e nel contempo protagonista di un evento che, pur essendo una semplice camminata, costituirà un arricchimento interiore che soddisfa le esigenze conoscitive ed il piacere delle emotività.
 
L’indotto che detto flusso potenzialmente potrà attivare in armonia con la salvaguardia dell’ambiente riguarderà i seguenti settori produttivi:
a)           Ricettività e Ristorazione: alberghi e alberghi diffusi, agriturismi, B&B, punti di ristoro, etc.
b)           Agroalimentare: bio-agricoltura per il recupero dei terreni abbandonati, pastorizia per il recupero dei tratturi, viticoltura per il recupero dei vitigni, prodotti tipici.
c)            Artigianato legato al recupero della pietra, del legno e della pietra in campo edile ed artigianato legato alla produzioni tipiche territoriali ed al ripristino di manifatture dismesse, etc..
d)           Tutela del territorio: manutenzione dei sentieri, ripristino dell’uso e tutela dei tratturi, interventi che contrastino il dissesto idro-geologico, recupero delle sorgenti, manutenzione dei boschi, etc.
e)           Cultura legata al territorio: produzioni e ricerca per musica, canto, ballo, cinema/tv e teatro; valorizzazione dei siti archeologici, religiosi e paesaggistici; potenziamento di organizzazioni e associazioni culturali ed ambientaliste, per quanto attiene alle attività relazionate agli studi storici, al recupero dei dialetti e delle tradizioni locali, etc. 
 
Cosa deve fare la Regione:
Nella fattispecie, sempre nella prospettiva di un piano di sviluppo delle aree interne, le istituzioni regionali, in sinergia con le associazioni legate al territorio, devono avere come priorità il compito di favorire il flusso turistico, che noi auspichiamo basato sul cammino, mediante un attento piano di legislazione consapevole e competente per:
a)           Gestire la sentieristica;
b)           Tutelare i tratturi e tutte le vie storiche legate alla pratica del pellegrinaggio;
c)            Obbligare i comuni ad integrare i piani di fabbricazione con Piani Regolatori di Tutela dei centri storici;
d)           Individuare zone a destinazione per parchi eolici e parchi fotovoltaici, lontano dalle zone vocate al turismo mitigato, onde preservare il paesaggio;
e)           Favorire ogni forma di investimento e finanziamento per far nascere ed irrobustire attività legate alla gestione del flusso turistico.
 
C)           Gestione del “Flusso Turistico Mitigato”
Le linee guida organizzative per mettere in moto il  flusso turistico, mitigato ed adeguato al territorio come abbiamo detto, per periodi stabiliti all’interno dell’intero arco dell’anno, possono essere le seguenti:
A)           Nucleo centrale di reperimento e smistamento
E’ necessario far nascere un  Nucleo centrale di reperimento e smistamento, con forma giuridica e tecnico-amministrativa da vagliare, che dovrà avere le seguenti principali funzioni:
a)           Trovare prima di tutto sul territorio, e poi su scala nazionale ed anche internazionale, contatti e collaborazioni con singoli, associazioni, società in grado di condividere il progetto;
b)           Mettersi in rete con lo scopo principale di pubblicizzare il progetto e risolvere le questioni logistiche legate al reperimento ed allo smistamento dei camminatori;
c)            Gestire a monte il reperimento dei camminatori, per poi organizzare lo smistamento capillare sul territorio ai nuclei di riferimento.  
B)           Nucleo dinamico di riferimento territoriale
Il nucleo referente, che come il nucleo centrale avrà forma giuridica e tecnico-amministrativa da stabilire, possiederà le seguenti caratteristiche:
a)           Raggio di intervento: i borghi ed il loro territorio facenti parte di una zona omogena per motivi orografici, sociali e culturali (indicativamente si può far riferimento alle  soppresse Comunità Montane).
b)           Collaborazioni con le istituzioni locali e le associazioni di base, ma anche con le presenze qualificate dell’imprenditoria legata alla ricezione e con il mondo scolastico.
c)            La Cattedra itinerante: conoscenza profonda del proprio territorio, sotto il profilo storico-culturale ma anche orografico; collaborazione con guide ed associazioni qualificate.
d)           Il Percorso: Capacità di individuare, mettere in sicurezza e manutenere i sentieri; attitudine a condurre i camminatori in gruppo, anche con strumentazioni appropriate.
e)           L’Accoglienza: Capacità di intrattenere ed animare con l’arte della musica, del ballo e del canto, preferibilmente legata alla tradizione popolare locale; Collaborazioni con artisti e gruppi folclorici locali; Conoscenza della gastronomia tipica e delle tradizioni culinarie e capacità di organizzare le accoglienze unitamente agli operatori locali del settore ed alle associazioni turistiche di base.
f)            Impegno ad operare in sinergia con gli altri nuclei referenti sparsi sul territorio.
 
D)           Le Potenzialità all’estero che possono alimentare il Flusso
La bellissima esperienza delle cinque Edizioni di “cammina, Molise! in Argentina”, a  Mar del Plata nel 2015, a Rosario nel 2016, a Cordoba nel 2017, a La Plata nel 2018 e a Buenos Aires nel 2019, hanno segnato un altro importante passo avanti per la legittimazione del Progetto. Le Associazioni dei Molisani che hanno organizzato l’evento insieme all’A.C. La Terra, gli Enti e le Agenzie turistiche contattate, tutti sono convinti che in terra argentina esiste una potenziale carica turistica pronta ad esplodere per raggiungere le terre molisane. La semplicità e la peculiarità con cui il “cammina, Molise!” si è presentato agli Argentini,  ha risvegliato e rafforzato il desiderio di tornare nei propri paesi d’origine a tanti emigranti, ormai avanti negli anni, ed ha colpito l’immaginario di tanti loro discendenti, giovani e meno giovani, vogliosi di venire a conoscere le terre dei loro avi, così diverse dalle terre argentine. Questo potenziale, così evidente in Argentina, è ancora consistente anche in altre parti del mondo dove è stata forte l’emigrazione di nostri corregionali, come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, e così via.
Per rafforzare questi intenti:
a)           Abbiamo già iniziato a promuovere la partecipazione di molisani residenti all’estero al “cammina, Molise!” regionale. Nelle edizioni degli ultimi anni numerose sono state le presenze di marciatori provenienti dall’Argentina, ma anche dagli Stati Uniti, dal Canada, dalla Germania e da altri Paesi europei.
b)           Si sono intensificati i rapporti con Associazioni di Molisani in altre parti del mondo ed in particolare con quelle del Brasile, del Canada e di Francia, con l’intento di promuovere Edizioni di “cammina, Molise!” anche in questi Paesi.
E)           Il Contributo di UniMol e di AriA
La collaborazione con l’Università del Molise già sta producendo frutti tangibili.
Insieme abbiamo partecipato alla conferenza internazionale "The European Pilgrimage Routes for promoting sustainable quality turism in rural areas", tenutosi dal 4 al 6 Dicembre del 2014 presso la Fortezza da Basso di Firenze, dove con la Prof.ssa Meini, abbiamo illustrato la possibilità di creare nelle aree interne molisane un flusso di turismo mitigato, sulla scorta di una accurata analisi dei 20 anni di cammina, Molise!.
Con il Centro Studi sui Sistemi Turistici (Unimol), unitamente ad ArIA (Centro di ricerca per le aree interne e gli Appennini), Direttore il Prof. Rossano Pazzagli, abbiamo raggiunto un accordo per la realizzare lo studio ”MOLISE, REGIONE DA CAMMINARE - Ipotesi progettuale per la definizione di un programma per il turismo a piedi in Molise”.
 
Giovanni Germano
Coordinatore Generale di “cammina, Molise!”
Presidente A.C. La Terra